giovedì 1 febbraio 2024

Ostia, Mitrei (Lazio)


  • Mitreo del caseggiato di Diana (I, III,4): ricavato agli inizi del III secolo in due stanze all'angolo nord occidentale della casa di Diana; comprende un'anticamera con ingresso spostato di lato, un pozzo e banconi e una stanza più interna, con altri banconi laterali e sul fondo un'edicola arcuata su podio, inquadrata da semicolonnine in stucco sorrette da mensoline in travertino; davanti all'edicola è un altare marmoreo reimpiegato.

  • Mitreo di Lucrezio Menandro (I, III,5): ricavato agli inizi del III secolo in un passaggio tra il caseggiato del Mitreo di Menandro e un caseggiato adiacente, presenta un ingresso con gradini e due banconi laterali; sul fondo è un mosaico geometrico in bianco e nero che precede un podio con altare in muratura rivestito da una lastra di marmo con foro a forma di crescente lunare, dietro il quale veniva posta una lampada; l'altare fu donato dallo schiavo Diocle in onore del sommo sacerdote (pater) Caio Lucrezio Menandro.

  • Mitreo di Fruttuoso (I, X,4): ricavato nel podio destinato ad ospitare il tempio collegiale della corporazione degli stuppatores, iniziato sotto Alessandro Severo e mai realizzato; sotto la parte anteriore del podio è presente un corridoio trasversale, accessibile da un ingresso laterale; da un lato del corridoio una porta con scalini permette di arrivare alla stanza interna, dove il pavimento era stato abbassato e fu costruita una volta a crociera più alta di quella inizialmente prevista; erano presenti banconi sulle pareti, dipinte di bianco e una piccola nicchia sul muro di fondo, tra colonnine in marmo, in origine rivestita di cementizio ad imitazione della grotta natale del dio e dipinta di blu, che doveva ospitare una piccola statua; davanti alla nicchia erano supporti in marmo per una tavola e due piccoli basamenti, uno in marmo e uno in travertino, dovevano ospitare le statue dei geni Cautes e Cautopates. Una piccola cornice marmorea riporta l'iscrizione di dedica da parte di Fruttuoso, patrono del corpus stuppatorum. Il mitreo venne distrutto da un incendio da parte dei Cristiani.

  • Mitreo di Felicissimo (V, IX,1): costruito nella seconda metà del III secolo all'interno di un edificio del II secolo, presenta, nel pavimento, un mosaico in bianco e nero in cui sono raffigurati, entro specchiature nere, i simboli dei sette gradi dell'iniziazione mitraica, dal più basso (in prossimità dell'ingresso) al più alto (in prossimità della parete di fondo e dello scomparso altare); nell'ultimo pannello è anche l'iscrizione dedicatoria FELICISSIMVS / EX VOTO F(ecit). Lungo le pareti laterali sono i podi per i fedeli. All'ingresso - cui si accede dalla strada tramite una porta decentrata rispetto all'asse del sacello, al fine di impedire ai passanti di scorgere i riti che si svolgevano all'interno - è una nicchia in cui doveva trovarsi la statua di uno dei due geni portatori di fiaccola.

  • Mitreo delle Terme del Mitra (I, XVII,2): costruito nella prima metà del III secolo in ambienti voltati di servizio nei sotterranei delle terme del Mitra, ospita una statua in marmo del dio che si accinge ad uccidere il toro, del II secolo, restaurata per l'occasione. Sul petto del toro è l'iscrizione in greco Kriton di Atene fece, che si riferirebbe allo scultore, oppure al donatore. La statua è disposta scenograficamente su un basamento obliquo, illuminato dalla luce diurna che arriva da un lucernario superiore. Vi furono rinvenute anche delle piccole piramidi in tufo che simboleggiavano la nascita del dio dalla roccia e tracce di pitture sulle pareti.

  • Mitreo del Palazzo imperiale: costruito nel 162, come testimonia l'iscrizione di dedica sul pavimento in mosaico di tessere bianche. Alle pareti, rivestite da semplice intonaco rosso, aveva podi, con nicchia centrale per statuette di Cautes e Cautopates, poste su basi con bassorilievi che li raffigurano, accanto all'iscrizione di dedica di un sovraintendente del luogo sacro. Sul lato di ingresso, all'angolo sud-est è presente una nicchia con base dotata di un foro per la collocazione di una lampada. Sul muro di fondo c'è un basamento in tufo preceduto da gradini in marmo, sormontati al centro da una base in muratura con sopra un altare in marmo, offerto dallo stesso donatore delle statuette. In una stanza adiacente è stata trovata una nicchia con mosaico policromo raffigurante Silvano.

  • Mitreo Fagan, scavato tra il 1794 e il 1802 dal pittore Robert Fagan, doveva trovarsi tra il cosiddetto "Palazzo imperiale" e la foce. Vi fu rinvenuto un gruppo marmoreo di Mitra che uccide il toro, ora ai Musei Vaticani e una statua di Aion, dedicata nel 190.

  • Mitreo Aldobrandini (II, I,2): addossato nel tardo II secolo ad una delle torri e ad un tratto del lato orientale delle mura del I secolo a.C., nella proprietà della famiglia Aldobrandini, in una zona non accessibile al pubblico; è stato scavato solo nella parte settentrionale, addossata alla torre. Si conserva la fine dei banconi laterali. L'estremità nord era leggermente rialzata e preceduta da un'area pavimentata in marmi colorati e limitata da pilastri in laterizio e da una tavola in lastre di marmo; sul fondo è presente un altare in lastre marmoree con l'iscrizione di dedica da parte del pater Sesto Pompeio Massimo, sacerdote del Sole. L'iscrizione menziona il rivestimento in marmo dei banconi (indicati come praesepia e segnalando la loro lunghezza complessiva di 68 piedi), di un trono e di un rilievo in marmo, quest'ultimo in sostituzione di una pittura su stoffa, danneggiata dall'umidità.

  • Mitreo di Porta Romana (II, II,5): venne realizzato in opera listata in un ambiente alle spalle di un piccolo sacello affacciato sul decumano massimo, nel corso del III secolo. L'ingresso si trovava sul lato nord e sui muri laterali erano allineati i podi. All'ingresso si trova una piccola vasca per l'acqua, nei pressi della quale si è conservato un tratto del rivestimento marmoreo del pavimento e dei podi. Sul lato di fondo, verso sud, i podi laterali si interrompono e restano le fondazioni di un altare.

  • Mitreo dei Marmi Colorati (IV, IX, 5). In un ambiente di una caupona di III sec. d.C. edificata fuori Porta Marina, in prossimità delle Terme di Porta Marina, viene a installarsi, nel IV sec., un mitreo - l'unico extraurbano finora noto a Ostia - che trasforma completamente la destinazione d'uso dell'edificio. Rialzando un ambiente semisotterraneo, si realizzò lo speculum mitraico, ossia l'aula di culto, che venne pavimentato con circa un migliaio di piccole lastrine irregolari di marmi colorati provenienti dai quattro angoli dell'Impero, tutte di reimpiego, che valgono al mitreo la sua attuale denominazione. Nella nicchia absidale dovevano trovarsi un thronum e un rilievo marmoreo, entrambi perduti. Lungo uno dei lati c'è un podium, anch'esso ricoperto dalle crustae marmoree e, in prossimità dell'ingresso, si trovano un pozzo e un'aiuola. Le pareti sono dipinte con una decorazione imitante il marmo. Affreschi decorano anche gli altri ambienti del complesso, nei quali si trovano anche dei graffiti legati al culto mitraico. Gli studiosi che lo hanno riportato alla luce nel 2014 ritengono che possa essere l'ultimo mitreo edificato nell'Impero Romano. Dopo neppure un secolo di vita, il complesso venne messo fuori uso e smantellato. Un successivo crollo ne sancì il definitivo abbandono.



Nessun commento:

Posta un commento

Via Lauretana (Toscana)

  La  via Lauretana  è un'antica strada etrusco-romana della Val di Chiana che collegava Cortona a Montepulciano e Siena. Venne realizza...