Nicopolis (o Nikopolis) è un
sito archeologico della Palestina ed una delle possibili
identificazioni della località di Emmaus citata nel Nuovo
Testamento: nei pressi del sito sorgeva il villaggio arabo di `Amwâs
(o `Imwâs), raso al suolo dagli israeliani durante la guerra
dei sei giorni.
Nicopolis si trova a circa 30 km
ad ovest di Gerusalemme proprio al limite tra le montagne
della Giudea e la valle di Ayalon. Il sito
archeologico si trova nelle vicinanze dell'abbazia trappista
di Latrun.
Il nome “Emmaus” deriva
probabilmente dalla parola Ebraica "Hammat" o "Hamta",
che significa “sorgente calda” (Emmaus è chiamata con questo
nome nel Midrash Zuta del Cantico dei Cantici 6,8 e
nel Midrash Rabba di Lamentazioni 1,45). Questo nome fu
ellenizzato probabilmente durante il II secolo a.C. e si trova
nell’antica letteratura ebraica sotto forma di Ammaus, Ammaum,
Emmaus, Emmaum, Maus, Amus, etc.
La posizione di Emmaus è indicata
sulle carte geografiche romane. La Tavola di Peutinger situa
Emmaus a circa 19 miglia (28 km) ad ovest di Gerusalemme, mentre
la mappa di Tolomeo indica una distanza di 20 miglia (circa
29,5 km). Questo dato è confermato da antiche testimonianze,
tra cui antichi manoscritti e traduzioni del Vangelo di Luca (p.e.
Codex Sinaiticus) che indicano una distanza tra Emmaus
e Gerusalemme di 160 stadi, così come fanno anche san
Girolamo (Lettera 108), Eusebio di Cesarea ("Onomasticon"),
il pellegrino anonimo di Bordeaux ed altri.
La posizione geografica di Emmaus è
descritta nel Talmud di Gerusalemme, trattato Sheviit 9.2.
In virtù della sua posizione, Emmaus
ha assunto un importante ruolo amministrativo, militare ed economico
in alcune fasi della sua storia. Emmaus viene citata per la prima
volta nel primo libro dei Maccabei, capitoli 3-4, nel contesto delle
guerre di Giuda Maccabeo contro i Greci (II secolo a.C.).
Durante il periodo degli Asmonei,
Emmaus divenne una località importante della valle di Ayalon e
acquisì il ruolo di centro amministrativo regionale (centro
della toparchia), (cfr. Giuseppe Flavio, Guerra giudaica
3,3,5). Giuseppe Flavio fa menzione di Emmaus molte volte
nei suoi scritti: “Guerra giudaica 2,4,3; 2,20,4; 3,3,5; 4,8,1;
5,1,6”; “Antichità giudaiche 14,11,2; 14,15,7 ;17,10,7-9”.
Egli parla della distruzione di Emmaus da parte dei Romani nell’anno
4 a.C. (Antichità giudaiche 17,10,7-9). Dopo la devastazione causata
dai Romani, Emmaus divenne un piccolo paese, come viene detto nel
brano seguente tratto dal Vangelo di Luca:
Ed ecco, in
quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di
nome Èmmaus, distante (cento) sessanta stadi da Gerusalemme, e
conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre
conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si
avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a
riconoscerlo. … Quando furono vicini al villaggio dove erano
diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi
insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è
ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a
tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e
lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero.
Dopo la disfatta della rivolta
di Bar-Kochba nella prima metà del II secolo d.C., a
Emmaus si stabilirono i Romani e i Samaritani. Agli inizi del
III secolo d.C., uno studioso e scrittore cristiano di origine Romana
chiamato Giulio Africano visse e lavorò a Emmaus. Secondo
gli storici Bizantini (Eusebio di Cesarea, S. Girolamo, Filippo
di Side e altri), Giulio Africano guidò una delegazione di
abitanti locali presso l’imperatore romano Eliogabalo ottenendo
per Emmaus lo status di città (polis) e il nome di “Nicopolis”,
che portò durante il tardo Periodo Romano e il Periodo Bizantino.
Come scrisse Eusebio di Cesarea:
Emmaus, da
dove proveniva Cleopa che è citato dall’evangelista Luca.
Oggi è Nicopolis, una famosa città
della Palestina. (“Onomasticon, scritto nel 290-325
d.C.).
Durante il Periodo Bizantino,
Emmaus-Nicopolis divenne una grande città ed una sede
vescovile. Sul luogo dell’apparizione del Cristo risorto
fu costruita un enorme complesso ecclesiale, che servì da luogo di
pellegrinaggio e le cui rovine esistono tuttora. All’arrivo dei
conquistatori musulmani (VII secolo d.C.), Emmaus riprese il suo nome
semitico, in arabo “Amwas” o “Imwas”, ma perse la sua
importanza di centro regionale.
Durante il periodo delle Crociate,
ad Emmaus riprese la presenza cristiana e fu ricostruita la chiesa
bizantina. Però la memoria dell’apparizione di Gesù risorto a
Emmaus iniziò ad essere celebrata anche in tre altri luoghi della
Terra Santa: Ha-Motsa (circa 4 miglia/6 km a ovest di
Gerusalemme), Qubeibe (circa 7 miglia / 12 km a nordovest di
Gerusalemme) e Abu-Gosh (circa 7 miglia/12 km a ovest di
Gerusalemme).
Il villaggio arabo di Amwas fu ancora una volta identificato con
l’Emmaus biblico e la Nicolopis romano-bizantina da alcuni studiosi
del XIX secolo, tra i quali Edward Robinson (1838-1852),
M.V. Guérin (1868), Clermont-Ganneau (1874) e J.B.
Guillermot (1880-1887). Inoltre, una santa locale di nome Maria
di Gesù Crocifisso, monaca del Monastero carmelitano di Betlemme,
ebbe nel 1878 un’apparizione, nella quale Gesù stesso indicò
Amwas come la Emmaus del Vangelo. Grazie a questa rivelazione, il
luogo santo di Emmaus fu acquistato dai musulmani da parte del
monastero carmelitano, furono condotti scavi archeologici e riprese
il flusso di pellegrini a Emmaus-Nicopolis. Il villaggio arabo di
Amwas fu completamente distrutto nel 1967 durante la Guerra dei 6
Giorni.

Gli scavi archeologici a Emmaus iniziarono nel tardo XIX secolo e
stanno continuando ancor oggi: Clermont-Ganneau (1874), J.-B.
Guillemot (1883-1887), i Padri domenicani L.-H. Vincent &
F.-M. Abel (1924-1930), Y. Hirschfeld (1975), M. Gichon
(1978), M. Louhivuori, M. Piccirillo, V. Michel, K.-H.
Fleckenstein (dal 1994). Durante gli scavi eseguiti sui terreni
del “Canada Park” (“Ayalon”) furono scoperti dei resti delle
fortificazioni di Emmaus risalenti al Periodo Asmoneo, così
come dei bagni romani del III secolo d.C., delle caverne sepolcrali
ebraiche del I secolo d.C., degli impianti idrici romano-bizantini,
pressoi per l’olio e tombe. All’interno della proprietà del
luogo santo di Emmaus furono fatti altri ritrovamenti, quali delle
caverne sepolcrali ebraiche del I secolo d.C., una pressa per l’olio,
delle tombe e numerosi oggetti del periodo romano-bizantino (monete,
lampade ad olio, vasi e gioielli). Il muro posteriore di est, a tre
absidi, della chiesa bizantina fu portato alla luce, insieme ad un
battistero esterno e a mosaici policromi, così come i muri della
chiesa dei crociati che furono costruiti appoggiati all’abside
centrale bizantina (XII secolo). Nella zona di Emmaus sono state
trovate diverse iscrizioni ebraiche, samaritane, greche e latine
incise su pietra.
Emmaus-Nicopolis ha conservato il suo
antico nome di “Emmaus” (Amwas) attraverso le età della storia.
La tradizione cristiana di venerare questo luogo come la Emmaus dove
il Cristo risorto è apparso è anch’essa sopravvissuta
nel corso dei secoli.