domenica 24 settembre 2023

Sezione dell'Antico Egitto del Museo archeologico nazionale di Parma (Emilia Romagna)

 


Il Museo archeologico nazionale di Parma è situato in piazza della Pilotta a Parma, nell'ala sud-occidentale del palazzo della Pilotta; fondato nel 1760, è uno dei primi musei archeologici sorti nel territorio italiano.
La sezione dell'Antico Egitto, esposta in gran parte nelle sale egizie, riunisce materiali raccolti nel museo prevalentemente durante il governo di Maria Luigia, a partire dalla donazione, nel 1826, di alcuni oggetti da parte del pittore Giuseppe Molteni, cui seguì, due anni dopo, l'acquisto di alcuni scarabei da Pietro Gennari. Nel 1830 il direttore Michele Lopez, su finanziamento della Duchessa, comprò dal viaggiatore Francesco Castiglioni 44 oggetti, tra cui il sarcofago del sacerdote Shepsesptah, creando così la sezione aggiunta di Antichità Egiziane del Ducale Museo di Antichità. La collezione si arricchì due anni dopo di altri reperti, acquistati ancora da Castiglioni e da Giuseppe Scaglioni. Nel 1845 Lopez comprò, grazie a nuove sovvenzioni di Maria Luigia, un altro consistente gruppo di manufatti dal mercante Claude Marguier. Dopo la morte della Duchessa, il museo non acquistò più oggetti d'arte egizia, ma grazie ad alcune donazioni la collezione si accrebbe ancora; il reperto più importante, la mummia con sarcofago del dignitario tolemaico Osoreris, fu regalato nel 1885 al direttore Giovanni Mariotti dal deputato Pietro Delvecchio. Infine nel 2009 pervennero al museo i 429 scarabei della collezione Magnarini, ceduti in comodato dalla Fondazione Cariparma alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le Province di Parma e Piacenza. La collezione risulta così costituita da circa 200 reperti, comprendenti i sarcofaghi del sacerdote Shepsesptah, del dignitario Mesehiu e del dignitario Osoreris, parti consistenti dei papiri geroglifici funerari del dignitario Amenothes (nella foto) e del dignitario Harimuthes, un frammento di rilievo calcareo di Amenemone, una mummia di gatto, numerosi vasi canopi, vari ushabti e alcuni bronzetti, cui si aggiungono le centinaia di scarabei della collezione Magnarini.
Le due sale, restaurate sul modello delle antiche tombe egizie, sono coperte da volte a botte dal colore blu come il cielo notturno e sono raggiungibili attraverso un basso corridoio, simile alla necropoli di Tebe; i due ambienti espongono, all'interno di una serie di vetrine e di nicchie parietali, i principali reperti della collezione, a partire dai disegni dipinti ad acquerello e dagli scritti, donati da Maria Luigia, del resoconto della spedizione effettuata nel 1828 dall'egittologo Ippolito Rosellini con l'archeologo Jean François Champollion.
Elemento di spicco della sezione, grazie alle condizioni ottimali di conservazione, è il sarcofago di Shepsesptah (nella foto), risalente alla XXVI dinastia; il manufatto ligneo finemente scolpito mantiene intatto il rivestimento a foglia d'oro sul volto, le pitture sul petto, raffiguranti una grande collana e, poco più in basso, la dea Nut con le ali spiegate, e le colonne di geroglifici del Libro dei morti sulla parte inferiore.
Degna di nota, in quanto considerata per varietà e ampiezza una delle più importanti in Europa, è anche la collezione Magnarini, creata da Franco Magnarini a partire da un primo nucleo di circa 60 esemplari e dichiarata nel 2000 d'"eccezionale interesse artistico" dal Ministero per i beni e le attività culturali; essa include 429 scarabei sigillo, 80 dei quali reali, ossia incisi col sigillo dei faraoni; gli oggetti, realizzati in steatite, lapislazzulo, corniola e pasta colorata e invetriata, risalgono a epoche diverse, comprese all'incirca tra il 2100 a.C. e il 525 a.C., e si aggiungono ai 20 esemplari già appartenenti al museo, di cui 2 reali e 7 del cuore, ossia utilizzati nelle sepolture.


Nessun commento:

Posta un commento

Via Lauretana (Toscana)

  La  via Lauretana  è un'antica strada etrusco-romana della Val di Chiana che collegava Cortona a Montepulciano e Siena. Venne realizza...