domenica 24 settembre 2023

Sale di arte egizia del Museo di scultura antica Giovanni Barracco, Roma (Lazio)

 


Il Museo di scultura antica Giovanni Barracco fa parte del sistema Musei in Comune di Roma ed è situato nel rione Parione, vicino a Campo de' Fiori. Raccoglie diverse opere di arte classica e del Vicino Oriente, donate al Comune dal barone Giovanni Barracco nel 1904.
Le prime due sale sono dedicate all'arte egizia, con diversi materiali provenienti da alcune aste parigine e diversi scavi effettuati direttamente in Egitto; si tratta della prima parte collezionata dal barone Barracco. La stele di Nofer è un frammento in calcare attribuito all'omonimo scriba della IV dinastia, ritratto davanti a un altare per le offerte. Proveniente originariamente dalla necropoli di Giza, Ismail Enver lo donò a Girolamo Bonaparte; a Parigi il barone Barracco acquistò il pezzo per la sua collezione. Vicino è presente una piccola statua fabbricata in legno e molto probabilmente risalente alla XII dinastia, sulle cui mani sono stati realizzati alcuni geroglifici. Una rarità è la sfinge femminile attribuita alla regina Hatshepsut (XVIII dinastia, foto in alto) in granito nero, la cui iscrizione menziona il fratello Thutmose II di cui la regina fu reggente. L'opera è stata ritrovata nel sito romano dell'Iseo Campense del I secolo, nei pressi del Campo Marzio.
Poco oltre si trovano un ritratto giovanile di Ramses II (foto a sinistra), rappresentazione dell'omonimo faraone del Nuovo Regno, realizzata sempre in granito nero, e con la corona doppia e un elmo, accompagnati dall'ureo sacro. Prodotta invece con la diorite è la figura di un sacerdote barbato, che Barracco credeva rappresentasse l'imperatore romano Giulio Cesare, mentre l'acconciatura fa pensare in realtà a un comune sacerdote dell'antica Roma; inoltre, la particolare fascia sulla testa con una stella a otto punte ricorda propriamente un personaggio di tipo sacerdotale. L'opera sarebbe databile al III secolo. Oltre alla maschera funebre d'epoca tolemaica, dello stesso tempo è anche una grande clessidra di Tolomeo Filadelfo, costruita in pietra basaltica ma ritrovata in frammenti presso il Serapeo Campense di Roma. Se all'esterno sono state realizzate alcune iscrizioni dedicate al re egiziano Tolomeo II, l'interno invece presente alcune tacche funzionali all'uso di questo strumento come clessidra, poi in realtà divenuto vaso d'offerta nei secoli successivi. Si ricordano anche un vaso canopo con coperchio cinocefalo, in calcite e appartenente alla XXVI dinastia, e una rara protome leonina in legno della XX dinastia.


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