domenica 22 giugno 2025

Sardegna - Antiquarium Arborense, Oristano


L'Antiquarium Arborense, Museo Archeologico "Giuseppe Pau", nasce nel 1938 grazie all'acquisto, da parte del podestà di Oristano, della collezione Pischedda, la più grande raccolta privata di reperti archeologici della Sardegna.
Il piano terra del museo è riservato alle mostre temporanee, sempre di tema archeologico, mentre il piano superiore è dedicato all'esposizione stabile delle raccolte archeologiche e di alcune tavole di retabli quattro-cinquecenteschi.
La sala archeologica ospita la collezione Pischedda e altre collezioni minori, costituite da materiali provenienti specialmente dalla penisola del Sinis e compresi nel periodo preistorico e protostorico, dal neolitico alla civiltà nuragica.
Sono ben rappresentati anche i corredi tombali fenici e punici (VII-III secolo a.C.), provenienti in particolare da Tharros, e non mancano i reperti di età romana, paleocristiana e altomedievale (II sec. a.C.-VII sec. d.C.). Notevole il plastico ricostruttivo della città di Tharros nel IV sec. d.C. e il plastico ricostruttivo della città di Oristano nel XIV secolo d.C. durante il periodo giudicale, quando la città era circondata da una importante cinta muraria.
La sala retabli espone opere pregevoli quali il retablo di San Martino (XV secolo), il retablo del Santo Cristo (1533, di Pietro Cavaro) e il retablo della Madonna dei Consiglieri (1565, di Antioco Mainas).
L'Antiquarium Arborense è l'unico museo dell'isola a disporre di una sezione espositiva dedicata ai non vedenti e agli ipovedenti, dove è possibile toccare con mano alcuni fra i più bei manufatti esposti al Museo o facenti parte del patrimonio culturale cittadino.
I reperti esposti consentono di ricostruire la storia del territorio e del suo centro più importante, Oristano. I pezzi forti sono la coppa con Ercole che lotta con il toro di Creta, di produzione micenea e attica; un bruciaprofumi che raffigura Ercole con la "leontè" (pelle di leone) risalente ad epoca cartaginese; la collezione di ceramica etrusca proveniente da Tharros, la più ricca ritrovata fuori dell'Etruria; i vasi in vetro soffiato di età romana.  


(da SardegnaCultura.it)

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