martedì 1 aprile 2025

IRAQ - Samarra

 


Samarra è un'antica città dell'Iraq di circa 70 000 ab. del governatorato di Baghdad. È situata sulla riva estdel Tigri, a 100 km circa dalla capitale. Il sito è antichissimo: gli scavi archeologici, condotti dall'architetto francese Henri Viollet, fra il 1907 e il 1909, e da Ernst Herzfeld in due fasi, nel 1911 e nel 1913, hanno attestato fin dal 5500 a.C. la produzione di ceramiche con coppe larghe ed aperte con decorazioni molto eleganti e la comparsa delle prime conoscenze metallurgiche (rame). Nel 690 a.C. il re assiro Sennacherib vi costruì una fortezza; la città era chiamata Sur-marrati, un nome di origine aramaica.
Nell'835, nel corso del califfato abbaside il califfo al-Muʿtaṣim decise di renderla sua capitale. Vi si trasferì con le sue nuove truppe "turche" abbandonando la vecchia capitale di Baghdād, dove i suoi soldati avevano creato gravi problemi alla popolazione. La costruzione della nuova capitale coinvolse migliaia di artigiani e i costi delle pure strutture palaziali e degli ornamenti esterni assommarono, a dire di Yāqūt, a circa 204 milioni di dīnār: una cifra sbalorditiva anche per le ricche casse dello Stato abbaside.
Sāmarrāʾ rimase capitale califfale fino all'892, quando il califfo al-Muʿtaḍid decise di tornare a Baghdād. In seguito fu devastata dai Mongoli, perse metà dei suoi abitanti, e sopravvisse solo grazie ai pellegrini sciiti.
La città fu una delle più sontuose metropoli dell'intero emisfero boreale e ospitò la più vasta moschea che il mondo islamico abbia mai conosciuto, chiamata la Grande Moschea del Venerdì. Ricoperta da maioliche smaltate, fiancheggiata da 44 torri, era circondata da mura larghe 260 metri per 160. Di essa rimangono oggi le sole mura esterne che hanno uno spessore di circa 3 metri e il gigantesco minareto, detto Malwiyya ovvero la spirale, splendida metafora architettonica per indicare la forma a spirale ispirata alla ziggurat mesopotamica. Il diametro alla base è di 33 metri e si restringe a mano a mano che si sale verso i 52 metri di altezza. La tradizione vuole che, quando fu ultimata, il Califfo al-Muʿtasim salì sulla sommità in groppa ad un asino bianco. Al minareto di Sāmarrāʾ è ispirato quello della moschea di Ibn Ṭūlūn al Cairo. In prossimità del corso del fiume Tigri, sorgeva il palazzo del Jawsaq al-Khāqānī (il Palazzo di Khāqān),: residenza del califfo, di cui rimangono solo tre grandi porte.
A Samarra si trova anche la moschea al-'Askari uno dei siti più sacri per gli sciiti, dove sono custodite le tombe di due dei 12 Imam più venerati dagli sciiti duodecimani, ʿAli al-Hādī e il figlio di questi Hasan al-ʿAskarī, detto "l'integerrimo", morto nell'873. Per visitare il luogo in cui riposano le loro spoglie, i fedeli vi si recano in pellegrinaggio, da tutto il mondo.
La cupola del santuario, ricoperta da 62 lastre d'oro, è stata gravemente danneggiata da un attentato il 22 febbraio 2006 mentre i due minareti, già fortemente compromessi, sono crollati nel giugno del 2007.

IRAQ - Eridu

 

Eridu (oppure Eridug o Urudug, accadico: Irîtu) fu un'antica città sumera della bassa Mesopotamia, corrispondente all'odierno Tell Abu Shahrain (Governatorato di Dhi Qar, Iraq), posta a undici chilometri a sud-ovest di Ur.
Eridu fu per lungo tempo considerata la città più antica della Mesopotamia meridionale e tuttora si discute se sia stata la città più antica del mondo.
Eridu era la più meridionale di un gruppo di città sumere che crebbero attorno a templi, quasi in vista l'una dell'altra.
Nella mitologia sumera, Eridu era la patria di Enki, che era considerato il suo fondatore e che fu noto agli Accadi come Ea. Il suo tempio era chiamato E-Abzu, per il fatto che si riteneva che Enki vivesse nell'Abzu ("acqua profonda"), un acquifero dal quale si credeva traesse origine tutta la vita.
Eridu era la più meridionale fra le città che si erano sviluppate attorno ai templi nella bassa Mesopotamia. Molto probabilmente fu fondata vicino al golfo Persico, alla foce del fiume Eufrate, ma, a causa dell'accumulo di fango e detriti sulla linea costiera avvenuti attraverso i millenni, oggi i resti della città si trovano ad una certa distanza dal golfo, nella località di Abu Shahrain, in Iraq.
Eridu sembra essere il primo agglomerato urbano dei Sumeri, cresciuto probabilmente attorno al V o IV millennio a.C. Secondo Gwendolyn Leick, la città di Eridu era disposta alla confluenza di tre ecosistemi separati che avevano dato vita a tre culture differenti:
Da una parte le prime comunità di contadini che sembra si basassero su un'agricoltura di sussistenza supportata da un'intensa irrigazione. Questi derivavano dalla civiltà di Samarra a nord, caratterizzata dalla costruzione di canali e di edifici con mattoni di fango.
La cultura dei pescatori-cacciatori del litorale arabo, installata in capanne di canne.
La terza cultura che contribuì ad erigere la città di Eridu fu quella dei pastori nomadi di greggi di pecore e capre, che vivevano in tende nelle zone semideserte.
Tutte e tre le culture sembrano implicate nei primi sviluppi della città. Lo stabilimento urbano si concentrava attorno ad un imponente complesso templare costruito in mattoni, all'interno di una piccola depressione che permetteva all'acqua di accumularsi.
Negli strati più antichi di Eridu (strati 17-15, appartenenti alla fase detta appunto "di Eridu", ca. 5000 a.C.) è stata rintracciata un'importante novità in ambito urbanistico: è infatti qui che si hanno le prime evidenze di una sistemazione apposita, in spazi dedicati, dell'attività cultuale. Si tratta di piccoli edifici, di "cappelle", un inizio modesto ma certamente rivoluzionario rispetto alla tipologia abitativa, ad esempio, di Çatalhöyük, dove il culto veniva effettuato dentro le abitazioni private, caratterizzandosi come culto "familiare".
Kate Fielden afferma: "Il primo insediamento (ca. 5000 a.C.) si era sviluppato fino a divenire una stabile città di mattoni e case di canne nel 2900 a.C., avente un'estensione di circa 8-10 ettari (20-25 acri). Dal 2050 a.C. la città cadde in declino; ci sono alcune prove di una occupazione dopo questa data. Diciotto templi di mattoni sovrapposti sono alla base della ziggurat non finita di Amar-Sin (ca. 2047-2039 a.C.). L'apparente continuità dell'occupazione e dei riti religiosi ad Eridu, forniscono la prova convincente per l'origine indigena della civiltà sumerica. Il sito è stato scavato principalmente fra il 1946 e il 1949 dal dipartimento di antichità dell'Iraq."
Queste indagini archeologiche hanno dimostrato, secondo Oppenheim, che "alla fine l'intero sud decadde in ristagno rinunciando all'iniziativa politica in favore dei re delle città del nord" e la città venne abbandonata nel 600 a.C.


IRAQ - Kemune

 

Kemune, che si ipotizza possa corrispondere all'antica città di Zakhiku, è un sito archeologico studiato per la prima volta nel 2018 durante la secca dell'acqua nel bacino idrico della diga di Mosul nel Governatorato di Ninive, nel nord dell'Iraq. La città, appartenente al regno di Mitanni, fu distrutta da un terremoto intorno al 1350 a.C. 
Il sito è stato scavato per la prima volta da archeologi tedeschi e curdi nell'autunno 2018, sotto la direzione di Ivana Puljiz dell'Università di Tubinga. Questa campagna di scavi, durante la quale furono scoperte dieci tavolette del regno Mitanni, concentrò i propri lavori principalmente sui resti di un importante palazzo.
Nei primi due mesi del 2021 il sito è tornato nuovamente alla luce, sempre a causa della siccità, ed anche in quest'occasione e stata organizzata una nuova campagna di scavi condotta dalla stessa Università di Tubinga, questa volta in collaborazione con l'Organizzazione archeologica del Kurdistan. Oltre a mappare la maggior parte del sito, sono state recuperate circa 100 tavolette cuneiformi, che risalgono al primo periodo assiro medio. Il sito a giugno del 2022 è tornato nuovamente sotto le acque.
La struttura più importante del sito è relativa ad un palazzo costruito sulle rive del fiume Tigri, i cui resti arrivano ad un'altezza di circa due metri, e che conservano resti di pitture murali, ben conservate. Secondo la direttrice degli scavi, sono evidenti due diverse fasi di utilizzo del palazzo, che dimostrano come l'edificio sia stato in uso per molto tempo.
Sulla base delle traduzioni di alcune delle tavolette di argilla cuneiformi ritrovate sul posto, studiosi dell'Università di Heidelberg hanno ipotizzato che questo corrisponda all'antica città di Zakhiku. 


IRAQ - Hatra



Hatra è un'antica città in rovina del Governatorato di Ninawa, nella regione della Jazira, in Iraq, a 80 km a Sud di Mosul. È oggi chiamata al-Ḥaḍr, e si trova nell'antica provincia persiana di Khvarvaran. La città si trova 290 km a nord-ovest di Baghdad.
Hatra venne fondata dalla dinastia seleucide durante il III secolo a.C. Fiorì durante il II e I secolo a.C. come centro commerciale e religioso dell'Impero dei parti. In seguito la città divenne capitale del primo regno Arabo nella catena di città che andavano da Hatra, a nord-est, attraverso Palmira, Baalbek e Petra, a sud-ovest. La regione controllata da Hatra fu il regno di Araba, un regno semi-autonomo ai confini occidentali dell'Impero partico, governato da principi arabi.
Hatra divenne un'importante città fortificata di frontiera che resistette a ripetuti attacchi portati dall'Impero romano, giocando un importante ruolo durante la seconda guerra partica. Respinse l'assedio di Traiano (116/117) e quello di Settimio Severo (197/198). 
Hatra riuscì a resistere ad un attacco sasanide, del re Ardashir I, nel corso delle sue prime campagne in Mesopotamia contro l'Impero romano del 229, ma cadde definitivamente sotto un secondo assalto sasanide nel 240 e fu rasa al suolo.
Di qui passò infine lo sconfitto esercito di Gioviano dopo la firma della disastrosa pace coi Sassanidi nel 363.
Le storie tradizionali della caduta di Hatra parlano di an-Nadira, figlia del re di Araba, che tradì la città consegnandola nelle mani di Ardashir e del figlio e successore, Sapore I. La storia racconta di come Sapore uccise il re sposando an-Nadira, ma in seguito uccise anche lei.
La città guadagnò fama per la sua fusione di pantheon greci, sumeri, assiri, siriani ed arabi, noti in aramaico come Beiṯ Ĕlāhā ("Casa di Dio"). La città contiene templi dedicati a Nergal (mitologia sumera e accadica), Ermes (mitologia greca), Atargatis (siro-arameo), Allat e Shamiyyah (arabo) e Šamaš (il dio sole sumero).
- Hatra è una delle leggendarie dieci città perdute di Tayyab.
- Il sito venne usato per le riprese della scena iniziale del film del 1973 L'esorcista.
- Dal 1987 l'Università di Torino ha intrapreso alcune campagne di scavo nel centro di Hatra volte ad indagare un'abitazione privata, l'edificio A, e le fasi più antiche del grande santuario centrale, il Temenos. Direttrice della missione archeologica italiana è stata la prof.ssa R. Ricciardi Venco.
- Hatra è un patrimonio dell'umanità dell'UNESCO.
Il piano di azione proposto dallo Stato Islamico, il quale ha occupato l'area verso la metà del 2010, è stato motivo di rischio per la città di Hatra. All'inizio del 2015 hanno annunciato la loro intenzione di distruggere molti reperti della città in quanto offenderebbero la loro fede. 
Dopo la distruzione di Nimrud avvenuta il 5 marzo del 2015 tramite bulldozer, "Hatra sarà sicuramente la prossima" ha profetizzato Abdulamir Hamdani, un archeologo iracheno dalla Stony Brook University. Il 7 marzo 2015 sono state diffuse notizie che l'esercito islamico ha iniziato la distruzione della città. Il 4 aprile vengono distrutte diverse statue appartenenti alla città.
Il 26 aprile 2017 viene diffusa la notizia che l'esercito iracheno ha riconquistato la città.

IRAQ - Nimrud


Nimrud è il nome, attribuito nell'ottavo secolo dagli Arabi, a un'antica città assira situata a sud di Ninive, sul fiume Tigri. Il nome originale della città era Kalhu o Kalkhu. La città viene  nominata anche nella Bibbia con il nome di Calah.
La città fu fondata nel XIII secolo a.C. da Salmanassar I e divenne capitale dell'impero assiro verso l'880 a.C. sotto Assurnasirpal II, che vi edificò il proprio palazzo reale, inaugurato secondo le descrizioni nell'860 a.C. Rimase capitale per circa un secolo, fino a quando Sargon II decise di edificare una nuova capitale, Dur-Sharrukin.
Nella propria massima estensione misurava 360 ettari, ma con la caduta dell'impero neo-assiro, attorno al 610 a.C., venne abbandonata.
La città venne scoperta nel 1820 dall'inglese Claudius James Rich. Austen Henry Layard iniziò gli scavi archeologici dal 1845 al 1847 e dal 1849 fino al 1851. Durante la sua prima campagna Layard mise in luce una camera dove al suo interno rinvenne alcuni avori e frammenti d'oro. Presso l'angolo Nord Ovest dell'acropoli rinvenne i resti di una struttura, con tracce di incendio in alcuni punti. Fra i suoi ritrovamenti l'obelisco nero e i pesi di leoni assiri, ora al British Museum, di notevole importanza per l'archeologia biblica. I lavori quindi si interruppero, fino al 1949, quando un team inglese guidato da Max Mallowan riprese i lavori. Da allora sono stati portati alla luce avanzi dell'acropoli, delle mura e del palazzo reale.
Dopo che i monumenti di Nimrud sono stati a lungo minacciati dall'esposizione al duro clima iracheno, soprattutto all'erosione della sabbia, principalmente a causa della mancanza di adeguate coperture, nel marzo 2015 il ministero iracheno del Turismo e delle Antichità ha denunciato la pressoché completa distruzione del sito archeologico per mano dei miliziani dello Stato Islamico. Nell'aprile proprio lo Stato Islamico ha diffuso il video della sua distruzione. La città è stata liberata dalle truppe irachene nel novembre 2016. Ad una prima ricognizione sembra che ne sia stato distrutto il 95%, in particolare sarebbero stati distrutti o asportati i leoni alati, simili a quelli del British Museum, posti a fianco di una delle porte rimasta in piedi. 

IRAQ - Assur


Assur 
o Aššur, conosciuta anche come Qal'at Shirqat, è stata la prima capitale dell'Assiria. Le rovine della città sono situate sulla riva occidentale del fiume Tigri, a nord della confluenza con il tributario Piccolo Zab, nell'odierno Iraq. Il sito di Assur è stato dichiarato patrimonio dell'umanità dalle Nazioni Unite, ma nel 2003 è stato anche inserito nella lista dei siti in pericolo, a causa della guerra in corso in Medio Oriente e per la proposta di costruzione di una diga che avrebbe distrutto la località.
Dal 1898, la Deutsche Orient-Gesellschaft stava progettando degli scavi ad Assur; sarebbe stata la prima impresa di scavo della società appena fondata. Robert Koldewey e Eduard Sachau avevano già intrapreso un viaggio di ricerca in Mesopotamia nel 1897/98 per selezionare un sito di scavo adatto. Speravano di trovare numerose iscrizioni reali nella prima capitale dell'Impero assiro. Furono presi in considerazione anche Warka e Senkere. Alla fine, su consiglio di Koldewey, si decise di scavare prima a Babilonia. Solo nel 1900 l'assiriologo Friedrich Delitzsch si schierò nuovamente a favore degli scavi ad Assur e riuscì a ottenere il sostegno dell'imperatore. Si temeva anche che gli inglesi potessero precedere i tedeschi in questo sito storicamente importante.
Il 21 marzo 1901, Delitzsch fu ricevuto da Abdul Hamid II, ma inizialmente non poté ottenere il permesso di scavare perché sul sito c'era una caserma turca. L'autorizzazione fu finalmente concessa il 20 luglio con un telegramma di Abdul Hamid a Guglielmo II, che sostenne gli scavi con 50.000 marchi dal suo portafoglio privato. Senza il suo sostegno, tuttavia, lo scavo non sarebbe stato possibile perché il sito si trovava nei "possedimenti della corona" del Sultano e sulla collina dove sorgeva il palazzo "Adad-nirari's I" era stata costruita una caserma. Lo scavo fu affidato a Walter Andrae, che in precedenza era stato assistente di Koldewey a Babilonia. Andrae arrivò ad Assur nell'agosto del 1903, ma dovette superare numerose difficoltà con le autorità locali finché, a metà settembre, poté finalmente iniziare i primi lavori di scavo. L'istituzione di un consolato tedesco a Mosul nel 1905 portò sollievo. Durante gli scavi dal 1903 al 1914, fu portata alla luce, tra le altre, la biblioteca di Tiglatpileser I.
Nel 1979, il Dipartimento iracheno delle Antichità ha proseguito l'esplorazione della città, che si è protratta (con interruzioni) fino al 2002. Nuovi scavi tedeschi hanno avuto luogo nel 1988-89 (Reinhard Dittmann, Libera università di Berlino), nel 1989-1990 (Barthel Hrouda, Università di Monaco) e nel 2000-01 (Peter A. Miglus, Università di Halle).
La maggioranza dei reperti ritrovati furono portati al Pergamonmuseum di Berlino, dove sono esposti tuttora. Gli scavi rivelarono che il sito della città era stato occupato dalla metà del III millennio a.C., in epoca ancora sumera, prima che emergesse il regno assiro. I resti più antichi furono scoperti nelle fondazioni del tempio della dea Ištar.
Secondo l'Oxford Companion to the Bible, Assur fu "costruita su una rupe di arenaria sulla riva occidentale del Tigri, a circa 35 km a nord della sua confluenza con il fiume Zab inferiore". L'archeologia rivela che il sito della città fu occupato dalla metà del III millennio a.C. Si trattava ancora del periodo sumerico, prima che emergesse l'Assiria. I resti più antichi della città sono stati scoperti nelle fondamenta del tempio di Ishtar e nel Palazzo Vecchio. Nel periodo successivo, la città fu governata da re dell'Impero accadico. Durante la Terza dinastia di Ur, la città fu governata da governatori assiri soggetti ai Sumeri.
Età paleo-assira
Con l'avvento dell'Impero accadico la città fu conquistata e governata da alcuni re provenienti da Akkad. Dalla fine del III millennio a.C., la città divenne un centro fiorente da cui le vie commerciali si dipanavano in Anatolia, dove i mercanti di Assur crearono diverse colonie assire, chiamate kârum. Fu proprio in questo periodo che nella città furono eretti i primi grandi templi in onore di Assur e Adad, e si iniziarono a costruire le prime fortificazioni.
Assur fu la capitale del regno di Shamshi-Adad I, che espanse il potere della città oltre la valle del fiume Tigri: in questo periodo infatti venne costruito il grande palazzo reale e il tempio del dio Assur venne ampliato con una ziqqurat. Il regno collassò quando Hammurabi di Babilonia si impadronì della città dopo la morte di Shamshi-Adad.
Età medio-assira
Si hanno prove di un'ulteriore attività edilizia a partire da alcuni secoli successivi, durante il regno del re nativo Puzur-Assur III, quando la città fu rifortificata e i quartieri meridionali furono incorporati nelle difese della città principale. Nel XV secolo a.C. furono costruiti e dedicati templi al dio della luna Sin (Nanna) e al dio del sole Shamash. La città fu poi sottomessa dal re di Mitanni, Shaushtatar, alla fine del XV secolo, che portò le porte d'oro e d'argento del tempio nella sua capitale, Washukanni, come bottino. Ashur-uballit I rovesciò l'impero mitannico nel 1365 a.C. e gli Assiri raccolsero i frutti di questo trionfo assumendo il controllo della porzione orientale del regno di Mitanni e, in seguito, annettendo anche i territori ittiti, babilonesi, amorrei e hurriti. I secoli successivi videro il restauro degli antichi templi e palazzi di Assur, e la città tornò a essere il trono di un impero magnanimo dal 1365 a.C. al 1076 a.C. Tukulti-Ninurta I (1244-1208 a.C.) costruì anche un nuovo tempio alla dea Ishtar. Il tempio di Anu-Adad fu costruito più tardi, durante il regno di Tiglathpileser I (1115-1075 a.C.). L'area murata della città nel periodo medio-assiro comprendeva circa 1,2 chilometri quadrati.
Età neo-assira

Nell'età neo-assiro (912-605 a.C.), la residenza reale fu trasferita in altre città assire. Assurnasirpal II (884-859 a.C.) spostò la capitale da Assur a Kalhu in seguito a una serie di campagne di successo e produsse alcune delle più grandi opere d'arte sotto forma di colossali statue (lamassu) e rappresentazioni a basso rilievo della corte reale e delle battaglie. Con il regno di Sargon II (722-705 a.C.), iniziò a sorgere una nuova capitale. Dur-Sharrukin ('fortezza di Sargon'), di dimensioni tali da superare quella di Assurnasirpal II. Tuttavia, egli morì in battaglia e suo figlio e successore Sennacherib abbandonò la città, scegliendo di ingrandire Ninive come sua capitale reale. Tuttavia, la città di Assur rimase il centro religioso dell'impero e continuò a essere venerata come la corona sacra dell'impero, grazie al suo tempio del dio nazionale Assur. Sotto il regno di Sennacherib (705-682 a.C.), fu costruita la "Casa del Nuovo Anno", e le festività furono celebrate in città. Molti dei re furono sepolti sotto il Palazzo Vecchio, mentre alcune regine furono sepolte nelle altre capitali, come la moglie di Sargon, Ataliya. La città fu saccheggiata e in gran parte distrutta durante la decisiva battaglia di Assur, un importante scontro tra l'esercito assiro e quello medo.
Epoca successiva

La città riprese vita durante il periodo dell'Impero partico, in particolare tra il 150 a.C. e il 270 d.C., venendo reinsediata e diventando un centro amministrativo dell'Assuristan governato dai Parti. Gli assiriologi Simo Parpola e Patricia Crone suggeriscono che Assur potrebbe aver avuto una vera e propria indipendenza in questo periodo. A nord dell'antica città furono costruiti nuovi edifici amministrativi e a sud un palazzo. Il vecchio tempio dedicato al dio nazionale degli Assiri Assur fu ricostruito, così come i templi dedicati ad altre divinità assire.
Le iscrizioni in aramaico orientale assiro provenienti dai resti di Assur hanno fornito informazioni sulla città di epoca partica, con l'Assiria che disponeva di una propria scrittura aramaica siriaca, uguale in termini di grammatica e sintassi a quella trovata a Edessa e altrove nell'regno di Osroene.
Lo storico romano Rufio Festo scrisse intorno al 370 che nel 116 d.C. Traiano formò con le sue conquiste a est dell'Eufrate le nuove province romane di Mesopotamia e Assiria. In ogni caso, appena due anni dopo la presunta creazione della provincia, il successore di Traiano, Adriano, restituì le conquiste orientali di Traiano ai Parti, preferendo vivere con lui in pace e amicizia.
In seguito ci furono incursioni romane in Mesopotamia sotto Lucio Vero e sotto Settimio Severo, che istituì le province romane di Mesopotamia e Osroene.
Assur fu catturata e saccheggiata dal re sasanide Ardashir I intorno al 240 d.C., dopodiché fu distrutta e la popolazione dispersa. Si conoscono alcuni insediamenti per i secoli XII e XIII, ma in seguito vi si registra solo la presenza di beduini nomadi.


Il sito è stato inserito nella Lista del patrimonio mondiale dell'UNESCO in pericolo nel 2003, quando era minacciato da un progetto di diga su larga scala che avrebbe sommerso l'antico sito archeologico. Il progetto della diga è stato sospeso poco dopo l'invasione dell'Iraq del 2003.
Il territorio intorno all'antico sito è stato occupato dallo Stato Islamico dell'Iraq nel 2015. Poiché l'ISIS aveva distrutto diversi siti storici antichi, tra cui le città di Hatra, Khorsabad e Nimrud, si temeva che anche Assur sarebbe stata distrutta. Secondo alcune fonti, la cittadella di Assur è stata distrutta o gravemente danneggiata nel maggio 2015 da membri dell'IS che hanno utilizzato ordigni esplosivi improvvisati. Un rapporto dell'Associated Press del dicembre 2016, dopo che le forze irachene avevano riconquistato l'area, affermava che i militanti avevano tentato di distruggere le grandiose arcate d'ingresso della città, ma queste erano rimaste in piedi e uno storico locale aveva descritto i danni come "minori".
Nel febbraio 2017, il gruppo non controllava più il sito, che tuttavia non è abbastanza sicuro da poter essere valutato dagli archeologi.


IRAQ - Ziqqurat di Ur

 

La ziqqurat di Ur (in sumero"casa dalle fondamenta imponenti") è un monumento religioso situato nell'area sacra della città di Ur, in Bassa Mesopotamia, nei pressi dell'odierna Nassiriya. È tra le ziggurat sumere meglio conservate.
Risalente alla fine del III millennio a.C., fu ricostruita più volte nel corso della storia, mantenendo complessivamente una struttura basata su tre terrazze a gradoni collegate tra loro da gradinate e unite al terreno da un'ampia rampa d'accesso frontale.
È stata dichiarata, nel 2016, Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, insieme ad altri luoghi rappresentativi della cultura sumera, nell'ambito delle Ahwar dell'Iraq meridionale.
Al termine del III millennio a.C., in un periodo di floridezza economica, il re Ur-Nammu, primo sovrano della Terza dinastia di Ur, eresse una ziggurat in onore di Nanna, dio della luna, sulle fondamenta di un edificio precedente. L'opera di costruzione fu poi proseguita e terminata dal figlio e successore, Shulgi.
La ziggurat originaria, strutturata come una piramide a gradoni, poggiava su una base rettangolare di 62,5 × 43 metri e constava di tre piattaforme sovrapposte che si restringevano progressivamente verso l'alto, per un'altezza totale di circa 25 metri. I muri, molto inclinati verso l'interno, erano costituiti da un'anima di mattoni di fango tenuti insieme dal bitume, ricoperta da uno strato di mattoni cotti, più resistenti. Su tre lati, i muri si ergevano a strapiombo. Perpendicolarmente al lato frontale (quello di nord-est), invece, saliva la rampa d'accesso principale, fiancheggiata da due bassi contrafforti; sullo stesso lato vi erano, lungo il muro, due altre rampe d'accesso più piccole. Le tre rampe contavano ciascuna cento gradini. Il punto in cui si incontravano, a metà altezza tra la prima e la seconda piattaforma, era segnato da una porta di forma cubica. Da qui, una scalinata dava l'accesso alle terrazze presenti su ciascuna delle piattaforme e conduceva fino alla piattaforma più alta, dove si trovava un santuario del dio Nanna, accessibile soltanto ai sacerdoti.


Con il passare del tempo, gli agenti atmosferici, in particolare il vento, erosero le due piattaforme superiori, al punto che, nel VI secolo a.C., poco rimaneva dell'imponente struttura originaria. Allora Nabonide, ultimo re caldeo di Babilonia, fece ricostruire l'edificio rimodellandolo secondo un progetto differente: la costruzione non si articolava più su tre piani, ma su sette.
Il sito archeologico di Ur, con la ziggurat, fu riscoperto da archeologi britannici verso la metà del XIX secolo, ma gli scavi cominciarono soltanto dopo la prima guerra mondiale, a opera di Leonard Woolley e su incarico dell'Università della Pennsylvania e del British Museum. Sotto il regime di Saddam Hussein, negli anni ottanta, furono ricostruite parte del livello inferiore e la rampa d'accesso, ma durante la seconda guerra del Golfo la struttura della ziggurat fu marginalmente danneggiata.
Quella di Ur è la ziggurat meglio conservata al mondo, seconda solo al complesso di Choqa Zanbil, che appartiene però alla cultura elamica e si trova nell'odierno Iran.

IRAQ - Ur

 
Ur fu un'antica città della bassa Mesopotamia, situata vicino all'originale foce del Tigri e dell'Eufrate, sul golfo Persico. A causa dell'accumulo di detriti, oggi le sue rovine si trovano nell'entroterra, nell'odierno Iraq, 15 chilometri a occidente dell'attuale corso dell'Eufrate vicino alla città di Nasiriyah (Governatorato di Dhi Qar), a sud di Baghdad. Oggi la città è chiamata Tell el-Mukayyar.
Da un punto di vista archeologico, gli scavi condotti a Ur hanno offerto centinaia di documenti scritti. Dal 2016, il sito di Ur è divenuto patrimonio dell'umanità
La maggiore fonte di reperti, nonché l'area di scavo più estesa, consiste nel cimitero reale di Ur. Le tombe riesumate superano le 1850 unità, fra le quali 16 si sono distinte per la ricchezza di corredi funerari, principalmente vasellame, oltre ad armi, monili in metalli preziosi e addirittura strumenti musicali decorati con pietre preziose.
Nel sito archeologico di Ur spiccano le rovine di una imponente ziqqurat (alta 21 metri) ed ancora in gran parte intatto un tempio dedicato a Nanna, la divinità della luna nella mitologia sumera. La Ziqqurat fu costruita in mattoni, i quali nella parte bassa sono tenuti uniti con il bitume, invece nella parte superiore venne utilizzata a tale scopo la malta per aumentare la leggerezza della struttura. Ur, nel suo momento di massimo splendore, poteva raggiungere una popolazione di oltre 30.000 abitanti. Secondo gli storici, Ur fu la più grande città del mondo dal 2030 a.C. al 1980 a.C., con una popolazione di circa 65.000 abitanti.
Ur fu uno dei primi insediamenti abitati della bassa Mesopotamia i cui reperti più antichi sono databili antecedentemente al 4000 a.C.. Ur crebbe e da centro agricolo e pastorale si trasformò divenendo una vera e propria città con uno sviluppo delle attività artigianali e commerciali. Attorno al 2600 a.C., il clima della Bassa Mesopotamia mutò gradualmente da relativamente umido a secco, causando lo spostamento degli abitanti dalla città alle piccole comunità di villaggi di agricoltori dove risultava più facile far fronte ai periodi di forte siccità. Nella seconda metà del terzo millennio a.C. si ebbe dunque una contrazione della città, la quale rimase tuttavia fiorente durante tutta la Terza dinastia di Ur e divenne parallelamente il principale centro di culto della dea Inanna.
Diluvio sumerico
Dopo la fase di Ubaid si riscontra uno strato di fango alluvionale, che l'archeologo Woolley interpretò come la prova di una grande alluvione, anche conosciuta come diluvio sumerico, che si potrebbe intendere come la verità storica dietro a quanto raccontato nella Torah e nella Bibbia. Si ha poi una fase in cui la città fu sotto l'egemonia di Uruk, e infine il periodo di Gemdet Nasr nella quale furono elevati alcuni edifici, come una ziqqurat e delle tombe.
La posizione di Ur era molto favorevole in quanto nell'antichità il fiume Eufrate scorreva nei pressi delle mura della città; grazie al controllo di questa importante via di comunicazione, che collegava la regione al mare, Ur raggiunse un notevole sviluppo commerciale. È noto che la città commerciava via mare e via terra con l'Arabia.
In questo periodo vennero costruite molte belle tombe, compresa quella della regina Puabi. In questi sacrari sono stati ritrovati alcuni manufatti che accennano ai nomi dei re Meskalamdug, Akalamdug e Abargi. Dopo la fase di Gemdet-Nasr, i re di Ur divennero infatti gli effettivi governanti di Sumer, durante la Prima dinastia di Ur (2550-2340 a.C.) stabilita dal re Mesannepada (o Mesanepada, Mes-Anni-Padda), il cui nome appare sulla lista dei re, oltre ad essere menzionato come figlio di Meskalamdug su un manufatto ritrovato.
Durante questa dinastia, forse proprio a opera di Mesennepada, fu costruita una ziqqurat che verrà poi incorporata in quella della terza dinastia. Nella fase conclusiva della Prima dinastia, Ur perse importanza e prestigio a favore di Lagash e infine la Prima dinastia si concluse con l'attacco degli Accadi guidati dal re Sargon, intorno al 2340 a.C.
II e III Dinastia
Della Seconda dinastia che seguì si conosce assai poco, in quanto la città era in piena decadenza.
La terza dinastia fu stabilita quando il re Ur-Nammu (o Urnammu) salì al potere, regnando dal 2112 al 2094 a.C. Durante il suo regno furono costruiti mura, templi, inclusa la nuova ziggurat basata sulle fondazioni di quella della Prima dinastia, e fu migliorata l'agricoltura attraverso l'uso di impianti di irrigazione. Il suo codice di leggi (un frammento è stato identificato a Istanbul nel 1952) è il più vecchio documento conosciuto, anteriore anche al codice di Hammurabi. Lui e il suo successore, il figlio Shulgi, furono entrambi deificati durante i loro regni e, dopo la morte, Ur-Nammu continuò a sopravvivere come figura leggendaria: una delle opere della letteratura sumerica giunte fino a noi ci descrive la morte di Ur-Nammu e il suo viaggio negli inferi (Viaggio di Urnammu agli inferi).


La terza dinastia cadde nel 2004 a.C. (secondo il computo della cronologia media, 1940 a.C. secondo quella breve) quando gli Elamiti catturarono il re Ibbi-Sin e distrussero la città; il Lamento per
Ur commemora questo evento. Successivamente la città venne catturata dai Babilonesi.
Sotto i re di Isin e di Larsa (2000-1800 a.C.) la città fu restaurata. Di questo periodo i resti più significativi sono le case private, che ci danno un ritratto fedele della vita della città fra il III e il II millennio a.C. Le case avevano l'aspetto di odierne ville, per lo più con due piani per un totale di 13 o 14 stanze. Il piano inferiore era costituito solidamente da mattoni cotti, quello superiore di quadroni di argilla; le pareti erano lisce, intonacate e imbiancate. L'entrata era succeduta da un piccolo atrio dove erano situate vasche per lavarsi mani e piedi. Da lì si entrava nell'ampio e luminoso cortile interno pavimentato con bellissime lastre. Intorno al cortile erano distribuite la sala da ricevimento, la cucina, le stanze d'abitazione e della servitù, la cappella di culto. Una scalinata portava al piano superiore dove erano situate le stanze da letto e i bagni. Tra le mura delle case sono venuti alla luce tutti gli arredamenti e la dotazione di ciascuna residenza patrizia sumera: frammenti di pentole, vasi, anfore e tavolette d'argilla piene di iscrizioni.
La penultima fase di costruzione avvenne sotto re cassiti, attorno al 1400 a.C. Di questo periodo si ricorda Kurigalzu II che ricostruì il grande cortile del santuario di Nannar e il santuario di Ninga.
Ricostruzione di Nabucodonosor II
Nel VI secolo a.C. ad Ur ci fu l'ultima ricostruzione edilizia sotto il re Nabucodonosor II di Babilonia. L'ultimo re babilonese, Nabonido, restaurò la ziggurat di Nanna. Attorno al 550 a.C., con la caduta dell'impero babilonese ad opera dei Persiani, la città iniziò il suo declino ed essa non venne più abitata dal 500 a.C., probabilmente a causa della sempre maggiore siccità, del cambiamento del corso del fiume Eufrate e dell'interramento del Golfo Persico.
Ur biblica
Ur è considerata da molti come la città di Ur Kasdim che viene nominata più volte nel libro della Genesi come il luogo di nascita del patriarca Abramo.
Ur è nominata quattro volte nell'Antico Testamento, con la distinzione "di Kasdim/Kasdin" - reso tradizionalmente in italiano come "Ur dei Caldei" riferendosi alla popolazione dei Caldei che si erano stanziati lì vicino già intorno al 900 a.C. Nella Genesi, il nome appare in 11:28, in 11:31 e in 15:7. Nel Neemia 9:7 il singolo passaggio che accenna ad Ur è una parafrasi della Genesi.
Nel libro dei Giubilei si afferma che Ur è stata fondata nel 1687 Anno Mundi da Ur figlio di Kesed, probabile discendente di Arphaxad, inoltre si afferma che durante quello stesso anno iniziarono le guerre sulla Terra.
«E Ur, figlio di Kesed, costruì Era, (dalle parti) dei Caldei e la chiamò con il nome proprio e con il nome di suo padre»
(Libro dei Giubilei 11:3)
Archeologia

Nella prima metà del XVII secolo, il luogo fu visitato da Pietro Della Valle, che registrò la presenza di mattoni antichi timbrati con simboli sconosciuti, cementati insieme a bitume, così come parti di marmo nero incise.
Il primo scavo fu eseguito dal console britannico J.E. Taylor, che riportò alla luce una parte della ziggurat. Furono ritrovati cilindri di terracotta recanti iscrizioni in caratteri cuneiformi ai quattro angoli sulla sommità della ziggurat. Le iscrizioni appartenevano a Nabonido, l'ultimo re di Babilonia (539 a.C.), le quali si concludevano con una preghiera per il suo figlio Belshar-uzur (Bel-ŝarra-Uzur), il Baldassarre del libro di Daniele. Furono trovate tracce di una antecedente restaurazione ad opera di Ishme-Dagan di Isin, di Gimil-Sin di Ur e di Kuri-galzu, un re cassita di Babilonia del XIV secolo a.C. Taylor fece ulteriori scavi e in tutta la città trovò abbondanti resti di sepolture di epoca posteriore. Apparentemente, negli ultimi tempi Ur si era trasformata in un luogo di sepoltura, e quindi la città, anche dopo il suo abbandono, continuò ad essere usata come necropoli.
La prima campagna di scavi vera e propria ebbe luogo nel 1919 e fu diretta da H. R. Hall; in seguito, dal 1922, una missione comune del British Museum e dell'università di Pennsylvania, diretta da L. Woolley, vi scavò per dodici anni consecutivi. Furono scoperte un totale di circa 1.850 sepolture, comprese sedici che furono descritte come “tombe reali” in quanto non solo contenevano un gran numero di importanti manufatti, ma anche a causa del diverso rituale di sepoltura nel quale intervenivano sacrifici umani. Infatti, per scortare il re o la regina nell'aldilà, erano immolati, più o meno volontariamente, cortigiani, domestici, guardie e musicisti di corte. La maggior parte delle tombe reali erano datate al 2600 a.C. circa. I ritrovamenti includevano anche la tomba intatta della regina Puabi. Ben diciassette vittime umane, tra cui dieci dame della corte con addosso bellissimi ornamenti d'oro, di lapislazzuli e di corniola furono sepolte insieme a lei. Anche in molte altre tombe sono state scoperte vittime umane e stupendi manufatti, come lo Stendardo di Ur.
Vicino allo ziggurat di Nanna furono inoltre scoperti il tempio di E-nun-mah e le costruzioni di E-dub-lal-mah (eretto per un re), E-gi-par (residenza del sommo sacerdote) e E-hur-sag (una costruzione templare). Fuori dalla zona dei templi, furono ritrovate molte case usate nella vita di tutti. Gli scavi, inoltre, si spinsero sotto lo strato reale delle tombe portando alla luce uno strato spesso 3,5 metri di argilla alluvionale e altri strati più antichi come quelli del periodo di Ubaid, nella quale si formarono i primi insediamenti nella Mesopotamia del sud. Woolley successivamente scrisse molti articoli e libri sulle sue scoperte. La maggior parte dei tesori dissotterrati ad Ur si trovano ora al British Museum e all'University of Pennsylvania Museum of Archaeology and Anthropology.
È di Ur anche il più antico gioco da tavolo che sia mai stato scoperto, ossia il gioco reale di Ur.
Accesso ai turisti
Non c'è un villaggio moderno nelle vicinanze di Ur, e a causa di ciò la città non ha mai ricevuto molti visitatori, anche se il sito è stato reso accessibile. Durante il regime di Saddam Hussein fu costruita una base militare adiacente al sito, il quale divenne inaccessibile per qualsiasi viaggiatore. All'inizio degli anni novanta fu consentito a una manciata di viaggiatori di fare un giro del luogo, scortati dai soldati, ma non fu loro permesso arrampicarsi sulla ziggurat a causa della possibilità di osservare la vicina base militare. Subito dopo questo episodio, l'invasione irachena del Kuwait rese impossibile ulteriori visite e vi fu grande preoccupazione per la prossimità della base militare al sito archeologico. Preoccupazioni che si sono ridestate quando l'Iraq è stato invaso nel 2003 dalle forze di coalizione guidate dagli Stati Uniti per abbattere il regime di Saddam Hussein.

IRAQ - Wāsiṭ


Wāsiṭ
è una città dell'Iraq, assai fiorente nel periodo classico della storia islamica ma decaduta a rango di piccolo centro urbano in età moderna e contemporanea. Oggi essa fa parte del Governatorato di Wasit, a SE di Kut, nell'Iraq orientale.
La città fu fatta costruire dal Walī di Kufa, al-Hajjaj ibn Yusuf, sulla riva occidentale del fiume Tigri, di fronte all'antico sito di Kashkar.
Lo scopo del governatore era quello di vivere in una città più leale nei confronti degli Omayyadi della quale egli era fedele e forte sostenitore, dopo le vicende belliche che avevano portato quasi alla caduta della dinastia e che proprio da lui doveva la sua vittoria finale contro ʿAbd Allāh b. al-Zubayr e l'alide al-Mukhtār.
Il sito prescelto aveva quindi la doppia funzione di sfuggire l'ostilità di ambienti urbani avversi agli Omayyadi - Kūfa a N (a suo tempo caduta sotto il controllo di al-Mukhtār) e Baṣra a S (in cui s'era espresso a lungo il potere zubayrite) - e di controllare da presso il territorio persiano, ancora ben lungi dall'essere sottomesso al potere islamico.
Proprio la sua posizione intermedia tra Kūfa e Baṣra ne determinò il nome: Wāsiṭ infatti, che deriva dalla radice araba <W-S-Ṭ>, significa "mediano".
Fu in questa città che nel 714 morì il suo celebre governatore al-Ḥajjāj b. Yūsuf.
Durante il periodo ottomano fu capoluogo dell'omonimo sangiaccato.
Il 7 settembre 2000 l'UNESCO l'ha riconosciuta come sito di rilevanza mondiale. 

IRAQ - Nippur



Nippur
fu una delle più antiche città della Mesopotamia. Era la sede del culto del dio sumerico Enlil , dio del cielo meteorico, signore dell'universo e signore del pantheon sumero, sottoposto solo alla volontà al dio del cielo astrale An. Era dunque il centro religioso più importante della mesopotamia sumera, dove venivano incoronati gli imperatori della Terza dinastia di Ur.
La città sorgeva su entrambe le rive del canale di Shatt-en-Nil, uno dei più antichi corsi dell'Eufrate, situato fra il suo attuale corso e il fiume Tigri, circa 160 chilometri a sud-est di Baghdad. Nippur è rappresentata dal grande complesso di cumuli di rovine conosciuti dagli arabi sotto il nome di Nuffar, scritto dai primi esploratori Niffer. Il punto più alto di queste rovine, una collina conica di circa 30 metri, a nord-est del canale, è chiamata dagli arabi Bint el-Amiror ("figlia del principe").
Originariamente era un villaggio di capanne di canne di palude, simile a molti di quelli che possono oggi essere visti in questa regione. Nippur, come la maggior parte di questi villaggi, era soggetto ad inondazioni. Per qualche motivo gli abitanti si sono ostinati a costruire in questo luogo ed il villaggio si è gradualmente alzato sopra la palude, in parte come conseguenza dell'accumulo di detriti, in parte grazie agli sforzi degli abitanti.
Mentre il villaggio si sviluppava e i suoi abitanti iniziavano a civilizzarsi, questi hanno iniziato ad utilizzare come materiale di costruzione, almeno per quanto riguarda il tempio, mattoni di fango al posto delle canne di palude. La prima età della civilizzazione, che possiamo indicare come età dell'argilla, è caratterizzata da terraglie fatte a mano e da mattoni piani da un lato e concavi dall'altro. La forma esatta del tempio di questo periodo non può essere individuata, ma sembra essere in qualche modo collegata con la cremazione dei defunti; resti di queste cremazioni sono stati ritrovati negli strati presargonici. Numerose prove indicano che in questo luogo siano succedute diverse popolazioni, con differenti gradi di civilizzazione. Uno strato è contrassegnato da ceramiche ottimamente decorate, simili a quelle trovate in un corrispondente strato a Susa e molto più simili alle prime ceramiche dell'Egeo rispetto a quelle ritrovate a Babilonia.
Per quanto possiamo giudicare dalle iscrizioni, Nippur non godette né in questo periodo né in alcun periodo successivo di una forte egemonia politica, ma si distinse come città sacra, importante per il possesso del famoso tempio dedicato ad Enlil. Questo tempio era chiamato Ekur (letteralmente "casa della montagna"). Le iscrizioni di Lugalzagesi e di Lugal-kigub-nidudu, rispettivamente re di Uruk e di Ur e di altri antichi governatori pre-semitici, ritrovate su vari reperti come vasi di pietra, mostrano la grande venerazione di cui era soggetto l'antico tempio e l'importanza che era attribuita al suo possesso, che conferiva un'impronta di legittimità.
Alla fine del III millennio a.C. la città fu conquistata ed occupata dagli Accadi e i numerosi oggetti votivi di Alu-usharsid (Urumush o Rimush), di Sargon e di Naram-Sin testimoniano la venerazione verso questo santuario. Il quarto monarca di questa dinastia, Naram-Sin, ricostruì sia il tempio che le mura della città. A questa occupazione accadica seguì un'occupazione da parte dei re sumeri della Terza Dinastia di Ur. Le costruzioni di Ur-Nammu (o Ur-Engur), il più grande costruttore di templi babilonesi, si trovano, infatti, in strati immediatamente sovrapposti a quelli contenenti le costruzioni di Naram-Sin.
Ur-Nammu diede al tempio la sua caratteristica forma finale. Dopo aver parzialmente demolito le costruzioni dei suoi predecessori, eresse un terrazzo di mattoni non cotti, alto circa 12 metri, che ricopriva un'area di circa 32.000 m², vicino al confine nord-occidentale del quale, nell'angolo occidentale, fece costruire una ziggurat. Sulla sommità di questa montagna artificiale era stato eretto, come ad Ur ed Eridu, un piccolo alloggiamento, lo speciale tempio o residenza del dio. L'accesso alla ziggurat dallo spiazzo sottostante avveniva attraverso un piano inclinato situato sul lato sud-orientale. A nord-est della ziggurat vi era la Camera di Bel e ai suoi piedi si levavano varie costruzioni: templi, la camera del tesoro ed edifici simili. L'intera struttura era approssimativamente orientata con gli angoli rivolti verso i punti cardinali.
Ur-Nammu, inoltre, ricostruì le mura della città seguendo, in linea generale, la precedente cinta di mura di Naram-Sin. La ricostruzione delle caratteristiche generali del tempio di questo e dei periodi immediatamente successivi, è stato notevolmente facilitata dalla scoperta di un frammento di tavoletta d'argilla con incisa una mappa di ricostruzione. Questa mappa rappresenta un quartiere della città a est del canale di Shatt-en-Zero, che era racchiuso all'interno di proprie mura, una città nella città, che formavano un quadrato irregolare con i lati lunghi approssimativamente 820 metri, separato dagli altri quartieri della città, da canali sui suoi quattro lati, con vasti moli lungo le pareti.
Il tempio continuò ad essere ampliato e ricostruito dai re delle dinastie di Ur e di Isin, come indicato dai mattoni e dagli oggetti votivi ritrovati. Questo comunque sembra essere stato gravemente danneggiato durante l'invasione degli Elamiti, come indicano i frammenti di vasi rotti e statue di quel periodo, ma allo stesso tempo Nippur ottenne il riconoscimento da parte dei conquistatori elamiti, tanto che Eriaku (il semitico Rim-Sin, il biblico Arioci), il re elamita di Larsa, si nominò “pastore della terra di Nippur”.
Con l'istituzione dell'impero Babilonese, sotto Hammurabi, all'inizio del secondo millennio a.C., il centro di influenza politico e religioso verrà trasferito a Babilonia. Il dio Marduk divenne il signore del pantheon, assorbendo molti attributi di Enlil ed Ekur (il tempio di Enlil a Nippur) venne in gran parte trascurato.
Tuttavia, sotto la successiva dinastia cassita, nella seconda metà del secondo millennio a.C., Ekur fu riportato al vecchio splendore: il tempio fu ampliato e adornato dai re di questa dinastia e centinaia di iscrizioni di questi re sono state scoperte nei relativi archivi.
Dopo la metà del XII secolo a.C. seguì un altro lungo periodo di decadenza, ma con la conquista di Babilonia da parte del re assiro Sargon II, alla fine dell'ottavo secolo a.C., e sotto Assurbanipal (a metà del settimo secolo a.C.), Ekur raggiunse il suo momento di massimo splendore; la ziggurat, in quel periodo, venne restaurata, portandola da 39 a 59 metri di altezza.
Dopo questo periodo Ekur sembra decadere gradualmente, fino a quando, nel periodo seleucide, l'antico tempio venne trasformato in una fortezza. Questo fortezza fu occupata e successivamente ricostruita alla fine del periodo dei Parti, nel 250 d.C. circa, ma dopo la successiva dinastia dei Sasanidi cadde in rovina e il santuario fu trasformato in un luogo di sepoltura; solo un piccolo villaggio di capanne di fango, vicino alla ziggurat, continuò ad essere abitato.
Il sito di Nippur fu oggetto di studio, da parte degli americani, per più di un secolo. Era il 1888 quando l'Università della Pennsylvania organizzò la sua prima spedizione. A dirigere le operazioni fu allora il dott. Robert F. Harper. Lo straordinario ritrovamento di più di 30.000 tavolette d'argilla in cuneiforme (più dell'80% di tutte le opere letterarie sumeriche conosciute sono state trovate a Nippur) spinse la spedizione a lavorare fino al 1900. Oltre alle tavolette furono individuate: la ziqqurat e il tempio di Enlil. Fra le tavolette furono trovate le versioni più antiche, fra quelle conosciute, della storia dell'inondazione, di Gilgamesh e dozzine di altre opere. Fu trovato un gruppo importantissimo di testi in lessico e parecchi documenti scritti in due lingue (Sumerico/Accadico) che permisero agli eruditi del tempo di fare enormi passi per la comprensione del sumerico.
D'enorme importanza sono le iscrizioni ove compaiono le varie dinastie, in particolare quella cassita che regnò dal 1600 al 1225 a.C.
Gran parte delle conoscenze su questa dinastia proviene da Nippr; di un'altra categoria sono i testi che riguardano gli archivi della famiglia dei Murashu: banchieri, mercanti, ecc., che hanno controllato il commercio e l'agricoltura sotto i persiani.
Gli scavi furono interrotti fino al 1948 quando l'Università di Chicago in collaborazione con l'Università della Pennsylvania organizzò un'altra spedizione. Fu ritenuto che, anche se Nippur era letteralmente coperta delle dune di sabbia (questo avrebbe comportato una grande spesa in termini di denaro), le informazioni che si potevano ancora ottenere giustificassero gli enormi sforzi. Uno degli obiettivi era di dare un contesto storico alle tavolette recuperate durante la prima spedizione. Nel 1952 l'università della Pennsylvania si ritira dal progetto.
Per le prime tre stagioni (1948-52) gli scavi si sono concentrati nella zona della ziqqurat e nel colle adiacente (colle delle tavolette). I primi studiosi della Pennsylvania chiamarono questa collina “colle delle tavolette” o “quartiere degli scribi”, perché si pensava che gran parte degli scrivani abitasse in questo luogo. Le più importanti tavolette sono state ritrovate nell'omonimo monte, uno studio sulle annotazioni della spedizione precedente indica che un gran numero di esse è stato ritrovato nell'estremità Sud del monticello ad Ovest. Gli scavi hanno dimostrato che le tavolette, compresi i testi scolastici, dovevano trovarsi ovunque, consideriamo che Nippur aveva più di cento templi e numerosi edifici governativi.
Gli scavi sul colle delle tavolette, nelle trincee TA e TB, ci hanno permesso di avere una stratigrafia completa che va dal periodo accadico a quello achemenide (dal 2300 al 500 a.C.). Durante alcune esplorazioni vicino al colle delle tavolette e lo scavo di alcune trincee, R. C. Haines mise in luce il cosiddetto “tempio del Nord” (non sappiamo a chi fosse dedicato), e il tempio di Inanna, dea dell'amore e della guerra, una delle divinità più importanti del pantheon sumerico. Per 10 anni (dal 1953 al 1962) la spedizione lavorò sul tempio di Inanna mettendo in luce più di 17 strati sovrapposti datati dal periodo Gemdet Nasr (3200 a.C.) al periodo partico. Il tempio fu costruito in mattoni crudi quindi invece di ristrutturarlo si preferiva ricostruirlo sulle proprie rovine. In questa lunga sequenza di templi, in particolare nei primi dieci (3000-2000 a.C.), furono trovate migliaia di manufatti (statue, rilievi, ciotole, sigilli a cilindro, ceramiche, etc.) utilizzati tuttora come elementi di confronto per gli altri luoghi della Mesopotamia.
Nel 1964 l'università di Chicago firma un accordo col governo iracheno per continuare gli scavi a lungo termine. L'epicentro della ricerca è la zona della ziggurat. Questa ricerca richiedeva lo scavo della fortificazione partica, scavata in parte dalla prima spedizione. Dal 1964 al 1967 si continuò lo scavo della fortificazione, ma quando si tentò di rimuoverla per studiarne gli strati più antichi il lavoro fu bloccato perché giudicato d'enorme valore turistico. Il programma di scavo è interrotto fino al 1972.
Nel 1972 diventò direttore McGuire Gibson. Egli istituì un nuovo programma di scavo che era mirato a mettere in luce non solamente la parte religiosa, ma anche i settori governativi e privati della città per una ricostruzione topografica del sito. Gibson studiò i rapporti tra la città, le funzioni religiose e il relativo ambiente circostante. Egli fece riesaminare le mura della città; cercò di colmare le lacune nelle sequenze stratigrafiche dei vari periodi della Mesopotamia, in particolare per quello cassita e accadico, studiando anche i periodi più recenti come quello islamico (raramente si eseguivano scavi sistematici per studiare questi periodi).
La nuova spedizione si impegnò a mettere in relazione dati epigrafici ed archeologici, ma tentò anche di capire i sistemi ecologici e sociali dell'antica Nippur. Per questo, furono importate tecniche e punti di vista teorici della “new archeology” utilizzate per le zone preistoriche. Per realizzare questo progetto, lo studio fu concentrato nella zona Ovest di Nippur, che non veniva studiata dal lontano 1899. In quest'area si innalzava un imponente edificio a pilastri, di età seleucida (312-141 a.C.), accanto al quale fu rinvenuta la collezione di tavolette della famiglia del mercante Murašu, databile intorno al V secolo a.C.
I settori occidentali del tell furono sistematicamente scavati, essi si riconducono in tre aree principali, denominate: WA, WB, WC. La loro prima operazione fu intrapresa nel settore WA (=Ovest, zona A) ovvero nella parte inferiore di un pozzo. Furono trovati i resti di un piccolo tempio databile all'età achemenide, che testimoniano contatti con l'Egitto, per la presenza di una placca alabastrina cui furono incise iscrizioni geroglifiche e un horus che regge ofidi e scorpioni. Lungo il lato ovest del tempio, furono trovati i resti di un edificio sacro, utilizzato dal periodo d'Isin-Larsa (prima metà del II millennio a.C.) fino a quello neo-babilonese (prima metà del I millennio a.C.).
La natura sacra dell'edificio è dimostrata dal materiale epigrafico trovato: la divinità a cui è dedicata resta ignota. Nel settore WB furono scoperti i resti di un edificio cassita, forse adibito a magazzino e a centro di registrazione amministrativa dei beni, per il tipo di testi rinvenuti, datati ai regni al XIII secolo a.C. La planimetria dell'edificio sembra riprodurre (in forma ridotta) il palazzo reale della capitale cassita Dūr Kurigalzū (vicino a Bagdad), con un cortile centrale ove si sviluppano una serie di vani paralleli spesso non comunicanti. Fu in questa zona che l'università della Pennsylvania scoprì una serie di tavolette che dimostrano che lì si trova il centro amministrativo della città (dal periodo accadico, 2500 a.C., al VII secolo a.C.). Sotto la struttura cassita, fu trovata una casa babilonese del 1750 a.C. posseduta da una famiglia di panettieri, che utilizzò la parte anteriore dell'abitazione come ufficio e negozio, mentre lo spazio esterno per la cottura del pane e della carne. Sul pavimento dell'abitazione furono trovati: vasi di vario genere, un forno per il pane, vari attrezzi affilati, ma anche testi in cuneiforme.
Studiando bene l'edificio, gli archeologi, si sono resi conto che fu abbandonato all'improvviso e stando alle tavolette, questo è avvenuto nel 1750 a.C. (l'interruzione dei testi è datata appunto al 1750 a.C.). Questa improvvisa interruzione dei testi(datate nello stesso periodo), fu registrata anche in altre città della babilonia quali: Ur, Larsa e Isin; fu scoperto anche che solo quelle città che si trovano sul ramo occidentale del fiume Eufrate, hanno continuato a produrre testi anche in quel periodo (come Babilonia, Kish, Sippar, Borsippa, Dilbat). È dunque possibile che una catastrofe naturale, dovuta ad un cambiamento del percorso dell'Eufrate, sia la causa di tale interruzione. Un'ulteriore prova dell'abbandono di Nippur fu data dalla dottoressa Elizabeth Stone con gli scavi nella “collina delle tavolette”. L'abbandono di Nippur non cessò fino al 1300 a.C., quando sotto la dinastia cassita fu riportata l'acqua all'interno della città.
Durante la tredicesima stagione di scavo (1975) fu studiato l'angolo a Sud della città: WC. Fu notata un'anomalia grazie alle foto aeree della zona. Queste anomalie coincidevano con l'angolo Sud delle mura della città rappresentate in una mappa topografica impressa su una tavoletta del periodo cassita, trovata dall'università della Pennsylvania. In questa mappa si fa riferimento alle mura, alle porte urbiche, al corso dell'Eufrate e alla zona della ziggurat. Samuel Kramer sostiene che era la mappa dell'intera città e non la sola metà orientale come sostenevano alcuni eruditi. A dare un'ulteriore prova fu l'epigrafista della spedizione la quale notò, che le misure lungo le mura della mappa, avevano un significato solo se era rappresentata l'intera città. L'orientamento corretto della mappa fu dimostrato dagli scavi nelle trincee WC-1 e WC-2 nell'angolo Sud della città, ove furono trovate mura dello spessore di 14 m.
Sovrapponendo l'antica mappa con una attuale, ci si rende conto che ci sono delle imperfezioni; infatti, non coincidono perfettamente, ma ci sono delle imperfezioni negli angoli. Il ritiro delle dune di sabbia, in quegli anni, permise di indagare nella zona ad Est della ziqqurat: EA, EB, EC; ma anche nel colle delle tavolette nella zona TC, TA. Con gli scavi a TC James A. Armstrong dimostrò che ci fu un totale abbandono di Nippur nell'età babilonese e un altro dopo l'occupazione cassita, ma anche che la seconda rinascita di Nippur avvenne intorno all'VIII secolo a.C., raggiungendo il massimo sviluppo con Assurbanipal (fine VII secolo a.C.). Non si può dire con certezza se la città fu totalmente abbandonata, infatti, c'è la possibilità che il tempio di Enlil e la ziqqurat continuarono le loro funzioni con un minimo di personale.
Per quanto riguarda la zona industriale, tranne per il forno della zona WB, non è stata trovata alcuna traccia; in compenso sono state studiate bene le mura (zona WC, EA, EB, EC).
Nel 1989, per avere un quadro completo dei periodi più recenti (islamico, cristiano, ecc.), furono effettuati degli scavi a Ovest di WA. Nell'inverno del 1990, gli scavi nella zona WA misero in luce un tempio di discrete dimensioni: 100 x 40 metri (in realtà i primi scavi furono fatti nel 1972 e interrotti nel '73 a causa delle dune di sabbia). Del tempio rimangono solo le parti inferiori delle pareti, con una stratigrafia che va dal neo-babilonese (600 a.C.) al periodo cassita (XIII secolo a.C.). Durante gli scavi furono ritrovate diverse statuette di cani. Inoltre furono recuperati dei frammenti di statuette di esseri in atteggiamento di dolore: una con la mano sulla gola, mentre l'altra aveva una mano sulla testa e l'altra sullo stomaco.
Il cane era il simbolo speciale di Gula, dea della medicina; si pensò che questo fosse il suo tempio, anche se menzionato raramente nelle tavolette di Nippur. La conferma fu data dal ritrovamento di un piccolo frammento di disco di lapislazzuli con un'iscrizione dedicata a Gula. Un erudito iracheno, Muhammad Alì Mustafà, scavò negli anni cinquanta un piccolo tell di epoca cassita vicino a Dūr Kurigalzū; anche lì trovò statuette simili e su alcune c'erano delle preghiere dedicate a Gula.
Si era pensato nel 1973 che, date le dimensioni, potesse essere il tempio di Ninurta (divinità molto importante), ma dopo i primi risultati degli scavi del 1990 si ritenne più probabile che fosse stata trovata la sezione di Gula del tempio di Ninurta, poiché Gula è la moglie di Ninurta. Effettivamente la situazione di WA può essere inversa di quella trovata a Isin, dove Gula è la divinità principale della città e divide il suo tempio con Ninurta. Ci sono, però, alcuni eruditi, tra cui A. Westenholl, che pensano che il tempio di Ninurta si trovi nel colle ad ovest degli attuali scavi. Nel 1991 gli scavi furono interrotti dalla Guerra del golfo. Sappiamo, però, che nelle sue prime fasi il tempio non era dedicato a Gula, che compare solo intorno al 2000 a.C., ma ad altre divinità della medicina come Bau.
Archeologia
A Telloh, così come a Nippur, gli archivi del tempio non sono stati ritrovati nel tempio propriamente detto, ma in un monticello periferico. A sud-est del quartiere del tempio vi era, infatti, un monticello triangolare, con un'altezza media di circa sette metri e un'area di 52.000 m². In questo luogo sono stati ritrovati numerosissimi frammenti di tavolette d'argilla, datati a metà del terzo millennio a.C. Si tratta in gran parte di tavolette matematiche, registri, archivi e documenti di carattere letterario. Inoltre, quasi proprio di fronte al tempio, è stato dissotterrato un grande palazzo, probabilmente del periodo cassita.
I vari documenti ritrovati, soprattutto del periodo persiano, hanno permesso di gettar luce sulle condizioni della città e la gestione del Paese nel periodo persiano (quinto secolo a.C.) L'intera città di Nippur sembra essere a quel tempo soltanto un appannaggio del tempio. Il tempio, infatti, era un grande latifondista e possedeva sia i poderi che le terre da pascolo. Dai vari documenti ritrovati si è potuto inoltre ricostruire le liste degli stipendi dei funzionari del tempio.
Negli strati superiori di questi monticelli è stata inoltre ritrovata una grande città ebrea, datata circa all'inizio del periodo arabo. Tuttavia, i nomi ebrei che compaiono nei documenti persiani scoperti a Nippur, indicano che l'insediamento degli ebrei in questa città deve essere datato a un periodo anteriore e la scoperta su alcune tavolette del nome del canale Kabari suggerisce che l'insediamento ebreo dell'esilio, sul canale Chebar, a cui partecipò Ezechiele, possa trovarsi da qualche parte vicino a questi luoghi, se non essere addirittura la stessa città di Nippur. Hilprecht effettivamente credeva che il Kabari corrispondesse allo Shatt-en-Zero. Della storia e delle condizioni di Nippur nel periodo arabo sappiamo ben poco dagli scavi, ma da fonti esterne sembra che la città sia stata la sede di una diocesi cristiana nel tardo dodicesimo secolo d.C.
Gli scavi a Nippur sono stati tra i primi a rivelarci la grande antichità della civiltà babilonese e, come già detto, ci restituiscono una perfetta visione dei successivi sviluppi di questa civiltà, grazie ad una occupazione continua che va dal 5000 a.C. fino al Medioevo. Ma nonostante Nippur sia stata quasi completamente esplorata più di ogni altra città babilonese, eccetto Babilonia e Lagash, soltanto una piccola parte delle sue antiche rovine sono state esaminate nel 1909. Gli scavi a Nippur sono infatti particolarmente difficili e costosi a causa dell'inaccessibilità del sito e della pericolosità delle terre circostanti ed ancora di più a causa della massa immensa di residui sotto cui sono sepolte le rovine babilonesi più antiche.
Drehem era un sobborgo di Nippur. Alcuni dei suoi archivi cuneiformi si trovano al museo reale di Ontario, Toronto. Negli archivi di Drehem ci sono testi economici neo-sumerici ed abbastanza tavolette cuneiformi da consentire una descrizione della sua amministrazione. 


ARGENTINA - Cueva de las Manos

  La  Cueva de las Manos  (che in spagnolo significa Caverna delle Mani) è una caverna situata nella provincia argentina di Santa Cruz, 163 ...