Il
kernos (in greco
antico κέρνος o κέρχνος, al plurale kernoi) è
una forma vascolare in uso nella Grecia antica. È
costituito da un vassoio o un anello in ceramica, pietra o metallo,
al quale sono collegati contenitori più piccoli a forma di skyphos,
uniti al vassoio solitamente tramite fori praticati sul fondo, e
destinati allo svolgimento delle offerte. Nel mondo classico il
kernos era usato principalmente nei rituali cerimoniali legati al
culto di Rea, Demetra, Persefone e Cibele,
durante lo svolgimento dei quali esso veniva retto e portato sopra la
testa dai fedeli in una processione
chiamata kernophoria, destinata alla consacrazione del
contenuto del kernos alle dee che governavano la terra.
Il termine è talvolta applicato a
simili forme vascolari composte, appartenenti ad altre aree culturali
del Mediterraneo e del Vicino Oriente.
Ateneo di
Naucrati fornisce una descrizione dell'oggetto rituale
che egli chiama kernos, dal punto di vista formale e funzionale:
si trattava di un vaso di terracotta al quale erano collegate molte
piccole coppe, le quali potevano contenere salvia, papavero bianco,
grano, orzo, piselli, lenticchie, fagioli, riso, avena, una torta di
frutta, miele, olio, vino, latte e lana di pecora non lavata. La
fonte di Ateneo era un trattato sulle pratiche cultuali
eleusine scritto da Polemone di Ilio, un erudito periegeta
di età ellenistica.
I primi kernoi, fino ad allora
conosciuti solo attraverso le testimonianze letterarie, vennero
scoperti ad Eleusi nel 1885, e nel 1895 venne ritrovato
il pinax di Niinnion che ne confermò il riconoscimento e
che reca la rappresentazione della kernophoria.
La forma tipica dei kernoi eleusini,
trovati ad Eleusi e presso l'Eleusinion dell'agorà di Atene e
datati prevalentemente al IV secolo a.C., presenta una base conica
sormontata da un elemento crateroide dotato di una larga
imboccatura, sotto la quale si trova una sezione orizzontale dotata
di forature, e alla quale si collegano due anse. Le varianti alla
forma base riguardano il numero delle coppette collegate, la loro
grandezza, appartenenza al corpo stesso del vaso o loro totale
assenza (tale è il kernos rappresentato sul pinax di Niinnion).
L'assenza delle piccole coppe si spiega, secondo Pollitt, se si
considerano questi esemplari come oggetti votivi e non espressamente
rituali.
Le tracce di decorazione conservate
sono scarse, in gran parte limitate alla pittura bianca. Su alcuni
kernoi di Eleusi è rimasta traccia di doratura, tramite foglia
d'oro. Alcuni frammenti mostrano schemi decorativi semplici e
ghirlande.
Esemplari datati dalla prima età
del bronzo, che corrispondono alla forma del kernos, provenienti da
contesti prevalentemente tombali e quindi connessi a cerimonie
funerarie più che religiose, sono stati trovati in Grecia,
in Italia, a Cipro e nel Vicino Oriente. Per
questi vasi, che sembrano non avere alcuna relazione con i kernoi
eleusini, il termine kernos viene mantenuto per ragioni tecniche, in
assenza di altra terminologia antica e documentata. Possono essere
suddivisi in tre tipologie: un tipo a tavola dove le piccole coppe si
trovano collegate ad un supporto piano, il tipo a stelo in cui i
contenitori circondano un contenitore centrale conico o cilindrico,
un tipo ad anello in cui i contenitori sono collegati ad una base a
ruota.
L'unico elemento formale che unisce tra loro questi esemplari
è la presenza dei piccoli ricettacoli, i quali tuttavia variano
notevolmente nella forma e nella dimensione senza mostrare alcuna
traccia di sviluppo consequenziale. In epoca arcaica sopravvivono il
tipo a stelo, documentato a Creta, e il tipo ad anello,
maggiormente diffuso (Rodi, Samo, Gela). W. Deonna ne ha
ipotizzato una derivazione dalla tavola per le offerte usata nelle
tombe egiziane.
Nelle foto, dall'alto:
- Kernos funerario da Melos
(2000 a.C. circa). Parigi, Louvre, Sevres 3552.
- Kernos dell'isola
di Milo databile tra il 2300 e il 2100 a.C.
-
Kernos a vernice nera da Teano(CE), 310-290 a.C., Museo
Archeologico, Firenze
- Kernos dalle Cicladi, circa 2300-2000 a.C., Musée des Beaux Arts, Lyon
- Kernos in ceramica da Syros, 2800-2300 a.C., Museo Archeologico Nazionale di Atene