La
statua di Traiano da Minturno, in marmo grechetto, è
opera della fine del I secolo d.C. Fu trovata nei pressi del
fiume Liri-Garigliano a Minturno,
l'antica Minturnae nella Regio I Latium et
Campania. Appartiene alle collezioni del Museo archeologico
nazionale di Napoli.
La statua rappresenta Traiano in
un momento di vita militare, ossia mentre alza la mano destra per
parlare ai suoi soldati, ma nello stesso tempo ricorda la sua
attività di legislatore, evocata dal papiro che stringe con la mano
sinistra.
La statua ha un'importanza particolare
perché, nel XX secolo, è stata ripetutamente scelta come modello
per ricavarne repliche, poste in varie città italiane ed
estere.
La statua va
inquadrata nel contesto dei ritratti di Traiano, che presentano
l'imperatore in modo semplice e obiettivo, coi tratti fermi e pacati,
dai quali emergono comunque la suprema autorità e la dignità del
comando. Gli attributi prettamente militari (in questo caso la
corazza) sono presenti, ma non sono preponderanti, perché affiancati
ad elementi che richiamano l'attività di governo (in questo caso
quella di legislatore). Le sculture che raffigurano Traiano sono
contraddistinte inoltre da un certo realismo tipico della tradizione
romana augustea e dall'abbandono delle tendenze
ellenistiche del periodo di Domiziano.
In quest'opera, l'imperatore è vestito
di lorica, la corazza militare decorata a rilievo con scene
mitologiche e simboli epici o divini. In questo caso si tratta
di lorica musculata, cioè del tipo che riproduce la muscolatura
del tronco. La figura presenta la classica disposizione
della ponderatio, con appoggio sulla gamba sinistra e con la
destra arretrata.
L'imperatore
reca una clamide avvolta sul braccio sinistro, mentre
quello destro è alzato nella posa dell'adlocutio, ossia mentre parla
ai suoi soldati. La mano sinistra stringe un papiro, per
richiamare l'attività di legislatore di Traiano, per la quale è
particolarmente ricordato. Il parazonio pende a tracolla e
la tunica è corta.
La corazza è a due ordini, con squame istoriate. Sul petto è
rappresentata Minerva attorniata da due figure
danzanti. Queste hanno l'iconografia della Nike e
brandiscono gli scudi compiendo una danza sacra per onorare la dea.
L'identificazione con Minerva è data dalla presenza di una civetta.
Sono presenti però anche altre immagini, non solitamente accostate
alla Dea, ma che richiamano divinità in qualche modo collegate ad
essa: un serpente, attributo tipico della Dea Madre, e una testa
di lupa, che rimanda alla Dea Roma ed è posta sul capo di
Minerva, secondo l'usanza dei velites, ossia dei soldati romani
armati alla leggera del periodo repubblicano.
Nella parte più alta della corazza è
presente un gorgoneion, elemento non raro in corazze dello
stesso tipo, ma che qui è da collegare alla rappresentazione di
Minerva, che sull'egida aveva proprio la testa della Gorgone.
La statua presenta diversi elementi ricostruiti nel restauro,
prendendo come modello altri ritratti scultorei di Traiano. Le parti
integrate sono: la testa da sotto al naso fino alla parte superiore
del capo (comprendendo naso, occhi, fronte e orecchie), il braccio
destro, la mano sinistra, la parte sinistra della corazza,
l'impugnatura del parazonio, il lembo del manto cadente a sinistra
dal ginocchio in giù, oltre a numerosi tasselli qua e là.
Nonostante
l'esistenza di altre statue che rappresentano Traiano, come quella
agli Uffizi, proprio questa è stata scelta come modello per
ricavare varie repliche, spesso in bronzo, da collocare in contesti
in cui fu ritenuto necessario ricordare l'opera di colui che gli
stessi contemporanei chiamavano l'ottimo imperatore. Le copie sono
collocate in varie città italiane ed estere; si segnalano le
seguenti (elencate in ordine cronologico di realizzazione).
Un calco in
gesso è presente a Roma, all'interno del Museo della
civiltà romana, nella sala XII, dedicata appunto a Traiano e
Adriano.
L'opera risale almeno al 1937, quando il museo attuale non esisteva
ancora e molte opere che esso ora conserva, tra cui il calco della
statua di Traiano da Minturno, erano esposte alla "Mostra
Augustea della Romanità". In questa mostra erano
presenti sia copie appositamente realizzate, sia quelle provenienti
dal "Museo della Romanità", inaugurato nel 1927 per opera
dell'archeologo Giulio Giglioli; la copia in questione potrebbe
quindi risalire anche al 1927, ma le fonti disponibili non precisano
né l'epoca di realizzazione del calco, né la data di ritrovamento
dell'originale.
A loro volta, le opere raccolte nel
Museo della Romanità erano state in parte realizzate nel 1911, per
la mostra archeologica allestita alle Terme di Diocleziano,
parte dell'esposizione nazionale per il cinquantenario
dell'Unità d'Italia; il curatore era Rodolfo Lanciani. La
mostra alle Terme di Diocleziano costituì quindi il primo nucleo
dell'attuale Museo della civiltà romana. Il calco ora esposto al
Museo della civiltà romana potrebbe di conseguenza risalire anche al
1911.
A Roma, nel
1933, fu collocata una replica bronzea della statua lungo via
dei Fori Imperiali, di fronte all'area dei Mercati
traianei (costruiti tra il 100 e il 110 d.C.) e del Foro di
Traiano (107-112). Nel ventennio fascista, la via era
detta "via dell'Impero".
Nello stesso
anno, oltre che quella di Traiano, in via dei Fori Imperiali furono
collocate anche le statue di Cesare, di Augusto e
di Nerva, ciascuna in corrispondenza del foro rispettivo. L'idea
della collocazione delle statue, con intento sia decorativo, sia
didattico, fu dell'architetto Armando Brasini, che a proposito
di questa scelta aveva dichiarato: …Le statue dei maggiori
imperatori romani, oltre a costituire un motivo altamente decorativo,
ricorderebbero al popolo, che non sempre visita i musei, … i nomi e
le effigi dei creatori di quella potenza di Roma, che nei secoli
continuerà nel mondo.
Sul basamento della statua è presente
la seguente iscrizione:
«
SPQR
IMP CAESARI NERVAE
F
TRAIANO
OPTIMO PRINCIPI»
Ad Ancona, nel 1934, fu collocata una replica bronzea della
statua in via XXIX Settembre, strada che si affaccia sulle banchine
del porto, in epoca antica ampliato proprio da
Traiano.[14] La statua era stata donata dal governo ed
inaugurata solennemente domenica 16 settembre 1934, in un nuovo
spazio urbano, denominato "Largo Traiano", originatosi
dalla demolizione di alcuni edifici situati sul fronte del porto.
Nella città c'era stato un dibattito a
proposito del luogo in cui porre la statua: un'associazione cittadina
di artisti aveva sostenuto che sarebbe stato più opportuno
collocarla nella zona prossima all'arco di Traiano, che si erge
proprio sul molo fatto costruire dall'Imperatore, ma alla fine
prevalse la scelta di un sito più centrale. Questo dibattito
sull'opportunità di collocare la copia della statua nei pressi
dell'arco romano oppure in una zona più neutra dal punto di vista
storico è analogo a quello che si visse anche a Benevento, descritto
nel seguente paragrafo; analoga fu anche la decisione adottata
nelle due città.
Il legame tra Traiano ed Ancona è dato da tre circostanze: anzitutto
dal fatto che l'ottimo imperatore decise l'ampliamento del porto
(100), al fine di renderlo accessum Italiae, ossia "ingresso
d'Italia" per chi vi giungeva dall'oriente, poi dalla
presenza nel porto della città di un arco in onore di
Traiano eretto per decisione del Senato romano (contemporaneo
all'intervento sul porto), e infine dal fatto che, nel 105,
l'imperatore scelse Ancona come porto di imbarco dell'esercito in
occasione della Seconda guerra dacica; la scena è rappresentata
sulla Colonna Traiana (scena 58 di Cichorius).
Sul basamento della statua è presente
la seguente iscrizione:
«
IMP CAESARI NERVAE F
TRAIANO
OPTIMO
PRINCIPI»
A Benevento, su sollecito dell'amministrazione cittadina, fu
donata dal governo nel 1934 una replica bronzea della statua. Il
fatto va inserito nella volontà dell'amministrazione di dare una
nuova sistemazione all'area circostante l'Arco di Traiano,
nell'intento di renderla più monumentale. Nel 1935 vennero infatti
presentati due progetti in cui si prevedeva la costruzione, di fronte
all'Arco, di una cortina muraria con un varco di accesso alla città,
in asse con il fornice; ai due lati di quest'ingresso sarebbero
dovute essere collocate la statua di Traiano arrivata l'anno
precedente ed una di Benito Mussolini (mai realizzata).
Questa
soluzione fu bocciata dal dicastero allora competente, ovvero
il Ministero dell'educazione nazionale, ritenendo gravemente
pregiudizievole all'augusta e sacra maestà dell'Arco Traiano lo
sviluppo di un qualsiasi partito architettonico di un portico o di un
colonnato all'intorno. Il progetto venne così modificato: al posto
del muro fu prevista una semplice esedra a tre gradini delimitata da
un parapetto lungo il quale realizzare un lungo sedile continuo. Nel
1936 iniziarono i lavori, durante i quali vennero alla luce le due
statue di Traiano e Plotina ora conservate nel Museo del Sannio.
Al termine dei lavori, la statua di Traiano non venne posta nelle
vicinanze dell'arco, come prevedevano i primi progetti, ma nella zona
centrale della città, nel giardino della Rocca dei Rettori.
La volontà del comune di Benevento di
accogliere una statua di Traiano fu dettata da due motivi:
innanzitutto perché l'imperatore ordinò l'apertura di una strada di
collegamento tra Benevento e Brindisi che
sostituì, in quanto più breve ed agevole, un tratto della via
Appia Antica; la variante fu realizzata tra il 108 e il 110 ed ebbe
il nome di via Traiana o anche via Appia Traiana; inoltre
perché a Benevento sorge il noto arco dedicato a
Traiano (costruito nel 114-117).
Sul basamento della statua è presente
la seguente iscrizione:
«
SPQB
IMP CAESARI NERVAE
F
TRAIANO
OPTIMO PRINCIPI»
Una replica bronzea, realizzata dalla Fonderia artistica
Chiurazzi, è collocata nei pressi di Tower Hill a Londra,
all'esterno di un tratto della cinta di mura romane. La
statua ha una storia molto particolare: fu infatti scoperta in un
deposito di rottami dal reverendo Philip "Tubby" Clayton,
rettore dal 1922 al 1962 della vicina parrocchia "All
Hallows-by-the-Tower" (a volte detta anche "All Hallows
Barking"), e installata nei pressi delle mura romane della città
nel 1980, come suo lascito, come risulta dalla targa apposta sul
monumento:
«
STATUE
BELIEVED TO BE OF THE ROMAN EMPEROR TRAJAN
A.D. 98–117
IMPERATOR
CAESAR NERVA TRAJANUS AUGUSTUS
PRESENTED BY THE TOWER HILL
IMPROVEMENT TRUST AT THE
REQUEST OF THE REVEREND P. B. CLAYTON,
CH, MC, DD,
FOUNDER PADRE OF TOC H.»