domenica 15 ottobre 2023

Tempio di Garni - ARMENIA


Il tempio di Garni (in armeno Գառնու տաճար?, Gaṙnu tačar, ˈgɑrnu ˈtɑtʃɑʁ) è il solo tempio Greco-Romano colonnato rimasto in Armenia. Realizzato in stile ionico e situato nel villaggio di Garni è la struttura e simbolo più conosciuto dell'Armenia pre-cristiana.
L'edificio fu probabilmente fatto costruire da re Tiridate I nel I secolo d.C. in onore al dio del sole Mihr. In seguito alla conversione dell'Armenia al cristianesimo all'inizio del IV secolo venne convertito in una residenza estiva per Khosrovidukht, sorella di Tiridate III. Secondo alcuni studiosi non era un tempio, ma una tomba e per questo sopravvisse alla distruzione delle strutture pagane. Crollò nel terremoto del 1679. L'interesse rinnovato nel XIX secolo portò agli scavi del sito e alla sua ricostruzione tra il 1969 e il 1975. è una delle principali attrazioni turistiche dell'Armenia e il santuario centrale del neopaganesimo armeno.
Il tempio è situato sull'orlo di una scogliera triangolare che sovrasta il burrone del fiume Azat e le montagne di Gegham e fa parte della fortezza di Garni. una delle più antiche fortezze armene. è menzionato come Gorneas negli Annales di Tacito del I secolo. La fortezza fu strategicamente significativa per la difesa delle principali città della piana dell'Ararat.
La data precisa di costruzione del tempio è sconosciuta e soggetta a dibattito. L'opinione maggioritaria è che sia stato costruito nel 77 d.C. durante il regno di Tiridate I. Questa data è stata calcolata sulla base di un'iscrizione in greco antico (nella foto aa sinistra), scoperta dall'artista Martiros Saryan nel 1945 su un muro della fortezza, che nomina Tiridate il Sole (Helios) come fondatore del tempio. L'iscrizione è danneggiata e varie letture sono possibili. 
La maggior parte degli studiosi attribuisce l'iscrizione a Tiridate I e poiché questa dice che il tempio fu costruito nell'undicesimo anno del suo regno, si ritiene che sia stato completato nel 77 d.C. La data è legata principalmente alla visita di Tiridate I a Roma nel 66 d.C., dove fu incoronato dall'imperatore Nerone. Per ricostruire la città di Artaxata, distrutta dal generale Romano Gnaeus Domitius Corbulo, Nerone diede a Tiridate 50 milioni di dracme e fornì artigiani Romani. Al suo ritorno in Armenia Tiridate iniziò un grande progetto di costruzioni, inclusa la ricostruzione della città fortificata di Garni. È in questo periodo che si ritiene che il tempio sia stato costruito.
Si pensa che il tempio sia stato dedicato a Mihr, il dio del sole della mitologia armena, influenzata dal Zoroastrianismo ed equivalente a Mithra. Tiridate, come altri monarchi armeni, considerava Mihr come patrono. Alcuni studiosi hanno sostenuto che nel contesto storico nel quale il tempio fu eretto, ciò al ritorno da Roma come re, è naturale che Tiridate dedicasse il tempio al suo dio patrono. Inoltre sono stati scoperte sculture in marmo bianco di zoccoli di toro a circa 20 metri dal tempio, che potrebbero essere i resti di una scultura del dio Mihr, che veniva spesso ritratto in lotta con un toro.
All'inizio del IV secolo, quando il re armeno Tiridate III adottò il cristianesimo come religione di stato, praticamente tutti i luoghi di adorazione pagani furono distrutti. Il tempio di Garni è la sola struttura pagana, ellenistica, e greco-romana ad essere sopravvissuta alla distruzione. Rimane sconosciuto il motivo.
Secondo Movses Khorenatsi una residenza estiva fu fatta costruire all'interno della fortezza per Khosrovidukht, la sorella di Tiridate III. Per questo motivo furono fatte alcune modifiche al tempio. L'altare sacrificale all'esterno del tempio e la statua di venerazione nella cella furono rimosse. L'apertura nel tetto fu chiusa. La struttura di pietra per rimuovere l'acqua dal tetto fu anch'essa rimossa, mentre l'entrata del tempio fu modificata.
Sui muri del tempio c'è una serie di graffiti in arabo, datati al IX-X secolo. Sul muro dell'ingresso del tempio c'è un'iscrizione in armeno datata 1291 e lasciata dalla principessa Khoshak of Garni, nipote di Ivane Zakarian, della famiglia zakaride, comandante delle forze georgiane-armene all'inizio del XIII secolo, e da Amir Zakare, figlio di Khoshak. Racconta dell'esenzione della popolazione di Garni da tasse in forma di vino, capre e pecore.
Tutte le colonne del tempio collassarono in seguito a un devastante terremoto il 4 luglio 1679, il cui epicentro si ritiene sia stato localizzato nella gola di Garni. La maggior parte dei blocchi rimasero sparsi sul sito e fu possibile ricostruirlo alla fine degli anni 1960 riutilizzando fino all'80% del materiale originale.
Nel 1949 l'Accademia nazionale delle scienze armena iniziò una serie importante di scavi sul sito della fortezza di Garni, condotti da Babken Arakelyan. Lo storico dell'architettura Alexander Sahinian si concentrò sul tempio. Fu solo circa vent'anni dopo che il 10 dicembre 1968 il governo armeno sovietico approvò il piano di ricostruzione del tempio. Un gruppo condotto da Sahinian iniziò i lavori nel gennaio 1969. L'opera fu completata nel 1975, circa 300 anni dopo il sisma del 1679 che l'aveva distrutto. Il tempio fu quasi completamente ricostruito usando le pietre originali, eccetto per quelle mancanti per le quali si usarono pietre bianche che fossero facilmente riconoscibili. Nel 1978 fu eretto un monumento a Sahinian nelle vicinanze del tempio.
Il tempio è un periptero (un tempio circondato da un portico colonnato) costruito su un podio elevato. È stato costruito con pietra in basalto grigio estratto localmente. Il tempio è formato da un pronao e una cella (naos, nella foto a sinistra). Il tempio è supportato da un totale di 24 colonne alte 6,54 m di ordine ionico: sei di fronte, sei sul retro e otto sui lati (le colonne d'angolo sono contate due volte). Basandosi su un'analisi comparativa Sahinian ritiene che le colonne provengano dall'Asia Minore.
Il frontone triangolare ritrae piante e figure geometriche. La scala ha nove scalini inusualmente alti (30 cm), circa il doppio del solito. Tananyan suggerisce che questo possa essere voluto per inspirare un senso di umiltà nelle persone fisiche e per richiedere uno sforzo fisico per raggiungere l'altare. Su entrambi i lati della scala ci sono dei piedistalli rozzamente squadrati. Su entrambi è scolpito Atlante, il titano che sostiene la terra, in una maniera che sembra che sostenga il tempio sulle sue spalle. Si assume che originariamente i piedistalli sostenessero altari sacrificali.
L'esterno del tempio è riccamente decorato. I fregi ritraggono una linea continua di acanti. Inoltre sono ornati i capitelli, architravi e il soffitto. Sulle pietre della cornice fontale si proiettano sculture di teste di leone. Un frammento dell'architrave che porta una testa di leone è stata rimossa dal capitano J. Buchan Telfer alla fine del XIX secolo e donata da lui al British Museum in 1907.
La cella del tempio è alta 7,132 m, lunga 7,98 m e larga 5,05 m. A causa delle sue dimensioni relativamente piccole è stato proposto che anticamente contenesse una statua e le cerimonie fossero tenute all'esterno. La cella è illuminata da due fonti: l'ingresso sproporzionatamente grande di 2,29 per 4,68 m e l'apertura del tetto di 1,74 per 1,26 m.
Il tempio divenne una destinazione turistica anche prima del suo restauro negli anni 1970. Oggigiorno è, con il vicino monastero di Geghard, una delle principali attrazioni turistiche in Armenia. La maggior parte delle persone che visitano Garni visitano anche Geghard. I due siti sono spesso noti collettivamente come Garni-Geghard (Գառնի-Գեղարդ). Nel 2013 circa 200000 persone visitarono il tempio.
Il tempio e la fortezza fanno parte del Riserva museale culturale e storica di Garni (in armeno «Գառնի» պատմա-մշակութային արգելոց-թանգարան?), che occupa 3,5 ettari (8,6 acri). Nel 2011 l'UNESCO assegnò al Museo-Riserva di Garni il premio internazionale Melina Mercuri per la protezione e la gestione di panorami culturali per le "misure intraprese per preservare le sue vestigia culturali e l'enfasi messa nello sforzo di interpretare ed aprire il sito per visitatori nazionali ed internazionali."
Dal 1990, il tempio è stato il santuario principale dei seguaci del Neopaganesimo armeno, che tengono annualmente cerimonie al tempio, specialmente il 21 marzo, il nuovo anno pagano.
Il 25 settembre 2014 Maksim Nikitenko, un turista russo ha deturpato il tempio scrivendo con della vertice spray "В мире идол ничто" (letteralmente "Nel mondo, l'idolo non è niente"). La scritta venne cancellata qualche giorno dopo. Il servizio di stato armeno per la protezione delle riserve storiche e culturali ha fatto causa contro Nikitenko nel febbraio 2015, chiedendo il risarcimento del danno risultato dal vandalismo, quantificato in 839.390 Dram armeni (~$1,760). Nell'aprile 2015 la corte della provincia di Kotayk ha condannato Nikitenko a due mesi di detenzione e a una multa per l'ammontare richiesto dal servizio di stato armeno.

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