martedì 3 ottobre 2023

"Il Pugile e la Vittoria" a Brescia sino al 29 ottobre

 


Il nuovo emblematico progetto espositivo che Comune di Brescia e Fondazione Brescia Musei con il Museo Nazionale Romano e il fondamentale contributo di Intesa Sanpaolo hanno curato per il grande evento Bergamo   Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023: Il Pugile e la Vittoria, ovvero il Pugilatore in riposo e la Vittoria Alata di Brescia, due straordinari bronzi di età ellenistica e romana, entrambi protagonisti di recenti valorizzazioni e restauri epocali, sono esposti per la prima volta insieme a Brescia, nel Capitolium di Brixia. Parco archeologico di Brescia romana.
Un ambizioso progetto che si sviluppa in occasione dei 200 anni dall’inizio degli scavi bresciani, la memorabile campagna ottocentesca che portò alla luce uno dei patrimoni archeologici di maggior rilievo nell’Italia settentrionale.
La mostra, apertasi il 12 luglio,  sigla la significativa collaborazione istituzionale tra i due Musei, quello romano e quello bresciano. Il Pugile e la Vittoria costruisce l’ideale legame tra il patrimonio archeologico dell’Urbe, unico al mondo, e quello di Brescia, la Brixia latina, oggetto di un esemplare programma di valorizzazione e riqualificazione che Fondazione Brescia Musei ha intrapreso con l’installazione della Vittoria Alata nel nuovo Capitolium disegnato da Juan Navarro Baldeweg.
Ed è proprio a lui che i due Musei hanno proposto di realizzare l’installazione dei due capolavori di bronzo per celebrare adeguatamente la Capitale della Cultura con un’immagine di assoluta cristallina potenza evocativa per chiunque, a prescindere dalla cultura di provenienza o dal bagaglio archeologico.
Legata al progetto espositivo – in collaborazione con Il Museo Nazionale Romano – è l’esposizione dell'Ala di Vittoria nella sezione archeologica L'età romana. La città, in corrispondenza della narrazione digitale dedicata alla Vittoria Alata. Un’ala bronzea rinvenuta nell’alveo del fiume Tevere nel 1891, in corrispondenza di ponte Sisto, che sarà visitabile fino al 29 ottobre al Museo di Santa Giulia.
Il Pugilatore in riposo e la Vittoria Alata hanno cronologie diverse (datato variamente tra il IV e I secolo a.C. il Pugile e alla metà del I secolo d.C. la Vittoria Alata) e differenti storie della prima parte della loro “vita”; l’atleta certamente esposto in uno spazio pubblico – forse in Grecia – e oggetto di ammirazione come indicano le superfici consunte dalle carezze degli ammiratori, la Vittoria Alata probabilmente esibita nell’area del tempio, a Brescia, quale ex voto donato dall’imperatore Vespasiano.
 
A Brescia le due statue sono esposte proprio nell’aula del Capitolium di età imperiale con un nuovo spettacolare allestimento curato dall’architetto Juan Navarro Baldeweg, già autore della suggestiva e affascinante collocazione della Vittoria Alata.
Esporle insieme, accostate in un gruppo moderno, frutto di un processo di rigenerazione delle opere in chiave contemporanea, riprende una prassi di origini antiche, quando nei santuari in Grecia venivano conservate ed esposte statue spesso legate solo da un continuum ideologico/politico, la cui disposizione poteva quindi cambiare a seconda dell’epoca e della mentalità, a creare nuovi messaggi e significati. L’interpretazione di Juan Navarro Baldeweg trasforma le due statue in un unicum artistico contemporaneo, in linea con la strategia culturale di contaminazione tra antico e moderno per creare un linguaggio oggi comprensibile.
Un’occasione per ridurre la distanza che ha separato le due opere in antico, con una triangolazione di elementi che grazie all’allestimento permetterà comunque di comprenderla, ma nello stesso tempo di cogliere i numerosi fili rossi che le legano. Nello spazio dell’aula del Capitolium si insinua un racconto visivo, spaziale, in cui l'invocazione del Pugile, che chiede protezione, si incanala attraverso il riflesso speculare della Vittoria Alata, con contrappunti armonici e l’aiuto di un cristallo specchiante, che portano lo spettatore a prendere parte, nel raggio di pochi metri, a una narrazione concettuale sui valori assoluti che i due capolavori rappresentano ancora oggi per l’uomo contemporaneo.
 Il Pugilatore in riposo e la Vittoria Alata furono scoperti nel corso di scavi archeologici condotti nell’Ottocento e da quel momento divennero oggetto di attenzioni e cure entrando presto a far parte di collezioni museali pubbliche.
Il tema astratto che lega questi due straordinari bronzi, nell’assenza e nella personificazione, è quello del successo, di un esito positivo, della vittoria appunto. Per il Pugilatore è il responso dell’arbitro al termine dello scontro nel quale si è strenuamente difeso senza esclusione di colpi, come indicano le ferite e gli ematomi sapientemente resi nel bronzo con altissima perizia tecnica; per la Vittoria Alata è la designazione del vincitore sul campo di battaglia e la ricostituzione della pace, la cessazione del conflitto. L’uno attende il verdetto, l’altra omaggia il vincitore militare affidando al bronzo dello scudo, che doveva trattenere in origine nelle mani, il suo nome.
 
Il Pugilatore in riposo, uno dei bronzi di più alta qualità che siano giunti a noi dal mondo antico, fu rinvenuto nel 1885 alle pendici del Quirinale, occultato tra i muri di fondazione di un tempio. Rappresenta un pugile nel momento del riposo dopo una competizione, seduto con le gambe divaricate e gli avambracci poggiati sulle cosce.
La critica non è unanime nella datazione di questo capolavoro che oscilla tra il IV e il I secolo a.C.
La statua è stata realizzata in bronzo con la tecnica della fusione cava a cera persa con metodo indiretto; fusa in più parti, al busto sono saldate la testa, le braccia e la gamba sinistra, mentre la gamba destra è fusa con il torso. Ogni dettaglio è reso con soluzioni di altissima qualità estetica e sofisticatezza tecnica, con ampio utilizzo anche di metalli di colore contrastante per dare policromia e icasticità all’insieme. Le porosità e i difetti di superficie successivi alla fusione sono stati riparati con estrema cura inserendo piccoli tasselli quadrangolari. Gli occhi non sono conservati, ma dovevano essere realizzati con un materiale differente come pasta vitrea, pietre dure o avorio.
 
La statua della Vittoria Alata venne portata in luce la sera del 20 luglio del 1826, durante la campagna di scavi avviata nel 1823 dall’Ateneo di Scienze Lettere e Arti di Brescia, su delega della municipalità e grazie a una raccolta pubblica di fondi, nell’area del Capitolium.
La realizzazione della Vittoria Alata – sappiamo oggi – è da circoscrivere a poco dopo la metà del I secolo d.C. e va ricondotta a un atelier di alto livello – da collocarsi nel territorio bresciano – che ha saputo creare un modello statuario nuovo e originale; la tecnica utilizzata è quella della fusione a cera persa cava indiretta, che richiede grande maestria e capacità tecnologica. Alcune parti della statua presentano tracce di doratura, lasciando intendere che il suo aspetto in antico doveva essere diverso da come la percepiamo oggi.
La presenza di questa statua, con un significato così strettamente legato a una battaglia militare, lascia supporre che si possa trattare di un dono fatto dalla casa imperiale a Brixia per il supporto dato in un evento militare, forse proprio gli scontri del 69 d.C. verificatisi tra Brixia e Cremona tra gli eserciti di Vespasiano, Ottone e Vitellio. Brescia supportò il primo, che risulto vincitore; il nome di Vespasiano è ricordato anche nel frontone del Capitolium dove non si esclude che la statua fosse esposta.
 
In modo virtuoso il progetto espositivo Il Pugile e la Vittoria ha reso possibile valorizzare anche altre opere delle estese collezioni archeologiche romane, meno conosciute. Una reciprocità tra istituzioni museali, che traccia un solco di una sinergica collaborazione tra uno dei più importanti musei nazionali e una fondazione di partecipazione pubblico-privata che ha in gestione il patrimonio monumentale e museale cittadino: un dialogo che si estende oltre le collezioni e le opere, ma che mette a sistema i beni culturali in una visione d’insieme super partes, esempio di originale progettualità.
 
Per il periodo di mostra verrà esposta in Santa Giulia, nella sezione archeologica L’età romana. La città e in corrispondenza della narrazione digitale dedicata alla Vittoria Alata, un’ala bronzea rinvenuta nell’alveo del fiume Tevere nel 1891, in corrispondenza di ponte Sisto.
Il pezzo venne ritrovato insieme ad altri resti di statue in bronzo che potevano appartenere in origine ad un unico gruppo scultoreo onorario posto proprio a decorazione del Ponte, con la statua della Vittoria in posizione sommitale, in occasione di un restauro effettuato per volontà di Valentiniano e Valente tra il 365 e il 367 d. C., impiegando elementi scultorei più antichi.
Contemporaneamente nella sede di Palazzo Massimo a Roma al posto del Pugile sarà esposta una statua in bronzo di un personaggio togato proveniente sempre dal gruppo scultoreo di ponte Sisto.
 
A sostenere la nuova esposizione è Intesa Sanpaolo, già Special Partner della Fondazione nell’ambito di Alleanza per la Cultura, Main Partner di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura e oggi anche Partner di questo nuovo progetto espositivo.
Intesa Sanpaolo, come ulteriore sostegno al progetto espositivo, dedica alla storia di questo straordinario incontro tra il Pugilatore in riposo e la Vittoria Alata di Brescia un documentario realizzato da 3D Produzioni, reso disponibile sul sito di Gruppo della Banca.
Al progetto Il Pugile e la Vittoria concorrono altri fondamentali partner tecnici quali Capoferri e iGuzzini, entrambi già partner del riallestimento della Vittoria Alata nel 2021 nel nuovo Capitolium. Le due aziende hanno offerto le proprie competenze uniche nella ingegnerizzazione del basamento e dell’allestimento scenico, Capoferri, e nel complesso design illuminotecnico in un delicato contesto quale l’aula orientale del tempio, iGuzzini, riuscendo a garantire un perfetto e rispettoso bilanciamento di valori architettonici in linea con il progetto del maestro Baldeweg.

 

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