lunedì 29 gennaio 2024

Ornithe e Gruppo di Geneleos - GERMANIA

 

Il Gruppo di Geneleos era originariamente costituito da sei figure, una donna seduta, un kouros, tre korai e una donna semisdraiata, su una base di 6 m di lunghezza posta lungo la Via Sacra che porta al santuario di Hera a Samo. All'estremità sinistra della base si trovava una statua assisa (h 87 cm, Samo, Museo archeologico) il cui nome, Phileia, si legge in un'iscrizione sulla gamba sinistra del trono; testa e parte superiore del corpo sono perdute, ma la parte inferiore rivela che la statua indossava un chitone e un mantello e su quest'ultimo si trova l'iscrizione che rivela il nome dell'artista: Geneleos. Philippe (h 159 cm, Samo, Museo archeologico), una delle tre korai, indossa un lungo chitone, le mani sono prive di attributi e la destra stringe un lembo della veste, i capelli acconciati con fili di perle formano una massa tagliata orizzontalmente sul dorso; il suo nome è iscritto sulla parte destra della veste. La figura semigiacente (h 70 cm, Samo, Museo archeologico) ha un corpo pesante, imponente ed è sicuramente un personaggio non giovane e di una certa importanza; Charbonneaux (che insieme con Bianchi Bandinelli la considera indubitabilmente una figura femminile) ritiene che la disposizione delle figure nel gruppo possa indicare la sopravvivenza del matriarcato asiatico il quale si esprimerebbe nella posizione e nell'atteggiamento dominante delle due donne agli estremi della base, soprattutto quella sdraiata, madre, capofamiglia e sacerdotessa: sicuramente l'offerente, come indica l'iscrizione che riporta. 
A Berlino è conservata Ornithe (nella foto) il cui nome compare su una piega della veste sotto la mano destra; molto simile alla sua compagna del Museo di Samo ha un'acconciatura che le lascia ricadere lunghe trecce sul davanti del busto. Rispetto ai loro prototipi, ovvero le statue dedicate da Cheramyes, queste figure giovanili sono molto più vicine alle korai dell'acropoli di Atene (sullo sviluppo delle quali hanno sicuramente inciso), ma ancora s'intravede il rigore verticale della struttura che è caratteristica dello stile ionico insieme con la vibrazione delle superfici (vedi il Leone di Mileto n. inv. 1790 all'Antikenmuseen di Berlino) e che si riconosce fin dalla piccola e più antica statuetta in avorio di Efeso (h 10 cm, 570 a.C., Museo di Istanbul). Quanto ai volti, sia per le figure scolpite da Geneleos sia per quelle dedicate da Cheramyes, non ci si allontana probabilmente troppo dal vero se li si immagina simili a quelli di quest'ultima citata statuetta votiva o a quelli dei busti a rilievo che decoravano le colonne del tempio arcaico di Apollo a Didima (terzo quarto del VI secolo a.C., Antikenmuseen di Berlino).


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