giovedì 11 gennaio 2024

Musei Capitolini di Roma: le Sale Castellani (Lazio)

 

In queste tre sale (X, XI e XII) sono esposti oggetti provenienti dalle donazioni di Augusto Castellani degli anni 1867 ("raccolta di vasi tirreni") e 1876 (vasta collezione di oggetti antichi). Qui giunti, per mantenere l'ordine concettuale della visita è opportuno ritornare allo scalone d'ingresso. Augusto Castellani fu un orafo, collezionista e mercante antiquario attivo a Roma, con una grande clientela internazionale. A differenza del fratello Alessandro, l'obiettivo della sua attività fu principalmente - e rimase sempre - quello di incrementare la propria collezione che, come egli stesso affermò, "deve restare a Roma". Al momento dell'unità d'Italia, Augusto partecipò attivamente all'instaurazione della nuova capitale, contribuendovi anche come membro fondatore della Commissione archeologica comunale (che in quegli anni di febbre edilizia ebbe a disposizione una impressionante quantità di nuovi reperti), e del Museo Artistico Industriale di Roma, fondato nel 1872 dai
due Castellani e dal principe Baldassarre Odelscalchi, sul modello degli analoghi di Parigi, Londra e Vienna. In questo contesto fu anche nominato, dal 1873, direttore onorario dei Musei Capitolini.
La collezione Castellani comprende 700 reperti circa, provenienti dall'Etruria, dal Latium vetus e dalla Magna Grecia, in un arco cronologico che va dall'VIII al IV secolo a.C.. Il primo gruppo di reperti era costituito dai ritrovamenti delle necropoli etrusche di Veio, Cerveteri, Tarquinia e Vulci, oltre a siti laziali come quelli di Palestrina, di alcuni centri della Sabina e dell'agro falisco (Civita Castellana), oltre ovviamente a Roma stessa. Il fratello Alessandro cedette ad Augusto molti materiali provenienti dalle sue collezioni campane e dell'Italia meridionale.
Le sale sono così organizzate: nella prima sono state ordinate le ceramiche, comprese quelle importate dalla Grecia, nella seconda quelle prodotte localmente. I numerosi vasi attici trovati soprattutto nelle necropoli etrusche permettono così agli archeologi di ricostruire della storia della produzione artistica, non solo dell'antica Grecia, ma anche di tutte le altre civiltà presenti nel Mediterraneo dei secoli VIII-IV a.C.

Nelle foto:
- Achille e Aiace giocando a un gioco da tavolo. Oinochoe a figure nere (530 a.C.)
- Donna con la domestica. Lekythos attico a fondo bianco


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