Linea 1Salvator
RosaNel 2000 durante gli scavi
per la realizzazione dello scalo di Salvator Rosa sono emersi i
ruderi di un ponte romano, in seguito restaurato, facente
probabilmente parte della via Antiniana (in età
romana detta Neapolis-Puteolim per colles) che, partendo
da Pozzuoli, risaliva per la Loggetta e la Canzanella,
superava le colline del Vomero e ridiscendeva giungendo
a piazza Dante.
Nel XVIII secolo le rovine
del ponte furono inglobate in un palazzo e varie parti vennero
riutilizzate per diversi scopi, come nicchie e mangiatoie per
animali.
DanteGli scavi effettuati a piazza
Dante hanno portato alla luce frammenti ceramici databili in un
arco di tempo che va dal XIII al XVI secolo, quando a
Napoli governavano gli Svevi e poi gli Angioini.
Le ceramiche sono quasi tutte di
manifattura locale, e sono presenti anche protomaioliche importate
dalla Puglia e maioliche arcaiche toscane, a testimonianza della
crescita commerciale che ebbe luogo nella città in quell'arco di
tempo.
Sono presenti sia manufatti di uso
quotidiano (utilizzate nei conventi che si trovavano nei pressi) che
vasellame pregiato, ad uso esclusivo di ricchi e aristocratici;
infine, le decorazioni presentano linee e spirali dipinte in rosso,
oppure sono assenti (in questo caso si parla di ceramiche acrome).
Alternativamente i reperti rinvenuti sono anche decorate con il
motivo «spiral ware», molto diffuso nel Mezzogiorno, ovvero con
spirali incrociate in bruno e verde.
Toledo«
I reperti archeologici venuti alla
luce si affiancano alle testimonianze contemporanee, scelte per
avvicendare gli spazi progettati dall'architetto spagnolo.»
Negli scavi della stazione di Toledo
sono emersi numerosi reperti archeologici, attribuibili a diverse
epoche della metropoli partenopea, partendo da quella preistorica,
passando per quella romana sino a giungere a quella
bizantino-aragonese.
Durante gli interventi di scavo è
stata rinvenuta parte delle fortificazioni edilizie aragonesi di
fine XV secolo, in particolare un bastione che, già in epoca
bizantina, era sepolto sotto una coltre di sedimenti.
Oltre alle fortificazioni sono state
portate alla luce mura di scantinati di edifici risalenti al XVI
secolo, attribuibili agli interventi edilizi promossi da Pedro
Álvarez de Toledo y Zúñiga (detto Don Pedro) in
occasione della costruzione di via Toledo; questi ultimi inglobano
strutture inquadrabili nell'epoca romana in blocchi di tufo giallo
napoletano con fasce di laterizi, facenti parte probabilmente di un
edificio termale del II secolo d.C.
Sempre in occasione della costruzione
dello scalo è stato rinvenuto in via Armando Diaz
un paleosuolo caratterizzato da tracce incrociate di
arature associate a frammenti di ceramica del Neolitico; i cocci
sono riferibili inoltre alla facies di Diana.
Municipio«
Lo scavo della metropolitana è stata
un'occasione unica. Il nucleo greco-romano è rimasto più o meno
delle stesse dimensioni per molti secoli, in età angioina, aragonese
e vicereale, come un gioco di scatole cinesi.»
(Daniela Giampaola, l'archeologa
italiana che dirige lo scavo di piazza Municipio.)
Gli scavi della stazione di Municipio
si sono rivelati talmente fruttuosi tanto da essere stati definiti
dagli archeologi dei «pozzi di san Patrizio».; si pensi che
solo in questo scavo sono state rinvenute molte migliaia di frammenti
ceramici.
Il primo ritrovamento all'interno degli
scavi, avvenuti nel 2003, è una barca lunga dieci metri,
risalente al II secolo d.C., portata alla luce capovolta e molto
simile a quella rinvenuta nel 1982 a Ercolano. Grazie
all'imbarcazione è stato possibile definire precisamente l'antico
profilo della costa in loco.
Successivamente, il 6
gennaio 2004 viene portato alla luce il porto romano,
3,5 metri sotto il livello del mare e 13 metri sotto il
piano di calpestio; per anni vi erano tre ipotesi sull'esatta
ubicazione del porto antico, che secondo diverse teorie venne
collocato a piazza Bovio, presso il castel dell'Ovo o a piazza
Municipio. Oltre al porto romano, sono stati portati alla luce suole
in cuoio di calzari romani, monete, sigillate corinzie
con decorazioni di scene bacchiche, balsamari, una notevole
quantità di ceramica ben conservata (ovvero anfore, pentole di
terracotta, coppe di produzione africana che si erano frantumate
cadendo nell'acqua), bottiglie di vetro tappate chiuse
con tappi di sughero. Ancora, anelli per unire il
sartiame con le vele, aghi per ricucire le reti, arpioni lignei per
la pesca, ancore in pietra romane a due fori e lucerne.
Il 15 gennaio 2004 viene
trovata una seconda imbarcazione romana, uguale alla prima, il che ha
fatto supporre agli archeologi che gli antichi romani fossero dotati
di una flotta di navi che avrebbero fatto la spola tra i moli del
porticciolo di Neapolis e il naviglio da trasporto pesante.
A fine mese, invece, emerge negli scavi
un'ulteriore barca, larga 3,60 metri e lunga 13,5; il natante risale
a un periodo compreso tra il I e II secolo d.C. La
barca fu citata dall'ex vicesindaco Rocco Papa, che
affermò:
«
Ci troviamo di fronte a una scoperta
di tipo eccezionale, perché si tratta della conferma che il porto
era un porto importante e molto attivo e che la sua localizzazione
precisa è in quella zona della città. Poi c'è da dire che rispetto
alle prime due imbarcazioni questa che sta emergendo, oltre a essere
la più grande, è quella conservata meglio.»
Un quarto natante viene rinvenuto
durante gli scavi; quest'ultimo, da come riferisce Daniela Giampaola,
«presenta una chiglia molto larga, con bordi poco alti e la prua
piatta in modo da favorire l'attracco al molo e il carico e scarico
merci». Vengono reperiti anche uno scheletro bovino, probabilmente
scarnificato dopo la macellazione, e le mura della seconda torre
del castel Nuovo, di forma rettangolare.
Nel 2012 viene invece portato
alla luce uno scheletro umano di epoca medievale, a una profondità
di otto metri, in una tomba a fossa scavata nel terreno. Il
reperimento, avvenuto all'incrocio con via Medina, costituisce
secondo gli archeologi una «scoperta importante».
UniversitàI lavori per la costruzione della
stazione Università sono durati dieci anni a causa del ritrovamento
di numerosi reperti archeologici di significativa importanza.
Sono stati portati alla luce i resti
della fortificazione bizantina, costruita con elementi
architettonici provenienti da un monumento di età imperiale. Alle
rimanenze della fortificazione bizantina sono state attribuite due
principali fasi di vita: la più antica è inerente a una muraglia di
tufo e malta inquadrabile nel VI secolo d.C., alla quale è
stata addossata una torre eretta durante il VII secolo d.C.
La torre, costruita molto
accuratamente, è stata prodotta con molti elementi di riutilizzo,
tra i quali vi sono alcuni elementi architettonici attribuibili ad un
monumento pubblico di piena età imperiale.
Tra i
vari ritrovamenti archeologi comunque spiccano un capitello corinzio,
una semicolonna, un blocco angolare decorato su un lato con la prua
di un'imbarcazione e sull'altro con un trofeo di armi e soprattutto
due lastre del II secolo d.C. rappresentanti scene di sacrificio alla
presenza dell'imperatore e un gruppo di legionari e togati.
DuomoDurante gli scavi della stazione di
Duomo, sita a piazza Nicola Amore, sono emersi numerosi reperti
archeologici che, per numero, sono secondi solo a quelli ritrovati
nei cantieri della poco distante stazione di Municipio.
I primi ritrovamenti, avvenuti alla
fine del 2003, sono costituiti dai resti di un imponente edificio
pubblico, edificato in età augustea in occasione dei giochi
Isolimpici, e da una fontana marmorea del XII secolo, con
graffiti raffiguranti barche dirette verso un castello.
Il 15 gennaio 2004 nei cantieri dello
scalo è emerso un tratto di pavimento che i tecnici ritengono sia
quello dell'ingresso dell'antico Gymnasium (un tempio utilizzato dai
giovani sia come palestra sia come luogo dove ascoltare filosofi e
poeti).
Successivamente vengono invece portati
alla luce lo scheletro di un bambino, che ha fatto supporre agli
archeologi la presenza di un'eventuale necropoli, ed una testa
che ritrae un esponente di spicco della gens Giulio-Claudia,
probabilmente Nerone Cesare, figlio del condottiere romano Gaio
Giulio Cesare Claudiano Germanico.
Durante il marzo del 2004 emergono
numerosi altri elementi architettonici facenti parte del Gymnasium:
colonne, frammenti del frontone, parti del pavimento a mosaico,
la struttura muraria di una scalinata (dalla quale sono stati tolti i
gradini) e parte delle balaustre in marmo laterali.
Nei mesi successivi vengono portate
alla luce altre parti del tempio: colonne di marmo, decorazioni
del VI secolo d.C e svariati capitelli.
Nel luglio 2004 viene individuato un
podio di un edificio religioso in opera laterizia completamente
circondato da un corridoio, pavimentato a mosaico a grandi tessere
variopinte, delimitato da una bassa balaustra ricoperta di marmi
pregiati; la pavimentazione pare essere stata restaurata inoltre in
età augustea.
Nel frattempo vengono reperiti
ulteriori elementi dell'antico Gymnasium: una serie di lastre
marmoree, che portano impressi, in greco, i nomi dei vincitori
delle Isolimpiadi, divise per categorie (uomini, donne,
fanciulle, ragazzi) e discipline (pancrazio, lotta, pugilato, corsa
armata).
Così commentò riferendosi al
Gymnasium il soprintendente Stefano De Caro:
«Il portico era usato come luogo
d'incontro ma anche, e soprattutto, come punto d'osservazione delle
gare. Visto che il muro chiude la struttura sul lato mare e che le
colonne si affacciano sul versante opposto, è ipotizzabile che più
in fondo, tra il portico e il tempio, corresse una pista rettilinea
per l'atletica. Una pista che corrisponderebbe in tutto o in parte
all'attuale corso Umberto.»
In seguito vennero rinvenuti i resti di
un edificio del V secolo a.C. che ha fatto parte di un
santuario e ulteriori parti di colonne.
GaribaldiDurante gli scavi per la realizzazione
dei pozzi di ventilazione della stazione di Garibaldi, sono
stati rinvenuti, oltre a resti di fondazione precedenti
al Risanamento (ovvero il grande intervento urbanistico
avvenuto a fine Ottocento che mutò radicalmente il volto della
maggior parte dei quartieri storici della città), anche delle mura
di epoca romana.
Rinvenute in via Nolana, quattro metri
sotto l'attuale piano di calpestio, le mura si sono rivelate utili
per tracciare più precisamente il perimetro sudorientale dell'antica
Neapolis, un'area notoriamente deputata ad attività sportive o di
svago.
Oltre alle mura, sono state estratte
anche diverse ossa di animali e una grossa anfora quasi integra.
Linea 6Nei
cantieri delle stazioni della tratta orientale della linea 6, in
quanto ubicati in una zona ad elevato valore archeologico, sono stati
portati alla luce molti reperti, i più importanti dei quali hanno
potuto dimostrare che Partenope è stata fondata almeno 100 anni
prima rispetto alla data fino ad allora conosciuta, ovvero nell'VIII
secolo a.C., cambiando del tutto la cronologia della città.
Sono presenti molti reperti anche
perché nel XIX secolo il quartiere di Chiaia subì
un significativo ampliamento delle terre emerse a causa dell'accumulo
di sedimenti.
Oltre
a vari manufatti medievali e romani insabbiati, durante gli scavi
sono stati portati alla luce gli antichi banchine e moli del XVI
secolo, uno scheletro risalente alla stessa epoca, delle strutture da
diporto, le fondazioni di un fabbricato cinquecentesco e
alcune orme di cavallo.
Gli scavi per la realizzazione della
linea 6, comunque, si sono rivelati utili anche per tracciare con
precisione l'antica linea di costa del quartiere di Chiaia tra
il Cinquecento e il Seicento.