Le Terme Suburbane sono un complesso termale di epoca
romana, sepolte dall'eruzione del Vesuvio del 79 e ritrovate a
seguito degli scavi archeologici dell'antica Ercolano:
nel loro genere sono uno degli edifici termali meglio conservati in
tutto l'Impero Romano.. Le Terme del Foro vennero edificate
all'inizio del I secolo per volere di Marco Nonio
Balbo come dono alla città: il luogo prescelto per la
loro costruzione fu quello immediatamente vicino alla costa,
utilizzando in parte le vecchie mura difensive cadute ormai
in disuso. Dopo il restauro dovuto ai danni provocati
dal terremoto di Pompei del 62, il complesso venne seppellito
sotto una coltre di fango a causa delle colate
piroclastiche durante l'eruzione del Vesuvio del 79:
venne esplorato alla fine del XVIII
secolo dagli archeologici borbonici, mediante cunicoli
e riportato alla luce soltanto agli inizi del XX secolo per
volontà di Amedeo Maiuri; grazie all'utilizzo
di mattoni e cemento le terme subirono pochi
danni durante l'evento eruttivo, conservandosi quasi del tutto
intatte.
Le Terme Suburbane sono caratterizzate lungo il loro perimetro da
ampie finestre, oltre a otto lucernai posti sul tetto per
illuminare l'interno e rispetto alle Terme del Foro non
erano divise in sezioni femminili e maschili, ma semplicemente i due
sessi entravano ad orari diversi, in quanto dotate di un unico
impianto termale. Superato l'ingresso, segnato da
due semicolonne sovrastate da un timpano, e percorsa
una scala rivestita in legno, si giunge ad un
ampio vestibolo, con impluvium centrale decorato con
un'erma in marmo raffigurante Apollo, utilizzata
come fontana, che gettava acqua in un labrum:
le colonne che partono dai lati dell'impluvium terminano
poi in una struttura ad archi a tutto sesto[4].
Dal vestibolo è
possibile raggiungere tutti gli ambienti delle terme: su di esso
affacciano un corridoio che conduce direttamente alla Casa
del Rilievo di Telefo e due piccoli ambienti ai lati
dell'ingresso con il compito di regolare il flusso di clienti,
in particolare in quello di sinistra sono state ritrovate
trentacinque tegole bollate, mentre in quello di destra,
diviso a sua volta in due stanze più piccole tramite un tramezzo,
sono stati rinvenuti mattoni tubulari utilizzati per il passaggio
del vapore negli ambienti termali; caratteristici
inoltre sul tramezzo alcuni graffiti che ricordano
avvenimenti accaduti nelle terme, liste di vivande e
citazioni a stampo erotico. Sempre dal vestibolo si raggiunge
un piccolo ambiente con caldaia, asportata durante le
esplorazioni borboniche, di cui rimane il fondo in bronzo, per
il riscaldamento del calidarium ed una stanza probabilmente
utilizzata per effettuare massaggi: grandi finestre
consentivano la vista direttamente sulla spiaggia, mentre le
decorazioni sono lesene stuccate che reggono una trabeazione,
sulla quale poggia poi il soffitto a volta, oltre
a pavimento in cocciopesto. Dal vestibolo si passa
infine agli ambienti termali veri e propri: un ambiente era
utilizzato sia come apodyterium e che come frigidarium,
rivestito completamente in marmo pavonazzetto e
alle pareti affreschi in quarto
stile caratterizzati da pannelli in rosso e decorazioni con
motivi architettonici, oltre ad una piccola piscina per il
bagno freddo. Il tepidarium presenta una volta rivestita
in tegole mammate, mentre le pareti, lungo le quali sono
installate panche in marmo, sono decorate, separati tramite lesene,
con altorilievi in stucco, in quanto più resistenti
all'umidità e raffiguranti dei guerrieri nudi.
Dal tepidarium si accede sia al calidarium la cui
porta d'ingresso conserva ancora il battente in legno e nel quale è
possibile osservare, oltre a pannelli in stucco su una zoccolatura in
marmo, la forma del labrum nel fango solidificato, dopo
essere stata trascinata dalla furia eruttiva, poi ricollocata nella
posizione originale nella parte absidale della stanza,
che ad un ambiente, con soffitto a volta e pareti stuccate, nel quale
è presente una grande piscina riscaldata poggiante
su suspensurae; da questa sala si accede al laconicum,
di forma circolare con cupola conica, la cui unica decorazione è
un mosaico che raffigura una cratere avvolto
da tralci d'uva.
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