
Maroulas è un sito
archeologico sull'isola di Citno. È un insediamento
mesolitico situato a Loutrà e datato tra il 8.800 e il
8.600 a.C. Secondo gli archeologi impegnati nello scavo il sito
fu utilizzato per alcuni secoli dall'inizio del IX secolo a.C.
L'insediamento si attesta come il più antico della area insulare
dell'Egeo.
Il sito nel 1975 era stato classificato
come insediamento preneolitico. Una tesi questa fortemente contestata
fino al primo sopralluogo del sito avvenuto nel 1995. Le
ricerche sugli scavi si sono protratte per tutto il periodo dal 2001
al 2005 a cura dell'Università dell'Egeo e della Soprintendenza
dei Beni Archeologici delle Cicladi. L'attività di scavo ha
portato alla luce strutture architettoniche, sepolture, depositi di
cremazione, utensili in pietra e resti di cibo animale e
vegetale. Tutt'oggi si stanno compiendo notevoli sforzi per
restaurare, proteggere e utilizzare l'insediamento come sito
archeologico.
Maroulas è l'unico
insediamento mesolitico esistente in un'area aperta di cui
sono conservati elementi architettonici. È importante ricordare che
il livello del mare nel periodo mesolitico in quell'area era più
basso di circa 40-60 m. Oggi l'insediamento è vicino al mare e una
parte significativa risulta distrutta. Sembra essere l'unico
insediamento mesolitico dell'Egeo in parte salvato dall'innalzamento
del livello del mare. Ciò è dovuto al fatto che all'epoca non era
situato sulla costa.
Sulla base dei dati di emersi dallo
scavo, gli edifici di Maroulas erano di forma circolare con un
diametro variabile dai 3 a 4 m. La loro pavimentazione era ricoperta
di pietre e alcune di esse si evince siano state riutilizzate più
volte ai fini costruttivi. Le costruzioni in alcune parti del sito
sono più concentrate, come nell'area dell'insediamento centrale, in
altre meno. Di questi manufatti se ne contano da 15 a 31. Il numero
maggiore delle abitazioni, anche se più danneggiate, si trovano sul
lato orientale dell'insediamento, adiacente al mare. Il tipo di
abitazioni circolari rinvenute a Maroulas era abitato da gruppi di
cacciatori-raccoglitori con un grado di stanzialità non ancora
certo, anche se alcuni studi in corso indicherebbero un uso abitativo
di lunga permanenza. Simili tipologie di edifici del periodo
mesolitico non si trovano in nessun'altra area dell'Europa
sudorientale.
A Maroulas si osserva una grande
diversità di costruzioni dei luoghi di sepoltura. La presenza di
ossa lunghe (femori) e di una mascella sotto il pavimento di due
case, come anche la concentrazione di ossa sul pavimento di un'altra
struttura e l'assenza di teschi su alcuni scheletri, portano alla
conclusione che si tratti di sepolture secondarie da riferirsi a
pratiche funerarie della fase natufiana. Mentre il posizionamento
della lastra sepolcrale sopra il defunto, ricorda i corrispondenti
esempi di Ain Mallaha e El Wad. Le 26 sepolture di Maroulas (6
bambini, 19 adulti, 8 uomini, 2 donne) vanno ad aggiungersi a un
insieme, numericamente limitato, di sepolture del periodo mesolitico
dell'area greca. Da allora pratiche di sepoltura simili sono state
osservate solo nelle grotte di Phragthi Argolide e
Theopetra Trikala.
Gli strumenti in pietra di Maroulas
erano realizzati principalmente in quarzo locale e in quantità
minore in ossidiana di Milo e selce. La tipologia degli utensili
consisteva in scaglie di piccola dimensione di quarzo e ossidiana,
dentellature, raschietti, punteruoli e micro lame. La natura di
questi strumenti induce a pensare che i gruppi cercassero di
adattarsi all'utilizzo di materie prime disponibili in zona come il
quarzo. Maroulas mostra somiglianze con altri siti mesolitici
in Grecia, come quello di Fraghti, principalmente in termini di
produzione di scaglie e per la minor presenza di strumenti
microlitici. L'uso dell'ossidiana indica l'attività di navigazione
nell'Egeo finalizzata alla fornitura di materie prime o strumenti già
pronti provenienti dall'isola di Milo.
Resti di suini, lepri, volpi, furetti e
uccelli sono stati rinvenuti nell'area dell'insediamento come pure è
evidente che i gruppi si cibassero anche di pesce, ostriche marine e
molluschi terrestri. I resti di cotture carbonizzate e tracce di ossa
di maiale testimoniano l'utilizzo di specifiche specie di animali nel
contesto delle diete alimentari.
Gli esami sulle ossa dei maiali, al
fine di indagare sulla questione dell'addomesticamento degli animali,
non hanno condotto a risultati significativi, trattandosi di un
campione troppo piccolo. Poiché le popolazioni di maiali non
sembrano essere originarie dell'isola di Citno, è verosimile
che questi animali siano stati portati nell'insediamento dai
residenti di Maroulas per essere utilizzati in attività venatorie.
I resti archeo-botanici sono limitati a
campioni di semi di piante della steppa. Tuttavia, in un
certo senso, il rilevamento di macine indica la presenza di
popolazioni dedite alla coltura di cereali, sebbene tale tesi non sia
stata confermata. Dopo aver analizzato i risultati degli studi sui
resti di maiali e pesci, in base alla stagionalità delle nascite e
al periodo della pesca, è possibile dimostrare che l'insediamento
era utilizzato almeno dalla metà dell'inverno fino alla fine
della primavera.