Il teatro romano è il
principale edificio pubblico conservatosi dell'antica Teanum
Sidicinum, oggi Teano. Si tratta di un grandioso teatro-tempio,
sito in località Grotte, probabilmente dedicato ad Apollo,
come deducibile da un'epigrafe in osco su mensa di altare
calcarea, ove un magistrato locale dona alla predetta divinità.
Dal dicembre 2014 il Ministero per
i beni e le attività culturali lo gestisce tramite il Polo
museale della Campania, nel dicembre 2019 divenuto Direzione
regionale Musei. L'edificio venne costruito alla fine II secolo
a.C. in opera incerta e blocchi di tufo, e si tratta del
più antico teatro d'Italia interamente sostenuto da muri
radiali e volte rampanti.
Il teatro fu successivamente ampliato
in forme notevolmente monumentali sotto il regno di Settimio
Severo alla fine del II secolo d.C. A questa seconda
fase risale l'ampliamento della cavea teatrale, che raggiunse il
diametro di 85 m, e anche il completo rifacimento del grandioso
edificio scenico in cui furono utilizzate colonne e trabeazioni di
grandi dimensioni e impiegati marmi rari e preziosi e molteplici
sculture, alcune di reimpiego di età augustea. L'edificio scenico
raggiunse l'altezza considerevole di circa 24 m, nel quale si
aprivano tre porte: quella centrale era collocata al centro di un
ordine gigante con colonne disposte su due piani, sovrastate
da capitelli compositi; le due porte laterali, di
minori dimensioni, erano affiancate da tre ordini di colonne di
ordine composito in cui si succedevano, dal basso verso l'alto,
capitelli compositi e corinzi.
Dopo la metà del IV secolo iniziò
l'abbandono e cominciò il saccheggio dei materiali e intorno
all'VIII - IX secolo, il teatro era oramai divenuto una cava a cielo
aperto.
È stato individuato poco lontano dal
sito del teatro, anche un anfiteatro, ancora sepolto, che
avrebbe dimensioni imponenti, tanto che il diametro maggiore
supererebbe i 100 m.
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