Il museo archeologico "La Civitella" è sito nel parco archeologico de "La Civitella" a Chieti su progetto dell'architetto Ettore De Lellis, già progettista del Museo Paludi di Celano. La struttura museale odierna, che in parte è sita in piani sotterranei, è parte integrante di un complesso con giardini, zone pedonali, un auditorium, un laboratorio archeologico, ambienti per attività ludiche e didattiche ed un ambiente per mostre temporanee.
Dal dicembre 2014 il Ministero per i beni e le attività culturali lo gestisce tramite il Polo museale dell'Abruzzo, nel dicembre 2019 divenuto Direzione regionale Musei.
La prima collezione di materiale archeologico, dopo gli scavi effettuati a Chieti, fu voluta dal soprintendente Vincenzo Zecca, che si adoperò per allestire una mostra della sua collezione presso il palazzo comunale. Tra queste opere c'era anche il sepolcro del liberto Lusius Storax, rinvenuto nel rione Santa Maria Calvona. Tuttavia dopo pochi anni, il museo chiuse per mancanza di fondi.
Il progetto del Museo nasce nuovamente nel 1938, quando si costituì l'Antiquarium Teatinum presso l'ex chiesa di San Paolo dei templi romani, che constava in una buona raccolta di reperti archeologici rinvenuti a Chieti. La collezione poi confluì nel Museo Archeologico Nazionale di villa Frigerj. Nel 1982 durante dei lavori di costruzione del nuovo acquedotto, si scoperse sotto lo stadio comunale "Civitella" l'anfiteatro romano, pertanto lo stadio nuovo venne costruito a Chieti Scalo, lo Stadio Angelini, e iniziarono i lavori di scavo dell'anfiteatro, terminati nei primi anni 2000. Venne inoltre realizzata la prima struttura del Museo archeologico "La Civitella", anche se l'allestimento attuale è frutto di interventi avvicendatisi tra il 2008 e il 2014. Il museo inserito nel complesso archeologico che gravita intorno all'anfiteatro romano, costituisce un'area qualificata in cui esporre la storia del sito della città di Teate fondata dai Marrucini e conquistata poi dai Romani, da cui sorse nel IX secolo la Chieti odierna.
A differenza del vicino Museo Archeologico Nazionale d'Abruzzo di Villa Frigerj, che contiene i maggiori pezzi d'archeologica della regione, questo si concentra solo sulla storia di Chieti, propone diverse possibilità di approccio, che possono essere sviluppate in un'unica visita o in più occasioni: "L'inizio della storia urbana - Da Roma a ieri - La terra dei Marrucini". La sezione "Il primo Museo archeologico" illustra la storia dell'archeologia teatina, attraverso la ricostruzione di uno dei più vecchi allestimenti che costituirono il museo; l'architettura del museo tende ad essere discreta all'esterno, integrandosi con i monumenti della sommità della Civitella, dominata dall'anfiteatro e dalla chiesa di Santa Maria; l'interno è caratterizzato da grande spaziosità e tende ad evidenziare i vari ambiti della città antica - necropoli, anfiteatro, vita quotidiana - attraverso ricostruzioni in scala reale (frontoni) e l'esposizione di tipo evocativo, utilizzando materiali tipici delle tecniche costruttive antiche.
Nel 2021 il museo chiude temporaneamente per mancanza di personale
L'esposizione permanente è così
strutturata:
L'inizio della storia urbana. In questa sezione vi sono i ruderi di età repubblicana (III-II secolo a.C.) tra cui dei frontoni in terracotta riferibili ad un tempio del II secolo a.C.

Lungo il corridoio che conduce alla Sala dei Templi, è visibile una sequenza di antefisse dell'Artemide Persiana e di Ercole seduto su roccia. All'interno del percorso sono stati ricomposti tre splendidi frontoni in terracotta policroma del complesso templare che sorgeva sull'acropoli della Civitella, più uno del gruppo dei Tempietti del nuovo Foro Romano (Piazza Tempietti). Del primo frontone relativo al Capitolium dell'antica Teate è stato possibile ricostruire 11 personaggi, al centro la Triade Capitolina a destra Mercurio che guida le Ninfe, a sinistra Marte armato e poi Apollo nudo. Il secondo frontone mostra al centro un uomo, identificabile come Giove, ai lati i Diioscuri accompagnati da Venere e la sorella Elena. Nel terzo frontone sono collocati al centro APollo affiancato dalle Muse, negli angoli Bacco ed Ercole seduti.
Da Roma a ieri. Questa sezione è suddivisa secondo le seguenti tematiche: il Foro, il Teatro, l'Anfiteatro, le Terme, e le Necropoli.
I materiali che documentano la città romana e il suo sviluppo illustrano il percorso, organizzato per aree monumentali,, il Foro, il Teatro, l'Anfiteatro, le Terme e la Necropoli di Teate. Molti manufatti ricevono nuova vita all'interno di ricostruzioni in scala 1:1, vivacizzate da filmati, suoni e luci a effetto; nello spazio dedicato alla vita pubblica sono presente due ritratti in marmo di Augusto e Tito. Dal Foro invece provengono il ritratto di un sacerdote (a sinistra), un monumento di Iside, parti del gruppo di statue di Serapide, e il cane Cerbero. Nelle dimore patrizie, notevoli sono gli arredi marmorei; nelle sale dedicate al teatro e all'anfiteatro si possono osservare i resti archeologici provenienti dagli scavi degli anni '20 e '30. L'edificio termale mostra marmi policromi che decoravano gli ambienti, ed è presente una testa, forse di una Musa. Nell'area dedicata ai culti funebri è sistemato un grande monumento, nel fregio è visibile il combattimento tra gladiatori e nel timpano un certo Lusius Storax, libero al quale era dedicato il monumento, che assiste allo spettacolo, circondato da magistrati teatini e dal popolo. Nel vano della porta è possibile osservare lo stesso ritratto del liberto.
Monumento funebre di Lucio Storace
Il monumento è un sepolcro a tempietto della prima età imperiale, è composto da due rilievi, fregio e frontone. Sul fregio è raffigurato con notevole vivezza un gladiatorio che il ricco Lucio doveva aver offerto in occasione della sua elezione, vi sono raffigurati gladiatori e incitatori in varie pose, dal saluto alla preparazione, alla lotta, alla vittoria o sconfitta, come se si trattasse di una scena unica, anche se in realtà varie operazioni seguivano una precisa sequenza. Il desiderio del committente doveva essere soprattutto quello di far documentare la sontuosità di questi combattimenti a Teate. Il fondo è neutro e i dettagli sono ben curati; ciò ha fatto pensare a un'ispirazione diretta da modelli di Roma. La scena del frontone, realizzata a bassorilievo, è più affollata e si propone di raffigurare il momento dell'investitura di Lusius Storax. ci sono due piani sovrapposti, in basso a sinistra in primo piano si trova il sedile con tre giovani, tre camilli, che simboleggiano l'avvenuto sacrificio connesso con l'investitura; il centro è occupato dal tribunale con al centro Storax e ai lati due bisellia, ossia sedili onorari romani, su cui siedono i quattuorviri. A destra simmetricamente ai tre camilli, si trova un uomo con bastone, un augure. Il secondo piano ha come sfondo un colonnato, molto probabilmente il foro di Teate, le figure in secondo piano sono 11 personaggi togati, all'estrema sinistra sempre in secondo piani, una scena di zuffa con quattro personaggi, forse una documentazione di un tumulto popolare avvenuto durante il combattimento.
La Terra dei Marrucini. In questa sezione espone reperti provenienti dalla media e bassa vallata del Pescara. un grande arazzo illustra l'area attraversata a nord e sud dal fiume Aterno, da Popoli Terme (allora Pagus Fabianus) sino a Ostia Aterni (Pescara), si possono vedere nelle teche reperti in pietra scheggiata risalenti a 400.000 anni fa, manufatti in ceramica datati al Neolitico, oggetti votivi offerti agli Dei, e molto altro. Strumenti dell'età della Pietra e ceramiche del villaggio di Catignano (PE), trindoducono alla sezione dedicata alla Grotta di Bolognano (PE), una delle cave dove sono stati rinvenuti moltissimi reperti dell'età preistorica e neolitica d'Abruzzo. L'età del Ferro è documentata da bronzi e armi provenienti da Villamagna (CH), Guardiagrele e Pretoro (CH); le fasi precedenti alla fondazione della Teate Marrucinorum sono documentate da materiali esposti nel settore "Prima di Teate", tra i quali l'elmo gallico e balsamario a testa di donna.
Il primo museo archeologico. Questa sezione mostra materiali che ripercorrono la storia di questo museo dalle collezioni di fine XIX secolo fino alla realizzazione di un Antiquarium Teatinum avvenuta nel 1938, ovverosia del nucleo originario di questo stesso museo. Le collezioni si compongono di lucerne, selci, statuette votive, accumulate nel tardo Ottocento e nei primi anni del Novecento, che provengono non solo da Chieti, ma anche dai centri della sua provincia.
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