Dea di Taranto è il nome convenzionale attribuito ad
una statua in marmo, capolavoro della scultura
greca, detta anche Divinità in trono, datata intorno al 480
a.C., che secondo gli esperti rappresenterebbe una dea greca,
probabilmente Persefone, Afrodite o Era.
Proveniente da Taranto o da Locri, oggi appartiene
all'Antikensammlung Berlin, inventariata al Nr. SK 1761, ed è
esposta all'Altes Museum nella Museuminsel di Berlino.
Presso il Museo archeologico nazionale di Taranto, è presente
una copia realizzata tramite scansione laser nel 2016. La statua
fu rinvenuta durante la costruzione di palazzi privati in via Duca
degli Abruzzi a Taranto nel 1912. Secondo alcuni studiosi,
tra cui il professore Vincenzo Casagrandi, gli scrittori
Gaudio Incorpora e Pino Macrì, e l'archeologo Paolo
Orsi, sarebbe stata invece rinvenuta nei primi del '900 da un
contadino in una vigna del territorio di Locri, in Calabria,
dove sorgeva l'antica città di Locri Epizefiri, e in seguito fu
trasportata di nascosto a Taranto. Da Taranto, espatriata con
documenti falsi, fu messa all’asta in Svizzera e acquistata
dall’Imperatore di Germania, Guglielmo II, per la consistente
cifra di un milione di marchi. È largamente attestato, infatti,
il culto di Persefone nella zona di Reggio Calabria, dove sono
stati rinvenuti numerosi pinakes, risalenti ad un periodo
compreso tra il 490 ed il 450 a.C., che rappresentano
scene relative al mito di Persefone, oggi conservati
nel Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria.
Fu anche battezzata Persefone Gaia, per il sorriso caratteristico delle statue del periodo arcaico, tuttavia l'assenza di qualsiasi attributo non permette alcuna affermazione certa su quale dea vi sia raffigurata.
Il notevole peso della dea assisa in trono non è portato dalle esili ed elaborate colonnine, ma da un enorme cubo di marmo nascosto sotto il sedile. Ci sono solo poche tracce del colore della statua sul retro del trono, mentre piccoli fori di ingresso testimoniano la presenza di orecchini e diadema, oggi scomparsi.
La statua è caratterizzata da un aspetto solenne, in cui la rigida postura tipica dello stile arcaico si combina con un raffinato abbigliamento e con la serenità dell'arte tardo-arcaica o severa.
Fu anche battezzata Persefone Gaia, per il sorriso caratteristico delle statue del periodo arcaico, tuttavia l'assenza di qualsiasi attributo non permette alcuna affermazione certa su quale dea vi sia raffigurata.
Il notevole peso della dea assisa in trono non è portato dalle esili ed elaborate colonnine, ma da un enorme cubo di marmo nascosto sotto il sedile. Ci sono solo poche tracce del colore della statua sul retro del trono, mentre piccoli fori di ingresso testimoniano la presenza di orecchini e diadema, oggi scomparsi.
La statua è caratterizzata da un aspetto solenne, in cui la rigida postura tipica dello stile arcaico si combina con un raffinato abbigliamento e con la serenità dell'arte tardo-arcaica o severa.
Nessun commento:
Posta un commento