Twyfelfontein (in tedesco Zweifelbrunnen)
è una valle della Namibia, situata nel Damaraland, circa
90 km a ovest di Khorixas. È nota per gli oltre
2000 dipinti rupestri e graffiti dell'età della
pietra presenti sulle rocce di arenaria; il sito è stato
dichiarato monumento nazionale nel 1952. Si ritiene che questi
disegni siano stati fatti dagli antenati dei moderni San (Boscimani).
La datazione è incerta, ma si pensa che i disegni più antichi
possano avere più di mille anni. Rappresentano soprattutto scene
di caccia a diversi animali
(elefanti, leone, rinoceronti, giraffe, otarie e
altri), molti dei quali sono rappresentati insieme alle loro
impronte. Il paleontologo francese Henri Breuil ha
definito questi disegni "paesaggi dell'anima".
I Damara che abitavano nella
regione la chiamavano Uri-Ais, "sorgente saltellante".
I primi coloni bianchi che provarono a insediarsi qui nel 1947 non
trovarono la sorgente, e ribattezzarono il luogo Twyfelfontein,
che significa "sorgente incerta".
La
valle di Twyfelfontein è stata abitata, a partire da circa 6 000
anni fa, da gruppi di cacciatori-raccoglitori dell'età
della pietra facenti parte della cultura di Wilton, i quali
furono artefici di numerosi dipinti e incisioni rupestri. Tra i 2500
e i 2000 anni fa giunsero nella valle i Khoikhoi, un gruppo
etnico correlato a quello dei Boscimani. Anche i Khoikhoi furono
autori di incisioni rupestri che tuttavia si distinguono nettamente
dalle opere precedenti.
La zona
rimase ignorata dagli europei fino al periodo della seconda
guerra mondiale quando, spinti da una grave siccità, vi si
trasferirono alcuni agricoltori Boeri, popolazione di origini
olandesi e di lingua afrikaans. Il territorio agricolo fu
successivamente destinato negli anni settanta, durante il
periodo dell'apartheid, a far parte del bantustan del Damaraland.
I coloni bianchi lasciarono la valle a partire dal 1965.
Nel 1921 il topografo Reinhard Maack, lo scopritore del dipinto
rupestre della Dama bianca nella zona del massiccio
Brandberg, riportò la presenza di arte rupestre nella valle. Una
ricerca più approfondita fu condotta solo dopo che David Levin
studiò la possibilità di coltivare i luoghi nel 1947, riscoprendo
la sorgendo ma incontrando numerose difficoltà per ottenere acqua
sufficiente per la sua famiglia e le sue mandrie.
L'incertezza della
sorgente divenne una preoccupazione costante dell'agricoltore, tanto
che per scherzo un amico di lingua afrikaans lo soprannominò David
Twyfelfontein (David sorgente incerta). Quando nel 1958 David
Levin comprò la terra e registrò la sua fattoria le diede il nome
di Twyfelfontein.
Nel 1950 iniziò l'indagine scientifica sull'arte rupestre con una
ricerca di Ernst Rudolph Scherz che descrisse oltre 2500 incisioni su
roccia su 212 lastre di arenaria. Al 2007 si stimava che
il sito contenesse più di 500 singole opere.
Twyfelfontein si trova nella valle dello Huab, nella regione montuosa
del Monte Etjo, nella Regione del Kunene meridionale della
Namibia, zona già conosciuta come Damaraland. Le rocce che
contengono i graffiti si trovano in una valle affiancata dalle
pendici di un altopiano di arenaria. Una falda
acquifera sotterranea su uno strato impermeabile di roccia
sedimentaria (shale) alimenta una sorgente in quest'area altrimenti
molto arida. Il nome Twyfelfontein è attribuito sia
alla sorgente che alla valle che a tutta l'area circostante, divenuta
un'attrazione turistica, di cui fa parte anche la Foresta
pietrificata di Khorixas.
L'area
è una zona transitoria tra il semideserto, la savana e la
macchia e riceve meno di 150 mm di precipitazioni annuali. Le
temperature diurne variano da 10 a 28 °C nel mese invernale di
luglio e da 21 a 35 °C nel mese estivo di novembre.
Twyfelfontein si trova 20 km a sud
della strada principale C39 che collega Sesfontein a Khorixas.
L'area dei dipinti rupestri è
costituita da quattordici siti più piccoli che Ernst-Rudolf Scherz
ha descritto nella sua prima ricognizione. Questa suddivisione è
ancora utilizzata per descrivere la posizione delle opere in
Twyfelfontein.
Le arenarie di Twyfelfontein sono ricoperte dalla
cosiddetta "vernice del deserto" o "patina del
deserto", una dura patina di colore marrone o grigio
scuro. Le incisioni sono state eseguite scavando attraverso questa
patina, esponendo la roccia sottostante più chiara. Le incisioni
sono state create nel corso di migliaia di anni, e quelle più
antiche potrebbero avere un'età di 10.000 anni. La creazione di
nuove opere probabilmente cessò con l'arrivo di tribù di pastori
attorno all'anno 1000 dC.
Nel sito si possono distinguere tre
diversi tipi di incisioni:
- immagini iconografiche (immagini
di animali, esseri umani e creature fantastiche)
- pittogrammi (arte rupestre
geometrica come segni circolari e file di punti)
- scanalature per o derivanti da usi
quotidiani (grondaie, scacchiere, gong)
Inoltre a Twyfelfontein si trovano dipinti rupestri in 13 posizioni
diverse, con raffigurazioni di esseri umani in ocra rossa in
sei ripari rocciosi. La compresenza di incisioni e dipinti rupestri
nello stesso sito è un evento relativamente raro e offre molti
spunti alla comprensione delle interrelazioni tra le due forme
d'arte.

I cacciatori-raccoglitori preistorici furono gli artefici
dei dipinti e della maggior parte delle incisioni. Le incisioni
rappresentano animali quali rinoceronti, elefanti, struzzi e giraffe,
nonché raffigurazioni di impronte umane e di animali. Alcune delle
figure, in particolare l'uomo-leone (Löwenplatte, sito 10) - un
leone con una coda estremamente lunga e inclinata ad angolo retto
terminante con una impronta a sei dita - rappresentano la
trasformazione degli esseri umani in animali. Questa
trasformazione e la rappresentazione degli animali insieme alle loro
orme rendono probabile che essi siano stati creati come parte di
riti sciamanici, mentre l'idea che queste figure
rappresentino un tentativo dei loro autori di procacciarsi il cibo è
ormai ritenuta semplicistica.
La restante parte delle incisioni, di forma geometrica e
probabilmente raffigurante gruppi di pastori, è stata prodotta
dai Khoikhoi, una popolazione dedita alla pastorizia arrivata
nella valle tra i 2500 e 2000 anni or sono. Essi furono gli autori
delle incisioni di carattere più pratico, come tavole da gioco e
pietre per macinare; alcune rocce presentano segni di utilizzo come
percussioni e colpendole emettono suoni musicali.
Il nome archeologico del sito è Twyfelfontein 534 ed è suddiviso in
15 siti minori, come descritto da Scherz nel 1975. Tra gli oggetti
rinvenuti vi sono una varietà di utensili in pietra fatti
principalmente di quarzite. Il tipo e la forma di questi
strumenti indicano non solo l'utilizzo su roccia ma anche la
prevalenza della lavorazione del legno e del cuoio. Oggetti artistici
come ciondoli e perline di frammenti di gusci d'uovo di struzzo sono
stati trovati in vari punti. Tra gli oggetti di uso quotidiano
sono stati trovati frammenti di carbone, di ossa, oltre che di
ceramica non decorata, anche se la ceramica potrebbe essere opera
dei primi coltivatori piuttosto che dalla cultura dell'età della
pietra che produsse l'arte rupestre. Il valore archeologico del
sito non è comunque comparabile con la sua importanza come
collezione di arte rupestre. I risultati degli studi archeologici
sostengono l'origine sciamanica delle incisioni perché i resti di
cibo provenienti dal sito si sono rivelati ossa di piccole
antilopi, procavie e persino di lucertole piuttosto che
delle grandi specie raffigurate.