domenica 24 dicembre 2023

Lamine di Pyrgi (Lazio)

 

Le Lamine di Pyrgi sono un documento inciso su tre fogli di lamina d'oro, di fondamentale importanza per la conoscenza della storia e della lingua del popolo etrusco. Fra i più importanti documenti epigrafici in lingua etrusca, attualmente il reperto è esposto al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, a Roma. Le lamine sono state rinvenute l'8 luglio 1964 durante una campagna di scavo diretta da Massimo Pallottino presso Santa Severa nel sito archeologico etrusco di Pyrgi. La città era uno dei porti di Caere (l'antica Cerveteri) e tra il VI ed il IV secolo a.C. rappresentava uno dei più importanti scali commerciali del bacino del Mediterraneo e possedeva almeno due santuari di rilevanza internazionale: un tempio della fine del VI secolo a.C. dedicato a Uni/Astarte (denominato Tempio B nell'area di scavi) e un tempio della prima metà del V secolo a.C. dedicato a Thesan/Leucotea (Tempio A).
Le tre lamine ritrovate nelle vicinanze del Tempio B e alte circa 20 cm, risalgono alla fine del VI o all'inizio del V secolo a.C. e contengono un testo in lingua fenicia e due in lingua etrusca. Si tratta di un'iscrizione sacra: i documenti testimoniano la consacrazione del tempio alla dea etrusca Uni, assimilata alla fenicia Astarte, da parte di Thefarie Velianas, supremo magistrato (lucumone) della città di Caere. Non sono propriamente dei testi bilingui in quanto presentano alcune differenze di estensione e di contenuto.
I due testi più lunghi — una lamina con iscrizioni in etrusco di 16 righe e 36 o 37 parole e l'altra di 10 righe in fenicio — sono quelli con le maggiori somiglianze; il testo in fenicio fornisce le motivazioni della consacrazione (Thefarie Velianas rende omaggio alla dea per la sua posizione di vertice nel governo cittadino), mentre quello etrusco sembra dare maggiore risalto al cerimoniale del culto. La terza lamina — con testo in etrusco di 9 righe — riassume brevemente la dedica.
Sebbene non comparabili — per l'imperfetta corrispondenza di contenuti e per la lunghezza decisamente inferiore — alla famosa stele di Rosetta, che permise la quasi totale decifrazione dei geroglifici egizi, le lamine di Pyrgi hanno comunque permesso agli studiosi un miglioramento della comprensione della lingua etrusca.
Il testo bilingue documenta il grado di influenza politica e culturale dei Punici in Etruria durante il VI sec. a.C. — con Thefarie Velianas come punto di riferimento all'interno di una rete di alleanze finalizzate a contrastare le mire espansionistiche elleniche nel Tirreno, scopo infine raggiunto dagli Etruschi — e può essere collegato dal punto di vista storico-politico con le notizie circa il primo trattato tra Romani e Cartaginesi siglato, per la Repubblica romana, dal console Lucio Giunio Bruto nel 505 a.C. e menzionato da Polibio nelle sue Storie (Pol., Hist. 3, 22).

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