Le
terme
Erculee furono le più grandi terme della città
romana di Mediolanum (la moderna Milano). Vennero
erette tra la fine del III secolo e l'inizio del IV
secolo dall'imperatore Massimiano, il cui appellativo
specifico era "Erculeo", da cui le terme prendono il nome,
nell'epoca in cui Mediolanum fu capitale dell'Impero
romano d'Occidente (ruolo che ricoprì dal 286 d.C. al 402
d.C.). Le terme Erculee vennero realizzate nella parte nord
orientale di Mediolanum, nei pressi di Porta Orientale
romana, nell'area conosciuta come "ampliamento massimianeo",
ovvero nei nuovi quartieri che furono realizzati dall'imperatore
Massimiano con lo scopo di ingrandire la città. Le terme Erculee
sono quindi uno degli esempi più tipici di terme romane imperiali.
Le terme andarono poi completamente distrutte durante le invasioni
barbariche del V secolo oppure per opera
dell'imperatore Federico Barbarossa durante l'assedio di
Milano del 1162, che comportò la distruzione della città.

Scavi effettuati nel XX
secolo fecero scoprire l'esatta ubicazione delle terme Erculee,
che erano situate vicino alla moderna piazza San Babila, tra gli
attuali corso Vittorio Emanuele e corso Europa. Le terme
Erculee misuravano 127 metri di lunghezza e 112 di larghezza (con una
superficie complessiva di 14 500 m²), e possedevano muri
spessi fino a un metro e mezzo. Sembra che le acque con cui si
alimentavano provenissero dal corso dell'Acqualunga (roggia che
proveniva da nord-est) oppure dal fiume Seveso. Sappiamo che la
loro struttura complessiva assomigliava molto a quella delle Terme
Imperiali di Treviri.
Delle terme Erculee rimangono alcuni
resti, portati alla luce soprattutto grazie agli scavi effettuati per
la costruzione di un parcheggio sotterraneo in largo Corsia dei
Servi. Molti reperti un tempo appartenenti alle terme Erculee sono
conservati presso il Civico museo archeologico di Milano. Presso
la chiesa di San Vito in Pasquirolo sono stati ritrovate
porzioni di mosaici un tempo appartenenti ai suoi
pavimenti; nei suoi giardini è anche conservato un tratto di muro
appartenente all'antica struttura romana.
Quando Diocleziano decise di dividere l'Impero romano in
due, scelse per sé l'Impero romano d'Oriente, con
capitale Nicomedia, mentre il suo "collega" Massimiano si
mise a capo dell'Impero romano d'Occidente scegliendo come
residenza e capitale Mediolanum, la moderna Milano (286
d.C.). In questa occasione il nome della città fu cambiato
in Aurelia Augusta Mediolanum.
Mediolanum rimase capitale
dell'Impero romano d'Occidente fino al 402 d.C., quando la corte
imperiale fu trasferita a Ravenna, in quanto considerata più
difendibile e meglio collegata a Costantinopoli. L'imperatore
prese questa decisione dopo l'assedio di Milano del 402, che fu opera
di Alarico, re dei Visigoti.
L'imperatore Massimiano abbellì Mediolanum con vari
monumenti, tra cui il palazzo imperiale romano di Milano,
il circo romano di Milano e le terme Erculee, che presero
il nome da "Erculeo", appellativo specifico di
Massimiano.
Le terme Erculee vennero realizzate nella parte nord orientale
di Mediolanum, nei pressi di Porta Orientale romana,
nell'area conosciuta come "ampliamento massiminianeo",
ovvero nei nuovi quartieri che furono realizzati dall'imperatore
Massiminiamo con lo scopo di ingrandire la città. Le terme
Erculee, che sono quindi uno degli esempi più tipici di terme romane
imperiali, avevano un aspetto così monumentale da ricordare le
terme presenti a Roma, nonostante queste ultime erano di dimensioni
maggiori. L'imperatore Massimiano voleva infatti delle terme
adeguate al palazzo imperiale romano di Milano, da poco edificato.
L'"ampliamento massimianeo" di Mediolanum è
ricordato da Ausonio, poeta dell'epoca dell'imperatore Graziano,
che cita le terme Erculee e il nuovo quartiere massiminianeo
come regio Herculei celebris sub honore lavacri (it. "il
quartiere che ha come ornamento le famose terme Erculee").
In particolare, le terme Erculee furono erette tra la fine del III
secolo e l'inizio del IV secolo con marmi pregiati
provenienti dalla Grecia (quelli di colore verde),
dall'Egitto (quelli rossi) e dalla Tunisia (quelli
gialli) con l'obiettivo di farne un edificio sontuoso.

Le terme Erculee, durante le invasioni barbariche, furono
irreparabilmente colpite da un incendio, per poi essere abbandonate
nel V secolo e venire gradualmente ridotte a ruderi nei
secoli successivi. I suoi dintorni iniziarono a essere utilizzati
come pascoli, da cui il nome del moderno quartiere del Pasquirolo.
A partire dal loro abbandono le terme Erculee iniziarono a subire la
sorte degli altri edifici romani di Milano cominciando a essere
oggetto della rimozione dei materiali più pregiati e, più in
generale, del materiale edile con cui erano realizzate. Le terme
andarono poi completamente distrutte durante le invasioni
barbariche del V secolo oppure per opera
dell'imperatore Federico Barbarossa durante l'assedio di
Milano del 1162, che comportò la distruzione della città.
Nel corso dei secoli delle terme Erculee se ne perse il ricordo,
anche a causa dei nuovi edifici che sorsero sopra esse non seguendo
il loro antico profilo (ad esempio, sopra il frigidarium, sorse
la chiesa di San Vito in Pasquirolo), tant'è che nel XVIII e
nel XIX secolo si pensava che fossero situate nei pressi
della basilica palatina (la moderna Basilica di San
Lorenzo) e che le Colonne di San Lorenzo appartenessero un
tempo alle terme (poi è stato scoperto che queste ultime facevano
parte di un vicino tempio pagano del II o del III
secolo). Scavi effettuati nel XX secolo fecero scoprire
l'esatta ubicazione delle terme Erculee, che erano situate vicino
alla moderna piazza San Babila, tra gli attuali corso
Vittorio Emanuele e corso Europa.

Le terme Erculee misuravano 127 metri di lunghezza e 112 di
larghezza (con una superficie complessiva di
14 500 m²)), e possedevano muri spessi fino a un metro
e mezzo. Sembra che le acque con cui si alimentavano provenissero dal
corso dell'Acqualunga (roggia che proveniva da
nord-est) oppure dal fiume Seveso. A Mediolanum non
occorrevano infatti acquedotti, visto che l'acqua era abbondante
e facilmente raggiungibile: essa affiorava dal suolo dalle risorgive
e scorreva vicina nei fiumi e nei torrenti, e ciò rispondeva
pienamente alle esigenze della vita quotidiana della città.
Come tutte le terme romane, anche le terme Erculee avevano
un'importante funzione igienico sanitaria finalizzata alla
salvaguardia della salute della popolazione ed erano il luogo più
importante per il ritrovo e l'incontro dei cittadini, situazione
comune in tutte le città romane che possedevano questo
tipo di struttura. I locali situati internamente alle terme
Erculee avevano i pavimenti in marmo mentre le stanze poste
esternamente, perlomeno quelle che si trovavano a est, possedevano
pavimenti decorati con mosaici aventi motivi geometrici
e figurativi. Le terme Erculee erano anche impreziosite da
statue, con il suo percorso per i cittadini che si sviluppava da
nord a sud e ritorno; l'ingresso e i primi ambienti erano situati
nella parte settentrionale dell'edificio, mentre la parte termale
(calidarium, tepidarium e frigidarium) erano ubicati
nella sua parte centrale e meridionale.
Sappiamo che la loro struttura complessiva assomigliava molto a
quella delle Terme Imperiali di Treviri, quindi con due percorsi
(separati e speculari, uno dedicato agli uomini e l'altro alle donne)
che iniziavano da un ingresso costituito da uno
spazioso cortile adornato da un colonnato e da
otto esedre semicircolari laterali collocate su tre lati
del portico, con queste ultime che servivano a dare modo ai cittadini
di sedersi, magari a chiacchierare. Da questo cortile i
cittadini accedevano a due ampie sale aventi un pavimento
a mosaici che erano adibite a spogliatoi (apodyteria), dove
era incassata una grande vasca; gli ingressi ai due spogliatoi, uno
per gli uomini e l'altro per le donne, erano situati ai lati di una
grande abside che si trovava nel cortile colonnato
d'ingresso in dirimpetto all'entrata); usciti dagli spogliatoi i
cittadini tornavano nel cortile colonnato d'ingresso, che fungeva
anche da palestra per il riscaldamento muscolare (qui era possibile
giocare a palla, fare esercizi fisici, ecc.).
I cittadini accedevano nuovamente agli spogliatoi per denudarsi per
poi continuare il percorso verso sud facendo una serie di soste in
piccole stanze adiacenti e riscaldate a una temperatura sempre più
alta; giungevano infine nel calidarium, ovvero nell'ambiente
avente la temperatura più elevata delle terme, che era situato nella
parte meridionale del complesso edilizio e che era dotato di
due grandi vasche di acqua calda incassate ai lati del locale
all'interno di altrettante absidi posizionate, rispettivamente, a est
e a ovest.
Dal calidarium i cittadini si dirigevano verso nord
passando al tepidarium, ovvero a un locale che era situato al
centro delle terme e che possedeva un pavimento rivestito da piccole
tessere di marmo. Il tepidarium, che aveva una temperatura
più bassa del calidarium, era caratterizzato da una forma
rettangolare e dalla presenza di alcuni vani riscaldati. Il
percorso dei cittadini proseguiva verso nord terminando
al frigidarium, ovvero in un'ampia stanza rettangolare a
temperatura ambiente che era pavimentata con grandi lastre di marmo e
che aveva una vasca di acqua fredda all'interno di un'abside.
Poi dal frigidarium, che era l'ambiente più riccamente decorato
delle terme e che si trovava nella parte settentrionale delle
terme, si poteva accedere nuovamente agli spogliatoi terminando il
percorso. Il percorso all'interno delle terme poteva essere
effettuato anche all'opposto, ovvero partendo dal frigidarium verso
il calidarium. Avendo una struttura così organizzata, le
terme Erculee erano dotate di complessi impianti idrici e di
articolati impianti di riscaldamento degli ambienti e delle acque.
Delle terme Erculee rimangono alcuni resti, portati alla luce
soprattutto grazie agli scavi effettuati per la costruzione di un
parcheggio sotterraneo in largo Corsia dei Servi. Molti reperti
un tempo appartenenti alle terme Erculee sono conservati presso
il Civico museo archeologico di Milano. Presso la chiesa di
San Vito in Pasquirolo sono stati ritrovate porzioni
di mosaici un tempo appartenenti ai suoi pavimenti; nei
suoi giardini è anche conservato un tratto di muro appartenente
all'antica struttura romana.

Dall'area delle terme proviene un frammento di statua romana di
ottima fattura, identificato come un busto di Ercole a
riposo appoggiato a una clava dopo la conquista dei pomi
delle Esperidi, copia romana del II secolo di un
originale in bronzo di Lisippo. Fu realizzata in più
parti poi assemblate grazie a perni forse sulla costa dell'Asia
Minore, per poi essere utilizzata in altri luoghi e infine collocata
nelle terme Erculee. La foglia sopra il pube della
statua è un'aggiunta del XIX secolo. La statua, che dimostra
l'imponenza architettonica e la ricchezza artistica delle terme
Erculee, è ora conservata nel Civico museo archeologico di
Milano.
In largo Corsia dei Servi, vicino a piazza San Babila, tra corso
Vittorio Emanuele e corso Europa, si trova un muro delle terme
Erculee appartenente al lato nord del frigidarium che fu
posizionato in un'aiuola negli anni sessanta dopo averlo
rimosso dal sito originario, che si trova a 3,5 m sotto l'attuale
manto stradale. Di questo breve tratto di muro si sono conservate
sia le fondazioni sia una parte di muro fuori terra. La
parte fuori terra di questo muro è costituita da una parte interna
formata da malta mista a ciottoli, mattoni spezzati e
pietre, e da un rivestimento esterno in file di mattoni, mentre le
fondazioni, visibili anch'esse, sono costituite da malta e
ciottoli. Le fondazioni, originariamente, poggiavano su pali di
legno. Il sito situato in largo dei Servi è liberamente visibile
da parte del pubblico, visto che si trova all'aperto in un'aiuola
lungo una moderna strada di Milano.
Nei sotterranei di un palazzo di corso Europa 11 è possibile vedere
(il sito non è però accessibile al pubblico) alcuni resti
del tepidarium, nello specifico del suo pavimento
a ipocausto. In particolare, si sono conservate tracce
dell'intercapedine tra i due livelli del pavimento all'interno
della quale passava l'aria calda necessaria per riscaldare
l'ambiente. Si sono conservati anche i canali in mattoni dove
passava l'aria calda e alcuni pilastrini che un tempo sorreggevano il
livello superiore del pavimento, quello a contatto con la stanza
del tepidarium, che era in marmo e che è crollato sopra il
pavimento inferiore a causa del suo peso. Parte di un mosaico è
stato asportato e musealizzato sulle pareti del sito archeologico.
Esso è costituito da tessere nere, arancione e bianche che disegnano
alcune "T" rovesciate. Il pavimento originario era per
la maggior parte a motivo geometrico con i busti delle quattro
stagioni agli angoli del locale. Il busto della "primavera",
che è l'unico che è stato ritrovato, è conservato presso
la Pinacoteca Ambrosiana. Le quattro stagioni erano anche
raffigurate sul mosaico del pavimento.
In corso Europa 16, grazie a scavi archeologici avvenuti negli anni
ottanta nei sotterranei di Palazzo Litta Cusini Modignani,
sono stati scoperti (il sito è accessibile al pubblico su richiesta)
dei frammenti di un pavimento a mosaico con tessere bianche, grigie,
nere e rosa un tempo appartenente alla parte orientale delle terme
Erculee, resti che sono stati musealizzati sulle pareti dell'atrio
del palazzo. I disegni del frammento di mosaico sono a motivo
floreale e geometrico con Nodi di Salomone. Rimangono invece
pochi resti del calidarium; di esso si conservano alcuni tratti
di fondazioni del vano rettangolare centrale e delle
due absidi laterali dove erano inserite le vasche.