Il glirarium era un
contenitore in terracotta (dolium) formato da vari
scomparti utilizzato per l'allevamento dei ghiri ad uso
alimentare. Il consumo di questi animaletti, nel periodo etrusco e
successivamente in quello romano, era particolarmente apprezzato.
Il contenitore è costituito da un vaso, generalmente in terracotta, bucherellato per consentire il passaggio dell'aria e chiuso da un coperchio sulla sommità. All'interno era presenti due o più ripiani in terracotta posti contro le pareti dello stesso e altri buchi sul fondo del vaso, in genere più numerosi di quelli ai lati. Tale struttura, facendo rimanere i ghiri al buio, facilitava il sonno.
Dei gliraria sono esposti al museo archeologico nazionale di Chiusi, al museo civico archeologico di Castro dei Volsci o ancora al museo archeologico Luigi Fantini di Monterenzio (foto in alto). Un gliarium fa parte delle collezioni del museo della preistoria Luigi Donini di San Lazzaro di Savena. Uno è esposto nel borgo fantasma della città di Celleno.
Il contenitore è costituito da un vaso, generalmente in terracotta, bucherellato per consentire il passaggio dell'aria e chiuso da un coperchio sulla sommità. All'interno era presenti due o più ripiani in terracotta posti contro le pareti dello stesso e altri buchi sul fondo del vaso, in genere più numerosi di quelli ai lati. Tale struttura, facendo rimanere i ghiri al buio, facilitava il sonno.
Dei gliraria sono esposti al museo archeologico nazionale di Chiusi, al museo civico archeologico di Castro dei Volsci o ancora al museo archeologico Luigi Fantini di Monterenzio (foto in alto). Un gliarium fa parte delle collezioni del museo della preistoria Luigi Donini di San Lazzaro di Savena. Uno è esposto nel borgo fantasma della città di Celleno.
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