venerdì 12 gennaio 2024

Corona di Kritonios - GERMANIA

 

La corona di Kritonios è una ghirlanda d'oro di età magno-greca risalente al IV secolo a.C. ritrovata ad Armento nel 1814, in località Serra Lustrante. È esposta all'Antikensammlungen di Monaco di Baviera.
La corona ha un'altezza di circa 37 centimetri; la sua struttura delicata fa pensare che non fosse destinata a essere indossata.
La corona rappresenta due rami di quercia, ornati da ghiande e molti fiori di diverso genere. Sulla quercia e sui fiori ci sono molte api attaccate alla corona per mezzo di sottili lamine di oro. Inoltre, compaiono sei figure umane: una dea alata, detta Dea Regina Triumphans, tre Erotes e due Nike.
La base della corona è formata da un cerchio, dove, a coppie per ogni lato, sono saldati otto cannelli di 0,12-0,16 centimetri di altezza. Nella parte alta, la frontale, ci sono altri tre cannelli da 5 centimetri, i quali sostengono i perni della Dea Regina Triumphans, mentre gli altri sostengono un mazzetto di fiori e di fronde. Sul cerchio sono anche saldati grappoli di frutti, viticci, tre grandi rose per ogni lato.
Il materiale è oro quasi puro, con tracce di rame e forse di tellurio; l'oro è stato ridotto in lamine sottili, con spessori variabili da 1/20 ad 1/10 di millimetro. I fili d'oro presentano un diametro da 1/4 a 3/4 di millimetri.
La corona pesa un rotolo e due once (antiche unità di misura utilizzate nel sud Italia); pesa all'incirca 55,419 grammi, poiché un rotolo pesava 0,891 grammi e un'oncia equivaleva a 27,264 grammi.
Osservando la corona si possono notare diversi stili. Secondo lo storico dell'arte Angelo Lipinsky, la corona fu prodotta da diversi artefici all'interno di una stessa bottega unendo il gusto ellenistico per il realismo.
Al centro si trova la vera protagonista della corona, la Dea Regina Triumphans. Le due Nike, ai lati della dea, sono rappresentate come se fluttuassero su rami e fiori, fra i quali si trovano anche delle api che vengono riprodotte a sbalzo e proporzionate alla grandezza dei fiori. Al serto mancano un intero mazzetto di fiori, un quarto Erote e, forse, qualche ape.
Piante rappresentate 
Le piante sono erbe conosciute sin dai tempi della medicina popolare per le loro virtù terapeutiche. Sono state forgiate in modo molto realistico e questo le rende ben riconoscibili. La base della corona è costituita da calici smaltati color turchese, un ramoscello di quercia, elementi di edera e di mirto.
Alcune delle piante riconoscibili rappresentate sulla corona sono: salsapariglia nostrana, che non ha radici ma si arrampica con viticci a produrre grappoli di bacche rosse, elementi riprodotti nella Corona; rametti di farnia e di fragno (varietà di quercia) con una, due o tre foglie e ghiande; fiori di rosa canina selvatica, nella parte bassa della corona; rose da giardino a fiore doppio; fronde di biancospino, disposto in basso e nel giro interno della corona; calendula; composite; alcune fronde di castagno, fiori di malva e fiori di convolvolo, riprodotto in quattro varietà (Convolvulus soldanella, althaeoides, elegantissimus e arvensis), la cui corolla è ricoperta di uno smalto azzurro intenso.
La "Dea Regina Triumphans" 
Il serto di rami e fiori che formano la Corona è sormontato da una figura femminile alata, la Dea Regina Triumphans. Si pensa si tratti di una "reinterpretazione" lucana di Giunone regina dell'Olimpo, protettrice delle donne dalla nascita fino alla morte. Sul suo piedistallo, di forma cubica, è incisa la frase in greco ΚΡEΙΘΩNIOΣ HΘHKH TOEI ΣTHΦANON (Kreithonios ètheke toei stèfanon), che significa 'Critonio dedicò questa corona'.
Si esclude che sia una Vittoria alata (Nike), per via del diadema a punte sul capo e di una sottile corona di perle che compare fra le ciocche dei capelli. Tali caratteristiche non sono infatti tipiche di una Nike, ma si avvicinano a quelle di divinità femminili rinvenute nella Tuscia meridionale risalenti al VI secolo a.C.[2]Avigliano
Allo stesso modo, non sono tipici della Nike anche gli oggetti che questa figura porta nelle mani: con la mano sinistra regge una patera mentre nella destra doveva stringere uno scettro, oggi mancante. Viceversa, le altre figure femminili che, insieme agli Erotes, accompagnano la dea in trionfo, alla quale potrebbe quindi riferirsi la terza parola dell’iscrizione dedicatoria (TOEI) che l'epigrafista Michel Lejeune traduce come 'alla divinità', sono delle Nike.
La dea indossa un chitone, modellato su spalle e petto, e un himation decorato a granulazione che dalla spalla sinistra e dal braccio scende in larghe pieghe lungo il corpo. Il collo è decorato da una sottile collana. Con la mano sinistra regge una patera mentre nella destra doveva stringere uno scettro, oggi mancante. Ai piedi porta calzari chiusi in cuoio a punta tonda, mentre sulla testa porta una corona a punte: dalle spalle spuntano ali con penne lunghissime.
Il 2 agosto 1814 il Colonnello Diodato Sponsa di  ingaggiò quattro scavatori di Anzi e condusse uno scavo illegale su tre sepolture a camera in contrada Serra d'Oro a tre miglia da Armento (Potenza), trovando diversi oggetti preziosi nel sepolcro di un defunto cremato sopra una graticola di ferro.
Il colonnello riferì di aver rinvenuto una ghirlanda d'oro con iscrizione di 27 lettere, un fauno di bronzo dall'altezza di un palmo e mezzo, un candelabro di bronzo in cinque pezzi, quattro vasi grandi, una ventina di vasi piccoli di ricco valore, una corniola e degli ornamenti di donna in vari pezzi d'oro, ma rozzi. La ghirlanda d'oro era quella che oggi viene identificata come la corona di Kritonios.
Diversi degli oggetti rinvenuti ad Armento furono acquistati da Carolina Bonaparte, moglie del re di Napoli, Gioacchino Murat, e appassionata collezionista di opere d'arte. Carolina, dopo la fucilazione di Murat, dovette fuggire da Napoli rifugiandosi in Baviera. Lì fu poi costretta da problemi economici a vendere la sua raccolta di opere d'arte, compresa la corona, a re Luigi I di Baviera nel 1826.

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