martedì 3 ottobre 2023

Al Museo Archeologico di Rio nell’Elba la mostra “Gladiatori” in collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli , fino all'1 novembre

Lo scorso anno il Museo Archeologico del Distretto Minerario ha riaperto con una significativa mostra dedicata agli Etruschi (Il ferro e l’oro, Rotte mediterranee tra Etruria e Oriente) esponendo preziosi materiali orientalizzanti ottenuti in prestito dal Museo Archeologico Nazionale di Firenze.
Confermando l’appuntamento stagionale regolare il Comune presenta ora una nuova esposizione archeologica di rilievo, questa volta dedicata a illustrare uno dei temi di maggiore attrazione nella vita pubblica del popolo romano, che anche oggi - alimentato da una filmografia di successo - continua a catalizzare vivo interesse del pubblico: l’arte gladiatoria.
Sulla scia della mostra di respiro internazionale Gladiatori, realizzata di recente dal Museo Archeologico di Napoli, si attinge alla cospicua quantità di materiali archeologici relativi all’attività gladiatoria - splendidamente conservati nello stesso museo - per mettere a fuoco alcuni aspetti della vita dei gladiatori. Nel mondo romano essi godettero di fama straordinaria e divennero - insieme agli altri giochi circensi - efficace strumento di consenso politico e di sostegno al potere imperiale.
Grazie alla generosa collaborazione del Museo Archeologico Nazionale di Napoli e al coordinamento del Sistema Museale dell’Arcipelago Toscano, lo sguardo del Museo di Rio si rivolge nell’estate/autunno 2023 al mondo romano, anch’esso trattato nel percorso espositivo permanente. Attraverso la mostra Gladiatori si mette a fuoco un fenomeno sociale e politico di grande rilievo nella storia del mondo antico, per durata, diffusione e coinvolgimento popolare.
La prima testimonianza di giochi gladiatori documentati a Roma nel 264 a.C. discende con molta probabilità dagli originari combattimenti tradizionalmente inscenati in cerimonie funebri di altre regioni (Etruria e Campania), quali i sacrifici umani per placare lo spirito del defunto. Con una rapida e inarrestabile ascesa - rallentata solo temporaneamente da ragioni di sicurezza pubblica conseguenti alla rivolta del gladiatore Spartaco (73-71 a.C.) - i giochi gladiatori trovano nel Colosseo un imponente e duraturo edificio dedicato, che fu inaugurato dall’imperatore Tito nell’80 d.C. con una grandiosa serie di spettacoli durata ben 100 giorni. La cura degli spettacoli divenne efficace e costoso strumento per magistrati e imperatori al fine di coltivare e accrescere la propria fortuna politica. Nel 107 d.C. l’imperatore Traiano, per celebrare la vittoria sui Daci giunse a far combattere addirittura 10000 gladiatori.
I pregevoli reperti archeologici relativi all’arte gladiatoria del Museo Archeologico Nazionale di Napoli diventano un efficace e piacevole mezzo per presentare al pubblico un fenomeno sociale e politico tipicamente romano, che dall’età repubblicana ha segnato in maniera crescente e sempre più evidente la vita e la storia dell’impero di Roma. Tutti noi ricordiamo, con le parole di Giovenale, che “Il popolo romano […] due cose sole desidera: pane e giochi”.

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