domenica 20 luglio 2025

Tomba Tinkinswood - REGNO UNITO

 

La tomba Tinkinswood (gal.: Siambr Gladdu Tinkinswood), conosciuta anche come Castell Carreg, Llech-y-Filiast o Maes-y-Filiast, è una tomba megalitica a camera, realizzata intorno al 4.000 a.C. durante il neolitico e sita nel Vale of Glamorgan, Galles.
La struttura può essere definita un dolmen, che è la tipologia di monumento megalitico più diffusa in Europa. Il dolmen è del tipo denominato Severn/Cotswold e consiste in una grande lastra superiore sorretta da due piccoli pilastri in pietra. Il tetto consiste in una lastra di limonite pesante circa 36 tonnellate e misura 7,4x4,2 metri ed è la più grande in Inghilterra e una delle più grandi in Europa. Si suppone che per porre la lastra all'altezza desiderata, sia stato necessario lo sforzo congiunto di circa 200 persone. Il monumento fu in origine ricoperto da un tumulo di terreno, che nel tempo è stato rimosso pian piano; al presente quello che rimane della montagnola di terra è posto dietro la struttura e misura circa 40x18 metri.
Il sito di Tinkinswood in passato era un villaggio neolitico, ma ora tutto quello che rimane è la tomba, costruita nel 4.000 a.C., 1.000 anni prima di Stonehenge.


Il sito venne scavato nel 1914 e all'interno della camera di sepoltura vennero rinvenute 920 ossa umane, quasi tutte rotte. Da questo è emerso che almeno quaranta persone, appartenenti a tutte le età e sesso, vi furono sepolte nel corso del Neolitico; sembrerebbe che il monumento sia stata la sepoltura comune degli abitanti dell'antico villaggio. I cadaveri dei morti furono probabilmente esposti prima di essere trasferiti nella camera di sepoltura. Ceramiche in stile neolitico e Bell-Beaker furono rinvenute nel sito e questa dimostra che la camera di sepoltura fu probabilmente utilizzata dalla comunità per un lungo periodo di tempo, forse fino all'età del bronzo antico. Durante lo scavo furono eseguiti lavori di restauro e venne costruito un pilastro in mattoni per sorreggere la grande pietra del tetto.
Dal sito partono due linee parallele di pietre sotto forma di una strada che porta distante dalla camera di sepoltura, in direzione sud-est. Lungo il secondo viale, direzione nord-est, si trovano molte pietre. Una grande pietra rimane verso est e due lastre piatte poste in piedi puntano la parte superiore della vicina collina Coed Sion.
Il sito è gestito dal Cadw, l'organo gallese responsabile della cura, conservazione e promozione del patrimonio storico del Galles.
Molti dei miti e delle leggende che riguardano Tinkinswood sono associati anche con il vicino sito di sepoltura di San Lythan, posto a breve distanza. La leggenda vuole che chiunque trascorra una notte a Tinkinswood la sera prima del Primo Maggio, del 23 giugno (festività di san Giovanni) o del Solstizio d'Inverno, possa morire, divenire pazzo oppure poeta. Questa leggenda è molto simile a tutte le storie che riguardano le cime montuose. Il gruppo di massi che si trovano a sud-est del monumento sarebbero, secondo un'altra leggenda, delle donne tramutate in pietra mentre partecipavano ad un sabba; altra tipologia di leggenda spesso associata ai dolmen.

REGNO UNITO - Sweet Track



La Sweet Track è un'antica strada rialzata nell'Inghilterra sudoccidentale presso i bassopiani del Somerset Levels. Databile a 6000 anni fa, quindi agli inizi del Neolitico, è una delle più antiche strade del mondo e una delle più antiche in legno del nord Europa.
Fu costruita dagli abitanti dei pendii delle Polden Hills inizialmente per collegarsi a due isolotti sabbiosi, uno dei quali forniva legname alla popolazione e conteneva terre coltivate. L'altro isolotto invece, denominato Westhay Island, si ipotizza comprendesse anche un insediamento umano oltre, in aggiunta, terreni di pascolo.
Il camminamento è stato scoperto nel 1970 da un operaio, Raymond Sweet, mentre eseguiva un lavoro di pulizia dei canali di drenaggio che attraversano le torbiere dei Somerset Levels.
I primi emigranti continentali iniziarono a trasferirsi in Gran Bretagna intorno al 4000 a.C., ed essendo per lo più agricoltori, cercarono terre idonee per la coltura ed i Somerset Levels si dimostrarono un luogo adatto in quanto ricco di risorse di selvaggina, di pesci, di suini selvatici e di materiali, come le canne, e di alberi da disboscare per il legname.
Per realizzare il camminamento vennero abbattuti alberi grandi, quali il querce, il frassino, l'olmo, che venivano lavorati fino a trasformarli in tavole.
La costruzione era basata su una guida formata da tronchi collocati in fila sulla superficie dell'acquitrino aventi la funzione di struttura di sostegno, da pioli piantati nel terreno per consentire che ogni coppia formasse una "X", e infine dalle tavole che costituivano la base del camminamento che erano incastrate tra i due bracci superiori dei pioli. La base era sopraelevata di circa mezzo metro rispetto alla guida e aveva una larghezza di trenta centimetri e tagliava due file di alte canne.
Gli archeologi hanno effettuato studi multidisciplinari dell'ambiente, e analizzando i residui della flora e della fauna, sono riusciti a scoprire che gli abitanti praticavano una forma di selvicoltura e che vigeva già allora l'abbattimento selettivo che consentiva la rapida crescita dai ceppi rimanenti. I ritrovamenti di resti di scarabei ha fornito agli specialisti le indicazioni sul clima dell'epoca neolitica, che prevedeva temperature più basse di circa tre gradi rispetto ad oggi in inverno, e temperature più alte di circa tre gradi in estate. Le informazioni fornite dai pollini hanno consentito di capire la conformazione dei boschi (querce, olmi, frassini e tigli) e dei sottoboschi (noccioli e agrifogli). L'acquitrino pullulava di giunchi e canne oltre alla ninfee, e prosperavano girinidi e grossi ragni pirata.
Tra i reperti ritrovati vi sono gli utensili utilizzati all'epoca, quali le schegge, per il legno, per le canne, per le piante e per le pelli. Inoltre sono state rinvenute anche punte di frecce, probabilmente utilizzate per la caccia, oltre a ceramiche, cocci e oggetti di legno, quali zappe, spatole, manici e spilloni levigati utilizzati forse come ornamento.

REGNO UNITO - Vallo Antonino

 

Il Vallo Antonino è una forma di fortificazione costituita da un terrapieno ed una palizzata di legno, costruita durante l'Impero romano nella Scozia meridionale.
La costruzione del Vallo di Antonino iniziò nel 142 sotto il regno di Antonino Pio, e fu completata nel 144. Il vallo si estende per 39 miglia (pari a 63 chilometri) da Old Kilpatrick nel West Dunbartonshire sul Firth of Clyde a Bo'ness sul Firth of Forth.
La fortificazione fu costruita per rafforzare il Vallo di Adriano, posto 160 km più a sud come confine settentrionale della Britannia. I romani, anche se riuscirono a insediare accampamenti e fortilizi temporanei a nord del vallo, non arrivarono mai a conquistare e sottomettere le tribù indigene che mal sopportavano la loro presenza e infersero danni alla fortificazione. I romani chiamarono la terra a nord del Vallo Antonino Caledonia, "terra dei Caledones", ovvero "terra degli uomini rudi" dal gallico caleto-, cioè "duro, difficile".
Il vallo fu abbandonato dopo solo venti anni dalla costruzione, quando nel 164 le legioni romane si ritirarono a sud del Vallo di Adriano. Dopo una serie di attacchi subiti nel 196 e nel 197, nel 208 l'imperatore Settimio Severo giunse nel nord dell'isola per rendere sicura la frontiera e fece restaurare alcune parti del vallo, definitivamente abbandonato nel 211, alla morte dell'imperatore. Il vallo Antonino è spesso chiamato (specialmente da scrittori della tarda latinità) Vallo Severiano.
Il Vallo Antonino era inferiore a quello di Adriano per dimensioni ed efficacia, ma la sua costruzione fu in ogni caso un notevole risultato, visto che fu completato nell'arco di soli due anni in una terra di confine fredda e ostile. La sua struttura era costituita da un banco di terra alto tre metri con un ampio fossato sul lato nord e un percorso militare sul lato sud. Inizialmente fu programmato di costruire un forte ogni sei miglia ma il proposito fu rivisto e ne furono costruiti 26, cioè circa uno ogni due miglia.
Lungo il vallo si trovano ancora tracce di una bocca di lupo nei pressi del Rough Castle Fort. La maggior parte del Vallo Antonino è oggi distrutta, ma alcune sue sezioni sono ancora visibili a Bearsden, Kirkintilloch, Twechar, Croy Hill, Falkirk e Polmont.
Nel 2008 il vallo Antonino è stato nominato dall'UNESCO patrimonio dell'umanità assieme al Limes germanico-retico e al Vallo di Adriano con il titolo di "Confini dell'impero romano".

REGNO UNITO - Reliquiario di Monymusk, Glasgow

 

Il reliquiario di Monymusk è un reliquiario scozzese dell'VIII secolo fatto di legno e metallo, caratterizzato da una fusione insulare di disegno gaelico e pitto e di metallurgia anglosassone, probabilmente ad opera di monaci ionani. Si è detto che fosse il Brecbennoch di San Columba (gaelico moderno Breac Bannoch o "cosa appuntita in rilievo"), un'insegna da battaglia sacra dell'esercito scozzese, che si usava per l'assistenza del santo, ma che ora si pensa non sia l'oggetto menzionato nei registri storici. Pochissimi reliquiari insulari sopravvivono, sebbene molti siano menzionati nei registri dell'epoca. È un esempio iniziale della cassa o reliquiario a forma di casa, che divenne popolare in tutta Europa alla fine del Medioevo, forse influenzato dagli stili insulari. Il reliquiario di Monymusk è ora vuoto. Le sue dimensioni sono 112 mm di lunghezza x 51 mm di profondità e 89 mm di altezza.
È caratterizzato da una mescolanza di disegni artistici pitti e di tradizioni artistiche irlandesi (forse portate per la prima volta in Scozia da missionari irlandesi nel sesto secolo), fuse con tecniche metallurgiche anglosassoni, un movimento artistico ora classificato come arte insulare o iberno-sassone. Il cofanetto è di legno, ma è coperto con una lega di argento e rame. Fu fatto intorno al 750, probabilmente da monaci ionani. Mostra una combinazione dello stile pitto e insulare che appaiono in manoscritti come l'Evangeliario di Lindisfarne (c. 715 d.C.). Le lastre d'argento sul davanti e sul coperchio del cofanetto sono dedorate con bestie che balzano e si contorcono e si mordono la coda su un campo maculato, caratteristico dello stile animale dell'arte celtica. I segni a puntino del punzone sono tipicamente irlandesi come stile.
Fu significativo perché si diceva che avesse contenuto le reliquie sacre di San Columba, il santo più popolare della Scozia medievale, e dal XIX secolo si credette che fosse il "Brecbennoch di San Columba", un'insegna di battaglia sacra dell'esercito scozzese, benché questo sia ora messo in dubbio dagli studiosi. Può darsi che sia stato consegnato all'abate dell'Abbazia di Arbroath durante il regno di Guglielmo I (r. 1165 - 1214), che a sua volta lo affidò alle cure di qualcun altro presso Forglen. Al custode era affidata la cura del reliquiario, così che potesse essere usato dagli Scozzesi in battaglia per l'assistenza del santo. Fu portato dall'esercito gaelico che fu ottenne la vittoria contro l'esercito del re Edoardo II d'Inghilterra nella Battaglia di Bannockburn (1314). Restò a Forglen fino al sedicesimo secolo, quando sia Forglen che Monymusk caddero nelle mani della famiglia Forbes. Nel 1712 fu trasferito a sir Francis Grant of Cullen. Rimase nella collezione Grant fino al 1933, quando fu acquisito dal popolo. È ora affidato al Museo di Scozia, dove è senza dubbio uno dei pezzi più importanti dell'intera collezione del Museo.

REGNO UNITO - Cerchio di Brodgar

 

Il Cerchio di Brodgar (o Brogar) è un cerchio di pietre neolitico situato a Stenness sulle isole Orcadi, in Scozia. Il cerchio si trova su di un piccolo istmo tra i laghi di Stenness e Harray. Il centro del cerchio non è mai stato scavato dagli archeologi né è stato scientificamente datato, ma si crede che sia stato costruito intorno al 2500 a.C. e quindi quasi contemporaneo del più famoso cerchio di Stonehenge e di molti altri sparsi per l'arcipelago britannico ed in generale per l'Europa.
Il cerchio ha un diametro di 104 metri, il che lo rende il terzo più grande del Regno Unito. Originariamente era composto da 60 pietre, di cui ne sono rimaste solo 27 alla fine del ventesimo secolo. Le pietre sono poste all'interno di un fossato circolare profondo fino a 3 metri e largo 9 scavato nella roccia dagli antichi abitanti dell'isola.
L'area circostante è costellata di pietre erette e da tombe preistoriche, il che lo rende un interessante luogo funerario. Nonostante non si conosca il suo uso preciso, la vicinanza con le pietre erette di Stenness e con Maeshowe lo rende particolarmente importante.
Scavi operati dall'Orkney College vicino al sito di Brodgar hanno portato alla luce molti edifici, sia rituali che residenziali e si crede che ne restino altri da scoprire nelle vicinanze. In tali scavi sono stati scoperti ceramiche, ossa ed utensili in pietra. La scoperta più importante resta una grossa pietra muraria lunga circa 100 metri ed alta 6 metri. Sembra attraversare tutta la penisola su cui sorge il sito e potrebbe rappresentare una barriera simbolica tra la zona religiosa del Cerchio e quella mondana.

REGNO UNITO - Old Scatness


Old Scatness è un sito archeologico della località scozzese di Scatness, nell'isola di Mainland, risalente a varie epoche (Età del ferro, Età del Bronzo e in parte Medioevo) e riconducibile alle civiltà dei Pitti e dei Vichinghi: riportato alla luce nel 1975, comprende i resti di un villaggio e di un broch.
Il sito è candidato dall'Unesco ad entrare nella lista dei patrimoni dell'Umanità.
Il sito venne scoperto casualmente nel 1975 durante i lavori per la realizzazione di una nuova strada che garantisse l'accesso all'aeroporto di Sumburgh.
Alla metà degli anni novanta, a vent'anni di distanza dalla sua scoperta, il sito venne acquistato dallo Shetland Amenity Trust. In seguito, vennero effettuati degli scavi in loco da membri dell'Università di Bradford.
Il sito si trova a 40 km dal capoluogo di Mainland Lerwick , a ovest dell'aeoporto di Sumburgh e poco a nord del villaggio di Scatness. La parte più antica del sito è rappresentata dai resti di un broch risalente a un periodo compreso tra il 400 e il 200 a.C. (Età del Ferro). Il broch ha uno spessore di 4 metri ed è circondato da un fossato largo 7 metri e profondo 4-5 metri.
Il sito comprende poi i resti di un villaggio, con case erette dai Pitti e riutilizzate in seguito anche dai Vichinghi. In una delle case, restaurata nel 1994, alloggiò alla fine del XIX secolo la celebre tessitrice Betty Mouat.
All'interno del sito è stato inoltre rinvenuto del vasellame risalente a un periodo compreso tra la fine dell'Età del Ferro e gli inizi dell'Età del Bronzo, oltre a manufatti considerati di epoca vichinga.


REGNO UNITO - Barca lignea di Hanson

 
La barca lignea di Hanson è una barca dell'età del bronzo trovata in una cava di ghiaia a Shardlow, nel Derbyshire ed oggi esposta nel Derby Museum and Art Gallery.
La barca è stata scoperta presso la cava di ghiaia Hanson a Shardlow, un villaggio a sud di Derby nel 1998. La barca era quasi completa, ma venne leggermente danneggiata dall'escavatrice prima che la sua importanza venisse compresa; è stata datata come risalente a circa il 3500 a.C. . Purtroppo la barca dovette essere tagliata in piccole parti in modo da poter essere trasportata e conservata perché altrimenti era troppo pesante; gran parte del peso era dovuto all'umidità, che aveva conservato il legno e lo aveva trattenuto dal marcire. Il legno è stato quindi lentamente asciugato al York Archaeological Trust dopo essere rimasto immerso per 18 mesi in una soluzione di poli etilene glicolico, prodotto chimico che penetrando ha dato consistenza al materiale.
Insolitamente la barca aveva ancora un carico di arenaria Bromsgrove che era stata estratta a Kings Mills, nelle vicinanze. La pietra si presume che fosse destinata al rafforzamento di una strada rialzata che attraversava il fiume Trent.
I procedimenti di conservazione della barca sono costati £ 119.000 ed è ora esposta nel Derby Museum. Cinque anni più tardi una seconda barca di legno è stata scoperta nella stessa cava, ma è stata reinterrata in modo che possa essere preservata.


REGNO UNITO - Skara Brae

 

Skara Brae (pronunciato /ˈskɑrə breɪ/) è un grande insediamento neolitico in pietra situato vicino alla baia di Skaill sulla costa occidentale della principale isola delle Orcadi, di nome Mainland, in Scozia. È composto da otto abitazioni, e venne occupato grosso modo tra il 3100 a.C. ed il 2500 a.C. Il grado di conservazione è talmente alto da far guadagnare al sito il titolo di patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO. È il più completo villaggio neolitico dell'Europa.
Fino al 1850 Skara Brae si trovava sommerso da sedimenti che ne celavano l'esistenza agli osservatori, dando al luogo l'aspetto di un howie, tipica collina locale. Nell'inverno di quell'anno, una furiosa tempesta rimosse la copertura sedimentaria portando alla luce le prime tracce degli insediamenti. Per molti decenni non vennero comunque effettuate ricerche, con solo saltuari prelievi di oggetti da parte della popolazione locale. In seguito ai danni provocati da una successiva tempesta nel 1924, venne finalmente pianificata una campagna di scavi, che si svolse tra il 1928 ed il 1930 sotto la guida di Vere Gordon Childe, titolare della cattedra di archeologia dell'Università di Edimburgo.
Gli abitanti di Skara Brae erano apparentemente costruttori ed utilizzatori di oggetti scolpiti. Le case erano ripari costruiti usando il terreno e, essendo scavate nel terreno, erano solitamente costruite sul luogo di preesistenti collinette dovute all'accumulo di rifiuti note come "middens". Nonostante i midden dessero alle abitazioni un minimo di stabilità, la loro principale qualità era la protezione dal rigido clima delle Orcadi. In media le case misuravano 40 m² con al centro un forno necessario per cucinare e riscaldare. Dal momento che sull'isola crescevano pochi alberi gli abitanti usavano i resti delle mareggiate e le ossa di balena, con l'aggiunta di zolle erbose, per costruire il tetto delle loro case interrate.
Le case erano complete di arredamento costruito in pietra, tra cui armadi, guardaroba, sedie e ripostigli. Un sofisticato sistema di drenaggio all'interno del villaggio permetteva l'esistenza di una grezza forma di bagno in ogni casa. Sette delle case hanno un arredamento molto simile, con letti ed armadi nelle stesse posizioni. L'armadio sta sul muro opposto all'entrata, in modo che fosse la prima cosa visibile entrando in casa. Otto case non hanno arredamento, ma sembrano divise in piccole stanze. Durante gli scavi di queste case sono stati trovati frammenti di pietra e ossa. Può darsi che queste abitazioni venissero usate come laboratorio per la creazione di piccoli arnesi quali aghi in osso o asce di selce.
Il sito ha permesso la scoperta dell'esemplare più antico in Europa di pulce, la Pulex irritans.
Il metodo del carbonio-14 ha permesso di datare la vita di questo sito a partire dal 3100 a.C., per circa sei secoli. Attorno al 2500 a.C., dopo i cambiamenti climatici che trasformarono il clima rendendolo più freddo ed umido, l'insediamento venne abbandonato dagli abitanti. Esistono numerose teorie per spiegare la frettolosa fuga degli abitanti, ma non ci sono prove certe che ne dimostrino la validità.
Nonostante gli edifici visibili diano un'idea di insieme organico, probabilmente molte case sono state perse a causa dell'erosione del mare precedentemente alla loro scoperta. Si sa che i reperti trovati erano in prossimità dell'antico monumento, nella zona attualmente coperta da prati. Un muro costruito in pietra protegge le rovine ancora nascoste dall'erosione del mare.
Un sito paragonabile (anche se più piccolo) si trova a Rinyo su Rousay. Stranamente non ci sono case simili a quelle di Maeshowe su Rousay, e le numerose camere memoriali vennero costruite da un'altra popolazione.
Il sito noto come Knap of Howar, sull'isola di Papa Westray, contiene una fattoria neolitica ben conservata. È databile tra il 3500 ed il 3100 a.C., ed ha una struttura simile a Skara Brae, ma risale ad un periodo precedente contenendo le costruzioni in pietra più antiche d'Europa (tra quelle tuttora in piedi).
Il 'Cuore delle Orcadi neolitiche' venne inserito tra i patrimoni dell'umanità nel dicembre 1999. Oltre a Skara Brae il sito comprende Maeshowe, il Cerchio di Brodgar, le Pietre erette di Stenness ed altri siti minori. Viene gestito dall'Historic Scotland.Nell'agosto 2007 il sito venne vandalizzato con graffiti che riportavano le scritte "Scouse Celts" (Celti di Liverpool) e "Brian Finlay slept here 13-8-2007" (Brian Finley ha dormito qui 13-8-2007). I graffiti vennero rimossi il mese seguente.

(la foto in alto è di Hugo Anderson-Whymark)


REGNO UNITO - Silbury Hill

 

Silbury Hill è un tumulo artificiale preistorico vicino ad Avebury nella contea inglese dello Wiltshire. Fa parte di Stonehenge, Avebury and Associated Sites, si trova alle coordinate  51°24′56″N 1°51′27″W ed è un sito patrimonio dell'umanità dell'UNESCO. Alto 39,3 metri, è il più alto tumulo artificiale preistorico in Europa e uno dei più grandi al mondo; simile in grandezza alla più piccola delle piramidi della necropoli di Giza in Egitto.
Silbury Hill fa parte del complesso di monumenti neolitici situati attorno ad Avebury, comprendenti Avebury Ring e West Kennet Long Barrow. La sua origine è molto dibattuta. Diversi altri importanti monumenti neolitici nel Wiltshire, sotto la tutela dell'English Heritage, tra cui i grandi henge di Marden e Stonehenge, possono essere culturalmente o funzionalmente collegati ad Avebury e Silbury.
Composto principalmente da gesso e argilla scavati dall'area circostante, il tumulo è alto 39,3 metri e copre una superficie di circa 2 ettari. La collina venne costruita in tempi diversi tra il 2400 e il 2300 a.C. e dimostra l'immensa abilità tecnica e il controllo prolungato del lavoro e delle risorse. Gli archeologi hanno calcolato che sono state necessarie 18 milioni di ore-uomo, equivalenti a 500 uomini che lavorano per 15 anni per depositare e sistemare 248.000 m³ di terra. Euan W. Mackie afferma che nessuna semplice comunità tribale del tardo neolitico, come di solito immaginato, avrebbe potuto sostenere questo o simili progetti, e pensa ad un'élite autoritaria di potere teocratico con ampio raggio di controllo su tutta la Gran Bretagna del sud.
La base della collina ha forma circolare con un diametro di 167 metri. La sommità è circolare e piana con un diametro di 30 metri. La prima costruzione realizzò un tumulo molto più piccolo che venne ingrandito in epoca successiva. Le strutture iniziali alla base della collina erano perfettamente circolari: un'indagine ha rivelato che il centro della parte superiore piatta e il centro del cono che descrive la collina distano un metro l'uno dall'altro. Ci sono indicazioni che la parte superiore aveva in origine un profilo arrotondato, ma questa è stata eliminata, nel periodo medievale, per fornire una base ad un edificio, forse per uno scopo difensivo.
La prima costruzione, risalente al 2400 a.C., consisteva in un nucleo di ghiaia sostenuto da massi di pietra. Strati alternati di gesso e terra vennero collocati in cima a questa struttura. Nella seconda fase venne ammucchiato ulteriormente gesso sopra il nucleo, utilizzando materiali di scavo da una serie di fossati circostanti che sono stati progressivamente riempito poi con materiali prelevati a diversi metri più in là. La parte che circonda la vetta risale a questa fase di costruzione, sia come precauzione contro lo slittamento, che per i resti di un percorso a spirale ascendente dalla base, utilizzato durante la costruzione per sollevare i materiali e poi come percorso processionale.
Nel corso dei secoli ci sono stati diversi scavi che hanno riguardato il tumulo. Il sito è stato illustrato dall'antiquario seicentesco John Aubrey, le cui note, nella forma del suo Monumenta Britannica, sono state pubblicate da Dorset Publishing Co. tra il 1680 e il 1682. In seguito, William Stukeley ha scritto che uno scheletro era stato scoperto durante la piantagione di alberi sulla vetta nel 1723. È probabile che in un secondo momento fosse diventato un luogo di sepoltura secondaria. Lo scavo avvenne nel mese di ottobre 1776, quando un gruppo di minatori della Cornovaglia, supervisionato dal duca di Northumberland e dal colonnello Edward Drax, scavarono un pozzo verticale dall'alto. Nel 1849 venne scavato un tunnel orizzontale dalla cima del tumulo fino al centro. Altri scavi vennero intrapresi nel 1867 e nel 1886.
Flinders Petrie studiò la collina dopo la prima guerra mondiale. Tra il 1968 e il 1970 il professor Richard J. C. Atkinson iniziò degli scavi a Silbury che vennero trasmessi dalla BBC. Questi scavi rivelarono la maggior parte delle prove ambientali note sul sito, tra cui i resti di formiche alate che indicano che Silbury fu iniziata in agosto. Atkinson, scavate numerose trincee presso il sito e riaperto il tunnel del 1849, trovò materiale che suggerisce una data di costruzione nel Neolitico, anche se nessuno dei suoi reperti al radiocarbonio è considerato affidabile secondo gli standard moderni. Egli ha ipotizzato che la collina sia stata costruita in più fasi; ogni livello doveva essere riempito con il gesso portato per mezzo di sacchi e poi lisciato lungo il pendio. Atkinson riportò la data del C 14 per lo strato di base in torba e il materiale decaduto indica una data corretta per l'inizio di Silbury vicina al 2750 a.C.
Dopo le eccezionali piogge del maggio 2002, un crollo dello scavo del 1776 causò un foro in cima alla collina. L'English Heritage intraprese un'indagine sismica della collina per individuare i danni causati dagli scavi precedenti e determinare la stabilità della stessa. Sono state eseguite delle riparazioni ed il sito è rimasto chiuso al pubblico. Come parte di questo lavoro di recupero del patrimonio inglese, sono state scavate due ulteriori piccole trincee ed è stata fatta la scoperta importante di un frammento di corno, il primo proveniente da un contesto archeologico sicuro del sito. Questo ha portato a una data affidabile al radiocarbonio: circa 2490-2340 a.C., facendo risalire il secondo tumulo, in modo convincente, al Neolitico.
Altri lavori recenti si sono concentrati sul ruolo del fossato circostante, che non può essere stato solo una fonte di gesso per la salita, ma una barriera piena d'acqua appositamente costruita e collocata tra la collina e il resto del mondo.
Nel marzo 2007, l'English Heritage annunciò che un insediamento romano, delle dimensioni di 24 campi di calcio, era stato trovato ai piedi di Silbury Hill. Conteneva strade e case regolarmente disposte.
L'11 maggio 2007, l'impresa Skanska, sotto la direzione dell'English Heritage, iniziò un lavoro di stabilizzazione, riempiendo le gallerie e i pozzi delle indagini precedenti con centinaia di tonnellate di gesso. Allo stesso tempo, una nuova indagine archeologica è stata condotta utilizzando attrezzature e tecniche moderne. Il lavoro è stato portato a compimento nella primavera del 2008, avendo ottenuto una "significativa" ulteriore conoscenza sulla costruzione del monumento.
Nel febbraio 2010, vennero trovate, nella British Library, delle lettere scritte da Edward Drax sugli scavi del 1776 nelle quali descrive lo scavo di un pozzo profondo 12 metri "perpendicolare" e del diametro di 15 centimetri. Poiché sono stati trovati frammenti di legno ritenuti di rovere, si è pensato che poteva aver tenuto una quercia o un "totem".
Pochi manufatti preistorici sono stati rinvenuti a Silbury Hill: al suo interno troviamo solo argilla, pietre focaie, manto erboso, muschio, terriccio, ghiaia, conchiglie d'acqua dolce, vischio, quercia, nocciolo, pietre di arenaria, ossa di bue, denti e corna. Oggetti d'epoca romana e medievale sono stati trovati sia sulla sommità che intorno al sito fin dal XIX secolo: sembra pertanto che la collina sia stata rioccupata dalle popolazioni successive.
Lo scopo esatto della collina non è noto, nonostante siano state fatte diverse ipotesi.
Secondo una leggenda, Silbury sarebbe stata l'ultima dimora di re Sil, rappresentato in una statua d'oro a grandezza naturale e seduto su un cavallo d'oro. Una leggenda locale registrata nel 1913 diceva che il diavolo stava trasportando un sacco di terreno che voleva lasciar cadere sui cittadini di Marlborough, ma venne fermato dai sacerdoti della vicina Avebury. Nel 1861 è stato segnalato che centinaia di persone di Kennett, Avebury, Overton e dei villaggi vicini affluivano a Silbury Hill tutte le domeniche delle palme.
Professor John C. Barret afferma che, anche se non sappiamo più che cosa c'era in cima alla Silbury Hill e non possiamo sapere quali rituali o credenze specifiche erano associati ad essa, siamo in grado di conoscere i concetti spaziali di base. Egli osserva che qualsiasi rituale si fosse tenuto a Silbury Hill avrebbe comportato il sollevare fisicamente alcuni individui molto al di sopra del livello di tutti gli altri. Questi pochi individui, in una posizione privilegiata, sarebbero state visibili per chilometri attorno e da diversi altri monumenti della zona. Questo starebbe forse ad indicare un gruppo d'élite, forse di sacerdoti, che mostravano con forza la loro autorità.
Lo scrittore, artista e storico Michael Dames ha avanzato una teoria composita di rituali stagionali, nel tentativo di spiegare lo scopo di Silbury Hill e dei suoi siti associati (West Kennet Long Barrow, Henge Avebury, The Sanctuary e Windmill Hill), da cui è visibile la cima di Silbury Hill.
Jim Leary e David Field (2010) forniscono una panoramica dell'evoluzione delle informazioni archeologiche e delle interpretazioni del sito e concludono che lo scopo reale di questo tumulo di terra artificiale non può essere conosciuto e le molteplici e sovrapposte fasi di costruzione - rimodellamento quasi continuo - suggeriscono che non c'era un progetto e che il processo di costruzione è stato probabilmente la cosa più importante di tutte: forse il processo è stato più importante della stessa collina.
Silbury Hill si trova nella valle di Kennett, alle coordinate di  51°24′56″N 1°51′27″W, nelle vicinanze della strada A4, tra le città di Marlborough e Calne, sulla strada romana che andava da Beckhampton a West Kennett che passa a sud della collina. Nel 1867, la Wiltshire Archaeological and Natural History Society condusse uno scavo ad est della collina per portare alla luce le tracce della strada romana, ma non ne venne trovata traccia. Scavi successivi a sud della collina trovarono la strada nei campi a sud con una curva pronunciata per evitare la base della collina. Questa era la prova conclusiva che la collina era lì da prima che la strada venisse costruita.
La vegetazione presente sulla collina è specifica dei prati su terreni gessiferi, dominata da forasacco eretto e avena altissima, ma con molte specie caratteristiche di questo habitat, tra cui una forte popolazione della rara knapweed broomrape. Questa vegetazione ha portato a considerare i 2,3 ettari del sito come area di particolare interesse scientifico nel 1965.
Nel film documentario Nomad - In cammino con Bruce Chatwin (Nomad: In the Footsteps of Bruce Chatwin) di Werner Herzog, Silbury Hill viene visitato dal regista.

REGNO UNITO - Villa romana di Lullingstone


 La villa romana di Lullingstone è una villa romana situata presso Eynsford, nel distretto di Sevenoaks in Kent (Inghilterra, Regno Unito). Si trova nella valle del fiume Darent, un affluente del Tamigi, insieme ad altre sei residenze romane, tra cui le ville romane di Crofton, di Crayford e di Dartford, lungo l'antica via della Watling street, tra Londinium (Londra) e portum Dubris (Dover). La villa fu costruita intorno all'82. Alla metà del II secolo fu arricchita da sculture in marmo e nel IV secolo vi venne aggiunto un impianto termale mentre il triclinio fu ripavimentato con un mosaico figurato policromo. Fu distrutta da un incendio agli inizi del V secolo.
I resti della villa furono scoperti nel 1939, in seguito alla caduta di un albero che aveva rimesso in luce un frammento di mosaico. Gli scavi si protrassero negli anni sessanta, al di sotto di una copertura realizzata per proteggere i resti.
La villa si articolava simmetricamente ai lati di una vasta sala centrale, utilizzata come triclinio e decorata da un mosaico pavimentale con scene del ratto di Europa e di Bellerofonte che uccide la Chimera inserite nella decorazione geometrica].
Uno degli ambienti era stato utilizzato in origine come sacello pagano, con nicchia decorata da un affresco con le figure di tre ninfe. Agli inizi del IV secolo la nicchia fu riempita e l'intero ambiente fu ridecorato con intonaco dipinto a bande rosse e vi furono collocati due busti in marmo. Nel corso del IV secolo la stanza sovrastante divenne un oratorio cristiano, affrescata con figure di oranti e con il monogramma di Cristo.
Un mausoleo a forma di tempietto romano celtico fu costruito intorno al 300. Vi furono deposti i resti di un giovane e di una giovane, entrambi ventenni, con il loro corredo funerario.
I busti marmorei provenienti dal sacello pagano, gli affreschi della cappella e il corredo funerario del mausoleo sono conservati presso il British Museum di Londra.