martedì 2 gennaio 2024

Battaglia di Isso (Campania)

 

La Battaglia di Isso (o il Mosaico di Alessandro) è un mosaico romano del 100 a.C. circa (582 × 313 cm) conservato presso il Museo archeologico nazionale di Napoli. Il mosaico fu trovato il 24 ottobre 1831 a Pompei, nella pavimentazione della casa del Fauno, durante gli scavi archeologici. La scena ritratta è quella della battaglia di Isso compiuta da Alessandro Magno (a sinistra del mosaico) contro Dario III di Persia (a destra).
Il mosaico, realizzato con circa un milione e mezzo di tessere e commissionato probabilmente in quanto antenati del proprietario avevano rapporti con il re macedone, risulta essere una copia del dipinto eseguito dal pittore greco Filosseno di Eretria. Un'altra teoria meno accreditata afferma che potrebbe essere stato un originale mosaico ellenistico saccheggiato dalla Grecia e portato a Roma.
La scena illustrata è quella di una battaglia tra Alessandro e Dario e, seppure i due condottieri si siano affrontati più volte, prima a Isso (333 a.C.) e poi a Gaugamela (331 a.C.), la tradizione ed alcuni dettagli, come le aste lunghissime dei macedoni e la testa nuda di Alessandro, riconducono l'opera a quella di Isso.
Nel settembre del 1843 il mosaico fu trasferito a Napoli.
Nonostante il mosaico risulti parzialmente rovinato le due figure principali sono facilmente riconoscibili.
La raffigurazione di Alessandro è una delle sue più famose. Nella corazza è raffigurata Medusa e i suoi capelli ondulati rappresentano il tipico aspetto della ritrattistica reale dell'arte greca del IV secolo a.C. La sua figura, insieme al famoso cavallo Bucefalo, occupa la parte sinistra della scena, più danneggiata.
Dario è raffigurato su un carro. Dall'espressione sembra essere spaventato e preoccupato, con l'intenzione di fuggire dalla battaglia. Da notare come tenti di lanciare un ultimo, disperato assalto dei suoi uomini mentre il cocchiere già frusta i cavalli.
Oltre ai due personaggi principali, vi è rappresentato Dario Oxyathres, fratello di Dario III, che sacrifica sé stesso per permettere la fuga del congiunto, lasciandosi trafiggere dal condottiero macedone.
Nella rappresentazione del cavallo centrale, visto da dietro, si nota l'uso dell'ombreggiatura per trasmettere un senso di massa e volume e per aumentare l'effetto naturalistico della scena. Le lance e l'affollamento di uomini e cavalli evocano il frastuono della battaglia.
Nell'opera spiccano anche dettagli drammatici, come il cavallo caduto e il soldato persiano in primo piano che guarda sé stesso in agonia, riflesso in uno scudo.
Il mosaico è costituito da circa un milione e mezzo di piccole piastrelle policrome, disposte in curve graduali. La tecnica è quella dell'opus vermiculatum: le tessere vengono posizionate in maniera asimmetrica, seguendo il contorno delle immagini raffigurate.
Il mosaico è un'opera insolitamente dettagliata per una residenza privata e probabilmente è stato commissionato da una persona o una famiglia benestante.
Infine, l'uso di soli quattro colori, bianco, giallo, rosso, blunero, conferma la classicità dell'opera.

Nessun commento:

Posta un commento

Via Lauretana (Toscana)

  La  via Lauretana  è un'antica strada etrusco-romana della Val di Chiana che collegava Cortona a Montepulciano e Siena. Venne realizza...