A fondo scuro
Nel IX secolo a.C. la ceramica etrusca è costituita da ceramica d'impasto; utilizzata a scopo domestico o funerario copre una serie limitata di forme ed è decorata a incisione o a impressione con elementi in stile geometrico. Dall'VIII secolo a.C. in corrispondenza delle novità socio-economiche pervenute a modificare la struttura delle popolazioni villanoviane la ceramica di impasto si presenta in nuove forme, funzioni e decorazioni derivate in gran parte dalla contemporanea produzione in metallo. Con il formarsi del bucchero e il diffondersi della ceramica dipinta a fondo chiaro la ceramica d'impasto diviene sempre più, a posteriori, elemento per la comprensione dell'assimilazione, ai livelli più bassi della produzione, degli elementi importati, almeno fino al terzo quarto del VII secolo a.C. Dalla ceramica di impasto si sviluppa, nel VII secolo a.C., il bucchero, attraverso un processo di perfezionamento nella tecnica di depurazione e ossidazione. I primi esempi di bucchero sono apparsi a Caere, nel sud dell'Etruria.
Nel IX secolo a.C. la ceramica etrusca è costituita da ceramica d'impasto; utilizzata a scopo domestico o funerario copre una serie limitata di forme ed è decorata a incisione o a impressione con elementi in stile geometrico. Dall'VIII secolo a.C. in corrispondenza delle novità socio-economiche pervenute a modificare la struttura delle popolazioni villanoviane la ceramica di impasto si presenta in nuove forme, funzioni e decorazioni derivate in gran parte dalla contemporanea produzione in metallo. Con il formarsi del bucchero e il diffondersi della ceramica dipinta a fondo chiaro la ceramica d'impasto diviene sempre più, a posteriori, elemento per la comprensione dell'assimilazione, ai livelli più bassi della produzione, degli elementi importati, almeno fino al terzo quarto del VII secolo a.C. Dalla ceramica di impasto si sviluppa, nel VII secolo a.C., il bucchero, attraverso un processo di perfezionamento nella tecnica di depurazione e ossidazione. I primi esempi di bucchero sono apparsi a Caere, nel sud dell'Etruria.
Etrusco-geometrico
I primi contatti dei greci con l'occidente diventano regolari a partire dall'VIII secolo a.C. e sono attestati da alcune coppe euboiche trovate a Veio e a Ischia (l'antica Pithecusa); seguì la seconda colonizzazione greca e uno dei risultati di questi contatti fu la «ceramica italo-geometrica», classe che si riferisce propriamente ad oggetti ceramici creati in Italia e in Sicilia al di fuori delle colonie greche e la cui decorazione risulta essere in linea con lo stile geometrico greco.
Di questo stile, il primo esempio è stato rintracciato in Etruria, a Veio, Vulci e Tarquinia. Per questi prodotti è stata coniata la definizione ceramica etrusco-geometrica che si riferisce alla produzione vascolare in Etruria, di stile geometrico, compresa tra il terzo quarto dell'VIII secolo a.C. e la prima metà del VII secolo a.C., periodo nel quale si trova uno stile subgeometrico ormai mischiato a influenze orientaleggianti. Questi prodotti, talvolta distinguibili dai prodotti greci solo tramite l'argilla, presentano una decorazione di tipo euboico, mentre alcune forme sono tipicamente indigene come l'anfora biconica.
Orientalizzante antico e medio
Prima dell'etrusco-corinzio, l'influsso orientalizzante diede luogo, nel VII secolo a.C., a una ceramica né propriamente subgeometrica né orientalizzante, che accoglieva temi nuovi e semplici come i triangoli a raggio o altri più complessi come la fila di uccelli a silhouette; questa ceramica fu esportata nel Lazio e in Campania. Appartiene a questa fase un lavoro, di difficile classificazione, conosciuto come vaso di Aristonothos, trovato a Caere e datato al 650 a.C. Il nome deriva dalla firma apposta in alfabeto greco, unico elemento per l'identificazione di questo autore che non sembra aver avuto seguaci. L'opera è stilisticamente assimilabile alla ceramica protoattica, ma l'ipotesi di una fabbricazione locale è sostenuta sia dagli aspetti tecnici e materiali del vaso, sia dall'esistenza a Caere di un altro esemplare dotato di simili caratteri e forma tipicamente locale, proveniente dalla necropoli di Monte Abatone, tomba 279, e conservato al Museo di Cerveteri. Lo stretto rapporto tra Caere e la produzione protoattica è testimoniato d'altra parte dal rinvenimento del noto frammento attribuito al Pittore di Nesso. Aristonothos, ceramista di probabile origine calcidese, ma di formazione attico-insulare, chiude l'esperienza euboico-cicladica a seguito della quale si apre una fase di prevalente influenza corinzia.
Etrusco-corinzio
Si definisce ceramica etrusco-corinzia la produzione di imitazione e adattamento della ceramica corinzia dei periodi transizionale e maturo. Inizia nell'Etruria meridionale intorno al 630 a.C., data convenzionale per l'inizio del periodo detto orientalizzante recente, con un gruppo di vasi attribuiti ad un ceramografo formatosi a Corinto tra il 640 e il 625 a.C. e chiamato convenzionalmente Pittore della sfinge barbuta; i centri maggiormente produttivi sono Veio, Caere, Tarquinia e Vulci. Termina intorno al 540 a.C. con la fine delle esportazioni da parte di Corinto e con lo stabilirsi in Etruria dei primi laboratori di ceramica a figure nere. Si tratta di una produzione scarsamente omogenea, le decorazioni sono prevalentemente lineari e animalistiche, mentre le figure umane sono presenti in misura minore. La tecnica policroma è particolarmente diffusa, consona all'esuberante fantasia disegnativa che conduce a figure sproporzionate e inverosimili, impensabili per il mondo greco; è affiancata dalle figure nere e impiegata sia su piccoli vasi a decorazione miniaturistica, di stretta imitazione corinzia, sia su anfore di più grandi dimensioni di impronta maggiormente locale. Le forme vascolari derivano da quelle corinzie e sono costruite in modo imitativo anche per ciò che riguarda l'argilla, che si presenta fine e di color giallo chiaro, appena tendente al grigio o al marrone. La pittura è opaca e leggera. Insieme al corinzio, sono presenti influenze laconiche e greco-orientali, queste ultime evidenti nel linguaggio del Pittore delle rondini.
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