Rudiae (in greco antico Ροδίαι,
in italiano Rugge, in salentino Rusce ['ruʃe])
è un'antica città messapica, posta nell'area di influenza
della colonia spartana di Taranto. Il centro è
noto soprattutto per aver dato i natali allo scrittore latino Quinto
Ennio. Viene generalmente identificata con i resti archeologici
situati nel comune di Lecce, lungo la strada per San Pietro
in Lama. Rudiae è identificata con i resti archeologici
rinvenuti nella prima periferia di Lecce, a circa 3 chilometri dal
centro abitato, in direzione sud-ovest. Una menzione
di Rudiae come collocata presso Lupiae, l'antica Lecce
si ha in un resoconto di epoca normanna. Successivamente,
nel XVI secolo, l'umanista Antonio De Ferrariis detto
il Galateo avanzò per primo l'ipotesi di identificare la patria di
Ennio con la località di Rusce, ipotesi poi accettata dallo
storico ed epigrafista Theodor Mommsen.
Secondo un'ipotesi oggi superata dall'evoluzione degli studi archeologici e storiografici, il sito di Rusce era stato primariamente considerato un sobborgo dell'antica Lupiae, a sua volta caratterizzata da insediamenti umani sparsi "a macchia di leopardo" sul territorio.
Nel sito sono visibili le tracce di un anfiteatro, una necropoli e due cinte murarie in blocchi di pietra calcarenitica (tufo). A giudicare dall'estensione della cinta muraria si conta che l'intera area vanti un'estensione di circa 100 ettari, il doppio delle dimensioni che raggiunse la vicina Lupiae nel periodo romano.
I materiali rinvenuti ne attestano la frequentazione già a partire dal IX-VIII secolo a.C. e la nascita di un insediamento di una certa importanza tra la fine del VI e il III secolo a.C. Successivamente la città perse di importanza e già nel I secolo d.C. - secondo la testimonianza di Silio Italico - era ridotta a un modesto villaggio, in coincidenza del progressivo affermarsi di Lupiae, che proprio in quel periodo (tra I e II secolo) si dotava di un anfiteatro e di un teatro.
Nonostante oggi sia quasi unanimemente accettata l'identificazione della patria di Ennio con i resti della città sita vicino a Lecce, sono state proposte anche altre ipotesi.
Secondo alcune fonti antiche Rudiae era collocata sui "monti calabri" (Ovidio), ossia sulle Murge, e a nord di Brindisi (Pomponio Mela e Plinio il Vecchio). A ciò si aggiungeva la testimonianza di Aulo Gellio, secondo cui Ennio si definiva di cultura latina, greca e osca (non citando quindi la cultura messapica). Ennio stesso tuttavia in un passo citato dal grammatico Servio, si vanta di discendere dal re Messapus (Messapo), eponimo della Messapia e dei Messapi.
Secondo un'ipotesi oggi superata dall'evoluzione degli studi archeologici e storiografici, il sito di Rusce era stato primariamente considerato un sobborgo dell'antica Lupiae, a sua volta caratterizzata da insediamenti umani sparsi "a macchia di leopardo" sul territorio.
Nel sito sono visibili le tracce di un anfiteatro, una necropoli e due cinte murarie in blocchi di pietra calcarenitica (tufo). A giudicare dall'estensione della cinta muraria si conta che l'intera area vanti un'estensione di circa 100 ettari, il doppio delle dimensioni che raggiunse la vicina Lupiae nel periodo romano.
I materiali rinvenuti ne attestano la frequentazione già a partire dal IX-VIII secolo a.C. e la nascita di un insediamento di una certa importanza tra la fine del VI e il III secolo a.C. Successivamente la città perse di importanza e già nel I secolo d.C. - secondo la testimonianza di Silio Italico - era ridotta a un modesto villaggio, in coincidenza del progressivo affermarsi di Lupiae, che proprio in quel periodo (tra I e II secolo) si dotava di un anfiteatro e di un teatro.
Nonostante oggi sia quasi unanimemente accettata l'identificazione della patria di Ennio con i resti della città sita vicino a Lecce, sono state proposte anche altre ipotesi.
Secondo alcune fonti antiche Rudiae era collocata sui "monti calabri" (Ovidio), ossia sulle Murge, e a nord di Brindisi (Pomponio Mela e Plinio il Vecchio). A ciò si aggiungeva la testimonianza di Aulo Gellio, secondo cui Ennio si definiva di cultura latina, greca e osca (non citando quindi la cultura messapica). Ennio stesso tuttavia in un passo citato dal grammatico Servio, si vanta di discendere dal re Messapus (Messapo), eponimo della Messapia e dei Messapi.
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