Sirmio (in latino: Sirmium), l'attuale Sremska
Mitrovica in Serbia, fu un'importante città
della Pannonia romana lungo il fiume Sava.
L'attuale regione della Sirmia ha preso il nome da questa
città. Numerose spedizioni militari furono infatti preparate proprio
in questa città, spesso utilizzata come quartier generale. Ciò
accadde sotto Marco Aurelio (durante le guerre
marcomanniche), Massimino il Trace e Claudio
II (nel 270).
Sirmio fu una delle città più antiche d'Europa: le prime tracce di
vita umana organizzata reperite dagli archeologi risalgono al 5.000
a.C. La città, fondata nei territori delle
tribù celtiche di Scordisci e Amantini nel III
secolo a.C., fu conquistata per la prima volta dai Romani nel corso
delle campagne dalmato-illiriche (13-9 a.C.) condotte
da Tiberio e Marco Vinicio. Un ventennio più tardi,
nel corso della rivolta dalmato-pannonica del 6-9, le truppe
romane agli ordini di Aulo Cecina Severo riuscirono a
difendere l'importante roccaforte (nel 6), organizzando
per l'anno seguente l'offensiva che portò a rioccupare l'intera
valle della Sava, via di comunicazione fondamentale per la vittoria
finale romana. E sotto la dinastia dei Flavi, Sirmio raggiunse
lo status di colonia romana, mantenendo un
importante ruolo strategico nell'area nella nuova provincia
romana di Pannonia. È probabile che durante le campagne daciche
di Domiziano siano state installate in zona
alcune vexillationes della legio II Adiutrix.

Nel 103,
una volta terminata la prima fase della conquista della Dacia,
la Pannonia fu divisa da Traiano in Pannonia
superiore e inferiore, e Sirmio divenne capitale di
quest'ultima, almeno fino a quando Adriano la portò
ad Aquincum un quindicennio più tardi (costruendovi anche
un nuovo palazzo del governatore). Durante le guerre
marcomanniche fu anche quartier generale delle armate
settentrionali di Marco Aurelio (
a sinistra) negli
anni 174 e 175 durante la prima expeditio
germanica e nel 179-180 durante la secunda
expeditio germanica. Qui potrebbe essere stata trasportata la salma
dello stesso imperatore filosofo, morto il 17 marzo del 180,
secondo quanto ci tramanda lo storico cristiano Tertulliano,
contemporaneo ai fatti.
Nella città furono insediati numerosi beneficiari
consulares della legio II Adiutrix e della legio
IV Flavia Felix a partire dalla metà del II
secolo fino alla prima metà del III secolo. Non a caso
divenne nuovamente "quartier generale" per le nuove
campagne di Massimino il Trace negli anni 236-237,
quando l'obbiettivo erano gli Iazigi della piana
del Tisza.
Massimino, infatti, dopo aver reso sicure le frontiere
della Germania, si recò in Pannonia a Sirmium per
l'inverno (del 235/236) e condusse nuove campagne
contro i sarmati Iazigi della piana del Tibisco,
che avevano provato ad attraversare il Danubio dopo circa
un cinquantennio di pace lungo le loro frontiere, ed i
vicini Quadi (come sembra testimonino alcune iscrizioni
rinvenute in zona Brigetio). Egli aveva un sogno: quello di
emulare il grande Marco Aurelio e conquistare la
libera Germania Magna. Il suo quartier generale, posto
a Sirmium, era al centro del fronte pannonico
inferiore e dacico. Così infatti riporta la Historia
Augusta:«Portate a termine le campagne in Germania [contro
gli Alemanni], Massimino si recò a Sirmio, per preparare una
spedizione contro i Sarmati, e programmando di sottomettere a Roma le
regioni settentrionali fino all'Oceano.» (Historia Augusta - I due
Massimini, 13.3.)

Numerose appaiono, infine, le iscrizioni lungo il tratto di limes
pannonicus che univa nell'ordine i castra di: Ulcisia
Castra, Aquincum, Matrica, Intercisa, Annamatia, Lussonium, Alta
Ripa, Ad Statuas, Sopianae e Mursa, a
testimonianza delle campagne militari nell'area sarmatica. In numero
inferiore sono invece le iscrizioni lungo il tratto di limes
dacicus, come ad esempio nella fortezza
legionaria di Apulum.
Grazie ai successi ottenuti sul Danubio, l'imperatore poté ottenere
i titoli di Dacicus (fine del 236-inizi
del 237) e Sarmaticus (nel 237).
Attorno agli anni 245-247 fu istituito un comando militare
generale e centralizzato, pririo a Sirmio, per l'intera
frontiera del medio e basso Danubio che avrebbe dovuto comprendere,
pertanto, le province di Pannonia inferiore, Mesia superiore ed
inferiore, oltre alle Tre Dacie. A capo di questo distretto militare
fu posto Tiberio Claudio Marino Pacaziano. E
nel 260 potrebbe esserci stato lo scontro decisivo (se
non fu invece a Mursa) tra le armate di Gallieno (imperatore
legittimo) e quelle dell'usurpatore Ingenuo.
Aureliano, una volta morto Claudio II, fu proclamato imperatore
da parte delle truppe di stanza in Pannonia, proprio a Sirmium,
poco prima di affrontare gli Iutungi che avevano sfondato
il fronte danubiano. E il successivo imperatore Marco
Aurelio Probo, nativo della città, qui vi morì
nel 282, mentre il suo successore Marco Aurelio
Caro, era acclamato dalle truppe riunite di Pannonia.
La Historia Augusta racconta di due curiosi episodi
collegati alla vita dell'imperatore Probo, il quale ordinò di
piantare delle viti di ottima qualità sul vicino monte Alma,
che si trovava poco a sud della città, dopo aver fatto dissodare il
terreno dai soldati; nel 282, decise, invece,
bonificare una vasta zona paludosa (anche con la costruzione di un
canale di scolo fino alla Sava) per ampliare il territorio della
sua città natale a vantaggio dei suoi abitanti, mettendo, però, a
lavorare molte migliaia di soldati, tanto che questi ultimi,
esasperati, lo uccisero.

Nell'ottobre del 293 Diocleziano si recò
a Sirmium per organizzare una nuova campagna militare per
l'anno successivo, contro i sarmati Iazigi. L'anno
seguente, infatti, ottenne un nuovo significativo successo sulle
tribù sarmatiche, tanto da essere acclamato per la terza volta con
il titolo di Sarmaticus maximus.
Pochi anni
più tardi, nel 296, sempre Diocleziano stabilì una nuova
suddivisione territoriale della regione, dividendola in quattro
province (Pannonia Prima, Pannonia Valeria, Pannonia Savia e Pannonia
Secunda); Sirmio divenne capitale della Pannonia Secunda. Già
nel 293, in seguito all'instaurazione della Tetrarchia,
l'Impero Romano era stato diviso in quattro parti e Sirmio era
diventata una delle quattro capitali al pari di Augusta
Treverorum, Mediolanum e Nicomedia. Durante la
Tetrarchia la città divenne la capitale dell'imperatore Galerio,
mentre con l'introduzione delle prefetture del pretorio
nel 318 Sirmio divenne la capitale della prefettura
dell'Illyricum. Tuttavia nel 379 la prefettura
dell'Illyricum fu divisa in orientale ed occidentale; quest'ultima,
comprendente Sirmio, fu inglobata nella prefettura dell'Italia,
mentre la parte orientale mantenne la sua autonomia con
capitale Tessalonica.
Negli anni compresi tra il 317 ed il 324, Costantino vi
soggiornò più volte, combattendo i Sarmati del tratto
di limes pannonicus, ed ottenendo per ben tre volte il titolo
vittorioso di Sarmaticus maximus (poco prima del 319,
poi nel 323 ed infine nel 334). Lo stesso
Mócsy crede che l'"imperatore cristiano" vi soggiornò
quasi ininterrottamente fino al 324 (anno in cui le sue
armate mossero contro Licinio), facendone la propria capitale e
quartier generale delle armate del Danubio.

Anche Horst sostiene che tra le sue residenze imperiali preferite,
nel corso degli anni compresi tra il 317 ed il 323, vi
fosse Sirmium oltre a Serdica. Durante la
fase finale della guerra civile (nel 324), Licinio abbandonò
la città alle armate che avanzavano da Occidente di Costantino
I. Alla morte di quest'ultimo (avvenuta tredici anni più
tardi, nel 337), i tre figli (Costantino II, Costanzo
II e Costante I), si riunirono a Sirmium, ed
il 9 settembre furono acclamati Augusti dall'esercito,
spartendosi l'Impero.
Il 15 marzo del 351, sempre a Sirmium, il cugino e cognato
di Costanzo II, Gallo, fu nominato Cesare d'Oriente.
Poco dopo Costanzo II organizzò e presiedette al concilio di
Sirmio, che produsse un credo ariano e condannò Fotino di
Sirmio; Costanzo prese atto della condanna e bandì Fotino
definitivamente. In seguito questo imperatore trascorse
altri periodi nella sua città natale, come nel corso della campagna
contro Magnenzio (con quest'ultimo che tentò invano di
assediare la città), durante l'inverno del 351/352 oppure
dall'ottobre del 357 al maggio del 359, quando vi pose
la sua corte imperiale (ampliando il preesistente palazzo
imperiale) ed il suo quartier generale per le campagne
militari condotte nella primavera di quello stesso anno contro
gli Iazigi e gli alleati, Quadi. Il 10
ottobre del 361 le truppe del nipote di Costanzo II, Flavio
Claudio Giuliano, sbarcarono a Bononia, da dove giunsero a Sirmium,
ancora residenza della corte, che si arrese senza combattere. Qui
Giuliano vi trascorse poco tempo, organizzando le forze in
vista di un possibile scontro con Costanzo II, che non avvenne poiché
morì evitando l'inizio di una nuova guerra civile. Pochi
anni più tardi (fine del 363-inizi del 364), al tempo
dell'imperatore Gioviano, Sirmio fu teatro di una rivolta
di Batavi, i quali erano stati lasciati a guardia della
città.

In seguito ad una nuova invasione di Quadi e Iazigi dei
territori della Pannonia e della Mesia
superiore (nel 374), Ammiano Marcellino racconta
che lo stesso prefetto del Pretorio dell'Illirico, un
certo Sesto Petronio Probo, che si trovava a Sirmio, pur
avendo in un primo momento ipotizzato di fuggire dalla città,
lasciandola in balia dei barbari, decise poi di rimanervi e di
apprestarsi a resistere. Egli infatti decise di ripulire i fossati
colmi di macerie, riparare i merli delle alte torri, la maggior parte
delle mura, trascurate a causa di un lungo periodo di pace e di
richiamare una coorte di arcieri Sagittari dal
più vicino presidio per utilizzarla in un eventuale assedio. In
seguito a questi eventi, l'intervento diretto
dell'imperatore Valentiniano I, costrinse i barbari a
ritirarsi (nel 375). Zosimo, infine, racconta che alla
morte di Valentiniano I, il 17 novembre del 375, un fulmine si
abbatté sulla città ed incendiò il foro e parte della reggia
imperiale. Nel 376 la città divenne sede
vescovile, mentre due anni più tardi, nel 378, Graziano vi
sostò quattro giorni prima di raggiungere
l'imperatore Valente, e poco dopo Teodosio I fu
acclamato Augusto (nel 379).
Con l'avvento del Cristianesimo la città ne fu un
importante centro di irradiazione nonché sede della diocesi di
Sirmio e di cinque differenti concilii. In epoca romana Sirmio
aveva un palazzo imperiale, un ippodromo, una zecca,
un anfiteatro, un teatro e le terme.
Alla fine del secolo IV Sirmio fu presa dai Goti e
poi annessa all'Impero Romano d'Oriente. Nel 441 fu
conquistata dagli Unni e da quel momento rimase in mano a
varie popolazioni barbariche come i Goti/Ostrogoti (dal
tempo dell'imperatore Marciano, almeno a Teodorico il
Grande) e Gepidi (dei quali fu anche temporaneamente
capitale). Dal 567 Sirmio fu nuovamente inclusa nell'Impero
Romano d'Oriente, per poi essere conquistata e
distrutta dagli Avari nel 582.
Quasi seicento anni più tardi,
nel 1167, nei suoi pressi fu combattuta un'importante battaglia,
tra gli eserciti dell'Impero bizantino e del Regno di
Ungheria. La decisiva vittoria dei bizantini costrinse gli ungheresi
ad accettare la pace alle condizioni dettate da Costantinopoli.

I primi scavi archeologici avvennero
nel 1957 e nei primi anni settanta, sulla base dei primi
ritrovamenti effettuati, alcuni archeologi americani, sponsorizzati
dal governo degli Stati Uniti, offrirono ai cittadini di Sremska
Mitrovica di ricostruire completamente la città in un'altra
posizione, in modo da poter scavare sul sito dell'antica Sirmium.
Il governo jugoslavo sembra però che si sia rifiutato,
sebbene abbia successivamente limitato la costruzione di nuove opere
architettoniche venendo incontro alle necessità archeologiche del
sito. Durante i successivi lavori per un nuovo centro commerciale
del 1972, un operaio accidentalmente ha rinvenuto una vecchia
pentola di epoca romana, a circa 2 m di profondità. Più tardi
sono poi state trovate 33 monete romane d'oro, chiuse in
una custodia di pelle all'interno di una parete di un'abitazione
romana, identificabili con un piccolo tesoretto di risparmi, nascosti
da una ricca famiglia romana durante il periodo delle invasioni
barbariche. Di questo straordinario ritrovamento, vi erano quattro
monete coniate a Sirmio, di Costanzo II.
I lavori di scavo si sono succeduti negli anni successivi portando
alla luce anche i resti di un palazzo imperiale (la cui
costruzione potrebbe essere stata iniziata già sotto Marco
Aurelio tra il 170 ed il 175, o più
probabilmente al tempo di Galerio a partire dal 293 circa),
un ippodromo degli inizi del IV secolo (scavato
in minima parte, che misurava 430-500 metri di lunghezza ed una
larghezza complessiva attorno ai 70 metri), un anfiteatro, terme
romane (dette "Bagni Liciniani", databili attorno
al 308-316), un granaio (horreum), aree commerciali ed
industriali, lussuose residenze urbane, così come condomini a
più piani (insulae) dove viveva la popolazione più povera (si parla
di 100.000 abitanti nel IV secolo), oltre ad un imponente cinta
muraria ed un acquedotto (lungo 14 km) che portava le
acque dalla sorgente Vranjaš del Fruška Gora. Fu
inoltre istituita una zecca con due officine almeno a
partire dal 320-326, durante il regno di Costantino I fino
a Valentiniano I (le cui monete riportavano le
scritte SIRM, SIROB, SM).